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FEFF 2010: Erik Matti e l’industria del cinema filippino

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Erik Matti ha iniziato la sua carriera di regista nel 1997 con il seguito del film del suo maestro di cinematografica Peque Gallaga: “Skorpion nights 2”
L’affermazione internazionale arriva nel 2001 con il lungometraggio “Prosti”, un film duro ed essenziale sulla vita delle prostitute filippine, un film che da una parte onora le regole del cinema commerciale e dall’altra ha un pesante sottotesto, non solo rivolto contro la corruzione politica del governo filippino ma anche nei confronti del cinema commerciale del suo stesso paese, Matti non ha mai nascosto infatti che la scelta della protagonista di prostituirsi perché non sapeva come altro vivere è almeno in parte metafora della condizione di chi lavora nel cinema a Manila.

Nel 2004 Erik Matti realizza “Gagam Boy”, un film di supereroi su un ragazzo povero che scopre di avere acquisito i superpoteri di un ragno e decide di non rivolgerli , come i canoni del genere di solito comandano, alla salvezza del mondo intero ma solo a quella della baraccopoli in cui vive. Il ragazzo ragno, come ogni super eroe che si rispetti,  incontrerà in uno scaltro imprenditore edile e corruttore politico la sua nemesi perfetta tramutandolo nel suo nemico giurato: l’uomo scarafaggio. Il film, girato a bassissimo budget, fu anche un modo per fare luce sulla situazione delle Filippine, che Matti non manca mai di ricordare al pubblico come terzo mondo dell’estremo oriente, ed è sicuramente un piccolo smacco dissacrante nei confronti dei paesi da cui provengono i costosissimi film di super eroi agiati e ben pasciuti. Nello stesso anno Matti realizza anche il film del terrore “Pa – Siyam” un film a basso budget molto elaborato sul piano dei personaggi e dedicato al tema della morte della famiglia nella società contemporanea. Il film racconta di una nonnina fantasma che farà piazza pulita dei suoi parenti ipocriti venuti da lontano per spartirsi i soldi ed i beni della defunta durante la veglia funebre. Nel 2005 Matti realizza il film fantasy “Exodus: Tales from the enchanted kingdom” destinato alle famiglie filippine ed assolutamente rivolto al grande pubblico anche se i mezzi a disposizione restano comunque molto umili. In questi ultimi cinque anni Matti ha lasciato l’industria dell’intrattenimento cinematografico per la volta della pubblicità, ha aperto un locale a Manila che fa da ristorante oltre che da cinema ed ha cominciato a lavorare più liberamente su film non destinati all’intrattenimento. Il suo nuovo lungometraggio si intitola “The arrival” ed è la storia di un anonimo impiegato di Manila che ogni notte sogna la stessa casa e la stessa donna, luogo e persona mai conosciute ma intensamente desiderate dal suo inconscio, un giorno troverà dal barbiere una vecchia fotografia che corrisponde proprio alla casa dei suoi sogni e deciderà di lasciare la capitale per la volta della profonda provincia in cerca della donna sognata, sebbene le sue aspettative non si vedranno realizzate come previsto e sognato, l’uomo troverà una nuova situazione sociale, lontana dall’indifferenza e dal caos della grande città, che offrirà al protagonista una vita più a misura d’uomo. Il nuovo film di Matti, delicato e preciso nella resa formale, è forse il suo film più onesto e personale, forse quello più vicino al cuore ed all’animo dell’autore e quindi anche il più incisivo. Matti racconta una storia priva di obblighi commerciali e finalmente libera di sviluppare una traccia narrativa più umana. Il film , per scelta dell’autore non è stato venduto nei circuiti commerciali filippini ed è visibile solo attraverso fondazioni, enti culturali ed associazioni, in tutte le Filippine solo una sala commerciale di Bacolod City ha avuto il permesso di proiettarlo alla condizione di devolvere tutto l’incasso al Negros Museum. Erik Matti dice questo del suo ultimo lavoro: “E’ un dolce fatto in casa e non importa se fa schifo; è fatto con amore”, noi che questo dolce lo abbiamo assaggiato possiamo testimoniare che è molto meglio delle tante tortine sintetiche prodotte dalle grandi multinazionali dell’industria cinematografica e lo riteniamo quantomeno il vincitore morale del Far East Film Festival 2010.
Daniele Clementi

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