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" Anda muchacho, spara ! " di Aldo Florio (1971)

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" Anda muchacho, spara ! " di Aldo Florio (1971)

Recensione di Marina Pianu

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uno straniero approda in un villaggio di minatori. non si sa chi sia, non si
sa da dove venga; si sa solo che prima di ammazzare "chiacchiera" e che sono
le sue "chiacchiere" a indurre l’interlocutore a estrarre la pistola (e farsi
ammazzare). ha una mira micidiale, anche se preso da dietro, anche se preso
alla sprovvista, e’ sempre lui ad avere la meglio. e poi, chissa’ come mai,
pronuncia sempre un nome che fa allampanare: emiliano. zapata?

gli spaghetti western hanno acquistato prestigio nel corso dei decenni.
all’epoca, quando uscivano, il grande pubblico li viveva come un surrogato
dei "grandi" western americani, qualcosa che passava il convento ma che
distava anni luce dagli originali aborigeni. col tempo abbiamo imparato ad
apprezzarli (forse grazie anche agli omaggi resi dal cinema giapponese). gli
spaghetti western non sono solo sergio leone, che pure e’ stato un grande e
un "caposcuola". sono anche corbucci, damiano damiani, sergio sollima, ecc.
sono principalmente il western classico privato della sua retorica "buoni /
cattivi", reso piu’ scruciante dal cinismo dei cattivi, dall’imperfezione dei
buoni, dal sesso esplicito (per l’epoca) e da una sottile e pervasiva ironia,
non di rado anche con una valenza di critica socio-politica.

"anda muchacho", oltre ad avvalersi dell’avvenenza di fabio testi (raul bova,
ciucciati il calzino), che a molti western ha prestato il fisico, presenta
alcuni spunti interessanti e non di poco rilievo per l’epoca
post-sessantottina: le autorita’ politiche sono asservite agli interessi
economici, predatori e usurpatori (i prepotenti sono gringo, i depredati sono
i minatori locali). chi cerca di aiutare i derelitti e difendere i loro
diritti finisce ai lavori forzati (giustizia di parte). chi ruba in realta’
e’ un raddrizzatore di torti subiti e un riequilibratore delle forze sociali
(anche se la sua motivazione contingente e’ la vendetta per l’amico). infine,
ma non ultimo, le donne non si sottomettono volentieri al ricco e potente e
diventano eroine in prima persona salvando a loro volta il raddrizzatore di
cui sopra (che poi lui sia un gringo pure lui non le dissuade dal volerlo
seguire).

l’eroe ci piace perche’ e’ asciutto (come quasi tutti gli eroi degli spaghetti
western), parla solo l’indispensabile, e le sue azioni appaiono motivate e
giustificate solo man mano che i flashback si schiariscono ai nostri occhi.
la vistosa falsita’ della truculenza (il sangue appena spalmato sui suoi
muscoli) ci consente un distacco sano e ironico che ci fa accettare la
vendetta con un gran sghignazzo. eppure, nonostante le risate, seguiamo le
vicende con viva partecipazione, malgrado noi stessi, e ammiriamo tanto la
pacata saggezza del vecchio quanto l’apparente asessualita’ dell’eroe
(jessica lo segue si’, ma "come un bimbo segue un aquilone").

tenete d’occhio "tele turchino": a tarda notte ce ne sciorina un bel po’…

segnalazione: un sito wiki di spaghetti western a cui potete collaborare:
http://www.spaghetti-western.net/index.php

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Regia: Aldo Florio
Sceneggiatura: Bruno Di Geronimo
Uscita: 16 agosto 1971
Durata: 105′
Paese: Italia / Spagna
Produzione: Copercines, Cooperativa Cinematográfica

Personaggi e interpreti:
Fabio Testi … Roy Greenford
Eduardo Fajardo … Redfield
Massimo Serato … Emiliano
Luciano Pigozzi … Manolo
Daniel Martín … Minatore
Charo López … Jessica
José Calvo … Joselito
Ben Carra … Lawrence