Archivio mensile:novembre 2012

Speciale Torino Film Festival su Radio Aldebaran

Mercoledì 28 novembre straordinariamente alle 11.20 in diretta su Radio Aldebaran con Daniele Clementi:
La puntata di oggi sarà interamente dedicata al Torino Film Festival.

Per saperne di più ascolta Radio Aldebaran mercoledì 28 novembre alle 11.20 circa. Per ascoltare Radio Aldebaran : FM 8.88 – 91.3 – 92.9

“Il sospetto – The hunt” di Thomas Vinterberg (2012)

Thomas Vinterberg torna a Cannes 14 anni dopo il memorabile risultato di “Festen” e come per il suo primo grande successo il bravo regista danese torna al tema della pedofilia e ritrova il suo amico Lars Von Trier nel ruolo di produttore. La storia però prende questa volta il senso contrario ed è una falsa accusa di pedofilia a trascinare il protagonista in un vero inferno di sospetti e tormenti. La caccia a cui fa riferimento il titolo è quella tradizionale al cervo che unisce un gruppo di amici, quasi fratelli, che condividono passioni e festività e che distano pochi metri fra loro in un solo quartiere.
Lucas è l’unico maestro maschio di una scuola materna dove vanno tutti i figli dei suoi migliori amici e compagni di caccia, quando la piccola Klara, figlia del suo migliore amico Thomas, si innamora di lui (per quanto si possa innamorare un bimba) e lo esprime attraverso un cuore fatto di mattoncini ed un bacio in bocca dato a sorpresa, Lucas si impegna subito a chiarire le cose con la piccola ma la vergogna di avere espresso un sentimento così forte o di essere stata respinta spinge la bambina a parlare dell’esperienza alla direttrice della scuola invertendo i ruoli. La macchina della giustizia prende il suo avvio, prima con una inchiesta interna della scuola e poi con l’indagine formale, da un giorno all’altro Lucas si ritrova pubblicamente accusato di avere fatto cose orribili ad una bambina e ben presto per effetto di emulazione altri bambini inventano la stessa esperienza rendendo Lucas un mostro malgrado la sua innocenza. Il film di Vinterberg si interroga sui legami umani come amicizia e parentela, disturba lo spettatore con un tema difficile e molto inquietante senza risparmiare violenza, lotta, paura e dolore, alla fine solo i più profondi legami umani potranno sopravvivere. Una messa in scena drammatica meravigliosa ed una gara di recitazione avvincente e trascinante, forse uno dei film più belli di Cannes 2012.

Daniele Clementi

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“Skyfall” di Sam Mendes (2012)

007 SKYFALLIl terzo lungometraggio della nuova serie di avventure di James Bond punta sul ritorno alle origini del personaggio. La sceneggiatura di Neal Purvis, Robert Wade e John Logan è chiaramente concepita come pilota di una nuova serie di storie in cui vengono renitegrati alcuni personaggi tradizionali dei romanzi di Fleming scomparsi nei primi due film del reboot. Il pubblico ritrova un “Q”, ringiovanito e tramutato in una sorta di Mark Zuckerberg dei servizi segreti ed una nuova Miss Moneypenny afroamericana. Il protagonista è questa volta costretto ad un viaggio nel suo più profondo passato, fino alla villa dello zio che lo adottò e la chiesa in cui sono sepolti i suoi genitori ed in cui dovrà salutare per sempre un genitore putativo della sua maturità. I rimandi psicologici del film sono più ricchi che mai e si vincolano con eleganza alle caratteristiche del protagonista senza sbavature e scelte frettolose. La metafora del corpo di James Bond che sprofonda nell’abisso della sigla iniziale del film, così come la sua anima sprofonda nei ricordi rimossi, è davvero riuscita e la costruzione interiore del personaggio che sublima le sue paure ed inadeguatezze attraverso la riscoperta del suo passato e degli oggetti che lo rappresentano è semplicemente perfetta. Resta indimenticabile il ritorno della cara vecchia Aston Martin usata per il film “Goldfinger” e riproposta con i medesimi gadget dell’epoca per la gioia dei fan.

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“Resident Evil: Retribution” di Paul W.S. Anderson (2012)

non si vedePaul W.S. Anderson prosegue la sua seconda trilogia cinematografica del fortunato videogioco Capcom con incredibili risorse a disposizione, un 3D molto divertente ma praticamente senza una vera e propria sceneggiatura. In un certo senso sembra di vedere una delle tante puntate di “Lost” in cui lo spettatore (esattamente come i personaggi ed il titolo della serie) si ritrova perduto in una trama fatta di segreti irrisolti e colpi di scena spiazzanti ma senza mai un filo chiaro della narrazione. Questa volta Alice, dopo la cruenta battaglia sulla nave da guerra che chiudeva il film precedente “Resident Evil: Afterlife”, si risveglia in un laboratorio della Umbrella Corporation in Siberia dove dovrà vedersela con i cloni di tutti i personaggi incontrati nei capitoli precedenti.
Paul W.S. Anderson punta tutta l’attenzione sull’azione e si risolve l’assenza di una vera caratterizzazione dei personaggi creando una moltitudine di cloni senza memoria che, proprio per la loro natura, sono privi di un passato e quindi di un carattere da approfondire nella logica del racconto. Di tanto in tanto Anderson si diverte ancora a citare Romero e Carpenter ma più di tutto si vede Anderson che cita Anderson incollando al volo personaggi visti nei videogame e perfino qualche brutta copia di creature originarie di “Silent Hill”.

Daniele Clementi