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Torino 2011: “Attack the block” di Joe Cornish

non si vedePochi mesi dopo le rivolte dei quartieri poveri delle grandi città inglesi, ecco arrivare un film che pone proprio i ragazzi sbandati e tanto colpevolizzati dai media come protagonisti ed eroi di un racconto di fantapolitica che può essere visto da quasi tutte le età e che funziona alla perfezione dalla prima scena all’ultima. Il film di Joe Cornish è ambientato nei quartieri poveri limitrofi alla fermata metropolitana di Oval a Londra, vicino al leggendario campo da cricket di Kennington che tanto ha fatto sognare gli inglesi in questi anni. I protagonisti sono un gruppo eterogeneo di adolescenti bianchi e di colore, condannati dalla crisi economica e da una educazione scolastica di serie b a crescere come precari e disoccupati e che per reazione alla violenza economica del sistema globale ed alla brutalità della strada si sono abituati a girare in forma di piccola gang fra skateboard, motorini e biciclette.
Moses è il leader quindicenne di origini africane che guida la gang nella fredda notte di Londra fra scippi e furti di autoradio e che si imbatte, suo malgrado, in una pioggia di piccoli meteoriti contenenti una sconosciuta razza di predatori alieni. Le regole della strada in cui Moses ed i suoi compagni di gang hanno sempre vissuto spingono i giovani a reagire in modo incodizionatamente violento verso una delle creature aliene scatenando un invasione brutale e letale di cui dovranno assumersi la responsabilità morale e che li obbligherà a maturare nel tentativo di riparare al danno. Il lungometraggio non lascia un solo secondo di pace allo spettatore, e scorre alla perfezione con un ritmo adrenalinico ed una struttura narrativa perfetta, i protagonisti sfruttano ogni mezzo offerto dall’urbanistica delle città moderne per sfuggire alle fauci dei mostri alieni, e condensano in gradevolissime scene d’azione diversi sport da strada, tendenze musicali e di costume delle periferie delle città occidentali moderne. Il film è scritto e diretto da uno sceneggiatore inglese che si è già fatto le ossa fra serie tv della BBC e scrivendo il film di Tin Tin con Edgar Wright (autore di Shaun of the dead) e Steve Moffat (autore del nuovo Dottor Who e di Sherlock).  Il lungometraggio è inoltre ricco di citazioni cinematografiche e provenienti dal mondo dei fumetti e dei videogiochi ed include anche dei coltissimi riferimenti alle opere del geniale e provocatorio fotografo e artista Charlie White. Un film divertente ed intelligente, ben confezionato e ricco di colpi di scena che si avvale di un delizioso cameo interpretato dal comico inglese Nick Frost nella parte di un coltivatore di marijuana.

Daniele Clementi