Cina, Lu Yanshi fugge dal suo campo di rieducazione per rivedere ed abbracciare sua moglie Feng Wanyu e sua figlia Dan Dan che non vede da ormai dieci anni. La polizia raggiunge la maestra Feng e preleva dalle prove di danza la piccola Dan Dan per interrogarle e sollecitare ad entrambe la denuncia qualora si facesse vedere l’uomo. In una notte di pioggia Dan Dan perde il suo ruolo di prima ballerina dello spettacolo di propaganda in allestimento a causa dell’evasione del suo genitore. Un uomo sporco e dagli abiti logori sfiora la porta della casa di Feng, lei non osa aprire, non sa se il rumore che sente è reale o no, per un lungo poetico e doloroso istante il marito e la moglie separati da una porta sognano il loro incontro. Il giorno seguente Dan Dan scopre che i genitori stanno per incontrarsi nella stazione e denuncia il fatto alle autorità, assisterà ad una scena straziante ed al dolore di sua madre che per questo la caccerà di casa. Dieci anni dopo Feng, ormai riabilitato, fa ritorno a casa, ad accoglierlo c’è solo la figlia Dan Dan che non ha il coraggio di rivelare al padre che la madre soffre di una disfunzione della memoria che le impedisce di riconoscere Feng come suo marito. Amorevolmente Feng, da sconosciuto che vive in un magazzino vicino alla casa della sua famiglia, si prenderà cura della donna senza che mai lei riesca ricordarsi di lui. La scena della separazione fisica della porta che diventa pian piano una separazione psicologica è una sottile e delicata metafora politica, tutti i personaggi in scena sono simboli della Cina comunista di ieri e di oggi, dalla propaganda alla perdita della memoria fino alle cause del trauma di Feng e l’impossibilità di una riconciliazione definitiva. Un film delicato e coraggioso che dimostra come si possa combattere una politica sbagliata con una poetica cinematografica adulta e raffinata.
Daniele Clementi
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