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“Due giorni, una notte – Deux jours, une nuit” di Luc e Jean Pierre Dardenne, Francia/Belgio (Cannes 2014)

490001 Ad un passo dalle elezioni Europee, in un momento politicamente delicato ed importante come questo ecco che i fratelli Dardenne si schierano con forza e determinazione dalla parte dei lavoratori con un film bello, pulito, schietto e preciso e di una velocità ed una essenzialità cinematografica che evoca immediatamente il neorealismo italiano. La storia di Sandra (una fantastica Cotillard) ci coinvolge dal primo fotogramma e la sua battaglia e le sue scelte ci obbligano ad una posizione emotiva e forse perfino politica che non si ferma solo alla solidarietà per il suo personaggio ma che ci costringe a delle riflessioni più alte e più chiaramente rivolte all’economia, il lavoro e l’assenza di una struttura sindacale funzionante e di una solidarietà fra lavoratori perennemente in bilico. Sandra, intimidita dai suoi superiori e depressa per il rischio di perdere il lavoro è sotto psicofarmaci, dovrà farsi forza, sostenuta dal marito e per amore dei suoi due figli, sceglierà di combattere contro il padrone dell’impresa in cui lavora. In una società dove all’imprenditore viene dato sempre più potere e nessun sindacato è più in grado di difendere il lavoratore può perfino capitare che il datore di lavoro faccia votare i dipendenti se avere il bonus annuale o rinunciarvi per consentire a Sandra di avere ancora un lavoro fisso, naturalmente il padrone non si assume alcuna responsabilità e rimanda alla crisi la colpa di questo brutto momento. Sandra così ha a disposizione due giorni ed una notte per parlare con ogni singolo dipendente e per provare con immensa vergogna ed imbarazzo a chiedergli di rinunciare al bonus che gli spetta di diritto e consentire al suo lavoro di esistere ancora, una storia bella e straziante che lascia lo spettatore in ansia per tutto il suo svolgimento, scopriremo le minacce degli uomini di fiducia del padrone, la rabbia e la disperazione degli altri lavoratori e la mostruosità di un mondo del lavoro che con la scusa neoliberista della crisi sta diventando sempre più raccapricciante e privo di umanità, alla fine il voto e la decisione di Sandra lasceranno il segno nello spettatore. Un film importante degno di una Palma d’oro.

Daniele Clementi

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