Archivi categoria: fumetti

" 300 " di Zack Snyder

" 300 " di Zack Snyder

Recensione di Antonella Mancini

Se per qualche curioso scherzo del destino "300" dovesse fissarsi indelebilmente nella storia del cinema, la sua collocazione sarebbe nel genere comico. Se poi la comicità sia un risultato previsto dal regista o l¹effetto involontariamente ridicolo della trasposizione letterale da fumetto a film, non saprei dirlo, nè conosco i retroscena di tutta l’operazione. Che è – e resta – comunque irresistibile. Irresistibile è lo scontro del piccolo Leonida con l’improbabile lupo, certi primi piani di Leonida da grande, il gioco dei seppia e dei blu e, quando si passa al colore, l’effetto pellicola vecchia che ricorda i film storici del
dopoguerra o i fumetti sgualciti dimenticati in soffitta. Ma il vertice di vis comica si tocca con l¹apparizione geniale della figura di Serse, presentato in tutto e per tutto come la caricatura del gay pre-Pacs, con tanto di sguardi languidi bistrati e il corpo nudo ricoperto di gioielli.
Sinchè non apre bocca. Il che accade solo dopo lunghi secondi e in contemporanea col suo affiancarsi al vigoroso Leonida. E qui, sorpresa, il Serse sovrasta virilmente di un buon mezzo metro il già massiccio spartano e sfodera una insospettata voce da basso-conduttore TV. Come non piegarsi in due dalle risa? E poi gli effetti speciali alla giapponese con soldati che volano, sangue che copre l’obiettivo, cadaveri decapitati che restano in piedi, arti di vario genere mozzati mentre il loro proprietario seguita a battersi valorosamente. E ancora, Frankestein, o il suo clone, che irrompe nel campo di battaglia, il traditore spartano a mezza strada tra gobbo di Nôtre Dame incattivito ed ET vecchio. E via dicendo, fra rinoceronti stupidi ed elefanti distratti, per finire con la scena alla Mulino Bianco nel campo di grano, sfondo bucolico per ciò che resta della famiglia del nobile Leonida.
Tutto ciò assicura due ore di divertimento, seppure in barba alla verità storica. Per esempio non è vero che Leonida ­ nel film proposto quale kamikaze ante-litteram – fece tutto di testa sua. Fu la lega delle città
elleniche a decidere che un gruppo di spartani si sarebbe appostato alle Termopili in un tentativo estremo di ritardare una battaglia persa in partenza. E toccò a lui. Ma la ³veritಠstorica non è necessariamente un valore filmico. Mentre, se ci spostiamo, forse altrettanto indebitamente, sui valori etici, ecco che 300 può apparire un subdolo veicolo di messaggi quantomeno ambigui. Nel film vien detto a più riprese che dall¹Oriente non possono che venire corruzione, tirannide,  distruzione e morte; che Leonida & C. sintetizzano tutte le virtuose istanze di libertà dell¹Occidente; che pertanto, in nome di queste, sono legittimi il ³martirio² bellico e l¹educazione alla violenza (le scene iniziali di addestramento dei piccoli spartani richiamano infatti tristemente quelle dei piccoli ³nemici²di Sabra e Chatila); che il terrorismo condannato negli Altri (gli Orientali in senso lato) è invece permesso e incoraggiato da questa parte della barricata, ed è sacrosanto perché a fin di bene: il nostro. Sarebbe a dire che ³noi², per battere ³le forze del male², come vorrebbe Oriana Fallaci, o banalmente per divertirci, secondo la moda dei bulli da stadio o da aula di scuola media, dovremmo diventare come ³loro²? Per farla breve, il dubbio è di trovarci di fronte ad un¹apologia della guerra come valore non negoziabile: ³senza se e senza ma² (il che forse genera la sua stessa antitesi, anche questa ³senza se e senza ma²). Apologia tanto più infida perché leggera e divertente.
Uscendo dal cinema le facce, quasi per lo più ragazzini e ragazzotti, erano sorridenti e per nulla abbattute dalla rievocazione della tragedia cui avevano assistito. O.K. Si sono divertiti anche loro. Forse. Ma chi può
garantire che alcuni di quei messaggi non siano acriticamente scivolati indisturbati nella loro mente?

" 300 " di Zack Snyder

" 300 " di Zack Snyder

Recensione di Daniele Clementi

Dopo quasi un anno di attesa arriva finalmente in Italia la riduzione cinematografica della graphic novell di Frank Miller e Lynn Varley. La regia è stata affidata a Zack Snyder, il regista "furbetto" del remake di "Zombi" di George Romero intitolato "L’alba dei morti viventi". Prima di tutto bisogna precisare che questa storia non tratta della gloriosa battaglia delle Termopili come potreste pensare a prima vista, questo film è una versione cinematografica di un fumetto che a sua volta prendeva spunto dal fatto storico. Sul piano della resa visiva il film è perfetto, anzi persino sorprendente per come rispetta pedissequamente le vignette originali del fumetto, sul piano di contenuti e dialoghi la struttura del fumetto rivelava un maggiore spessore rispetto al film.

In sostanza per poter apprezzare questo filmaccio colorato e fracassone bisogna partire dall’idea di avere di fronte un manipolo di 300 super eroi che si confrontano con il classico impero del male. Riducendo il plot a questo livello il film si rivela evocativo, emozionante e spettacolare ma più di ogni cosa terribilmente divertente. Se invece volete partire dal principio che la battaglia delle Termopili debba essere raccontata con la stessa forma di una grande opera di William Shakespeare, allora siete di fronte a  qualcosa che rasenta l’insulto. Quindi il problema non appartiene al film bensì al nostro modo di filtrare l’opera. Si tratta di una produzione americana su un manipolo di eroi greci (spartani nel dettaglio) che con il proprio sacrificio impedì ad un sovrano del medio oriente di espandere il suo impero in Europa e sembra pertanto piuttosto naturale leggere nel film una metafora  politica moderna. Il problema anche in questo caso si riferisce alla sensibilità ed al grado culturale dello spettatore.

Snyder si limita a ricostruire nella forma della composizione cinematografica quello che Miller e Varley avevano concepito per la carta stampata, non mancano dettagli di grande pregio tipicamente cinematografici come il montaggio perfetto e la scelta della colonna sonora che evoca alcuni film chiave predecessori di “ 300”  pur trovando una sua autonomia stilistica. Volendo accogliere il film nel suo puro principio cinematografico e fumettistico non sento giusto aggredire l’opera con una critica troppo severa bensì trovo più opportuno esplorare quello che si è detto di male e si dirà di male di questo film cercando una chiave di lettura alternativa. Quello che segue è pertanto un elenco di FAQ a cui molto probabilmente lo spettatore più colto ha cercato di rispondere dopo aver visto questo film e su cui la critica convenzionale si è già fin troppo crogiolata.

1)      Questo film istiga all’intolleranza verso il popolo medio orientale o giustifica le guerre dell’occidente contro il medio oriente ?

Questo film può liberamente essere letto come espediente per motivare il pensiero americano e tendenzialmente della destra europea alla lotta contro la cultura araba, dobbiamo però ricordare che il fumetto venne realizzato in tempi non sospetti e che la battaglia delle Termopili è realmente avvenuta. Certo è plausibile che la produzione abbia “colto l’occasione” ma è difficile stabilire quanto peso potesse avere la cosa sul progetto finito, inoltre i cattivi persiano somigliano molto di più a noi ed i pochi spartani sembrano decisamente di più i popoli poveri aggrediti nelle guerre moderne.

 

2)      In questo film ci sono luoghi comuni tradizionalmente pericolosi sul mondo arabo e sulla contaminazione culturale ?

In questo film ci sono parecchi luoghi comuni, alcuni pure un pochino razzisti, non ci sono invece elementi offensivi sulla contaminazione culturale perché i persiani di questo film non vogliono contaminare ma conquistare e dominare e pertanto si rivelano la quinta essenza della malvagità secondo i classici canoni del film epico, in fondo è un dato storico che fossero un popolo invasore.

3)      Questo film potrebbe influenzare negativamente uno spettatore e spingerlo all’intolleranza verso la diversità ?

Si, il mondo è pieno di imbecilli, basta pensare che Manson uccideva perché convinto che fosse stata Biancaneve ad ordinarlo e che lo minacciasse con i terribili 7 nani. Il film che ispirò di più uno dei più efferati serial killer della storia era il classico di Walt Disney. Il film “300”non istiga all’intolleranza, basta essere sani di testa, purtroppo chi vive certe intolleranze non lo è.

4)      Molti difetti riscontrabili in “300” possono essere evidenziati anche nei film di Gibson “la passione di Cristo” e “Apocalypto”, perché sei più tollerante con questo film rispetto a Gibson ?

Come avrete notato mi sono fatto una domanda personale, e mi do anche la risposta. Mel Gibson inventa le sue storie di san pianta e fa finta di avere la proprietà culturale per sapere che cosa sta facendo, inoltre per dare una parvenza di credibilità alle sue basse produzioni usa lingue originali desuete (l’aramaico per “la passione di Cristo” ed un supposto dialetto maya per “Apocalypto”) a questo punto anche Snyder avrebbe potuto girare il film in un inutile greco antico ma non lo ha fatto perché rispetto a Gibson non ha bisogno di vendersi per quello che non è, inoltre il suo film è tratto da uno splendido fumetto con basi culturali ed artistiche molto più solide delle storie di Gibson.

Questo è quanto , posso solo dire a chi ama i fumetti e soprattutto quelli di Frank Miller che non deve perdersi questo film tributo.

" RanXerox ? " di Chris Cunningham

THE CHRIS CUNNINGHAM DOSSIER – LRS 2

– LAYER 1.1 : Gossip

" RanXerox ? " di Chris Cunningham

Articolo di Daniele Clementi

RanXerox è una serie a fumetti tutta italiana creata da Stefano Tamburini con la collaborazione dello storico Andrea Pazienza e Tanino Liberatore. Questa serie raggiunge il successo sulle pagine di "Frigidaire". La prima apparizione di questa creatura avviene nel 1978 sulla rivista "Cannibale". RanXerox è una sorta di Frankenstein robotico costruito con i pezzi di una fotocopiatrice (da cui trae il suo nome). Una volta il personaggio si chiamava Rank Xerox, nel 1980 gli avvocati della Xerox corporation, diffidarono gli autori della serie a fumetti e pretesero il cambiamento del nome.

Voci costanti su internet ipotizzano che questo fumetto possa diventare il primo lungometraggio di Chris Cunningham. Nonostante il polverone telematico però non vi sono attaulmente notizie sicure sulla veridicità di questo progetto … sarebbe molto interssante però.

Il sito di Tanino Liberatore : www.taninoliberatore.com

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" Nemico pubblico n.2 " di Aaron McGruder

THE BOONDOCKS DOSSIER

Recensione di Daniele Clementi

" Nemico pubblico n.2 " di Aaron McGruder

Collana "controculture" Arcana Libri – Fazi Editore

Aaron McGruder raggiunge ,con questa nuova raccolta di strisce satiriche, il "privilegio" di essere considerato un pericoloso sovversivo da alcuni conservatori americani, si becca qualche denuncia per aver definito Condoleeza Rice "criminale di guerra" e viene invitato a cena ad Havana da Fidel Castro… insomma MGruder diventa famoso !

La sua nuova raccolta si concentra sulla guerra in Iraq, le menzogne del governo americano e le ultime elezioni presidenziali.

Tra le battute memorabili vi segnalo questo splendido slogan pubblicitario sul presidente Bush coniato per una vignetta deliziosa che venne proibita su alcuni giornali americani all’epoca della sua pubblicazione:

"Oh, certo … John Kerry promette un sacco di cose … Ma il Presidente Bush queste cose le fa … quasi"

"Ha quasi sgominato i criminali delle multinazionali. Ha quasi creato un sacco di nuovi posti di lavoro. E si è quasi occupato dell’istruzione"

"Se guardate i risultati accontentatevi del quasi ! Votate per il Presidente Bush."

Con questa breve battuta McGruder riesce a sintetizzare i motivi non esplicitati da tanti telegiornali e programmi di informazione sulle vere possibili cause della seconda vittoria di Bush, il tutto in una striscia da tre vignette.

Gli ultimi intensi temi presenti su questo libro si riferiscono al disastroso uragano Kathrina ed alla ancora più disastrosa politica di intervento del governo americano.

Poco dopo, McGruder avrebbe ricevuto una proposta di lavoro dalla Sony per realizzare una serie animata basata sulle strisce dei Boondocks. In Italia va in onda tutti i lunedì alle 23.00 su MTV, ma ve ne parlerò prossimamente.

"Il diritto di essere contro" di Aaron McGrueder

THE BOONDOCKS DOSSIER

Recensione di Daniele Clementi

"Il diritto di essere contro" di Aaron McGrueder

Libro a fumetti – Collana "controculture" Arcana libri – Fazio Editori

"Ogni volta che leggo le strisce dei Boondocks rido e mi chiedo per quanto ancora McGrueder riuscirà a farsi pubblicare. Per quanto tempo i Boondocks riusciranno a farla franca con le cose che dicono ? La rivoluzione non è iniziata in tv, ma sulle pagine dei fumetti."  Michael Moore

Boondocks è una parola importata dalle forze americane dei Marines di stanza nelle Filippine, nel dialetto tagalog filippino "boondock" significa "montagna". Lo slang americano ha tramutato questo termine in un sinonimo breve di "posto sperduto", "regione isolata" oppure "provincia profonda".

Infatti è proprio nella provincia profonda che si svolgono le storie di Huey P. Freeman, un bambino di colore sveglio ed intelligente che non crede alle menzogne del governo, si costruisce una cultura tutta sua fatta di grandi pensatori afroamericani degli anni 70′ ed è determinato a contestare il pensiero bianco dominante che non vuole vedere o sapere la verità sull’America di oggi. Huey si è trasferito da Chicago, contro la sua volontà, con il nonno ed il fratello minore Riley. Il nonno li ha portati lontano dalla città, dalla criminalità e dai rischi che la vita urbana rappresenta, ma non ha fatto i conti con il carattere esplosivo dei suoi due ragazzi che non intendono adattarsi alla nuova realtà, bensì adattare la realtà che li circonda alla loro natura provocatoria.

Riley, il più piccolo, è cresciuto alimentato dalla tv satellitare americana "BET", una sorta di MTV per gente di colore che vive nell’idea di fare soldi facilmente, di avere armi potenti in casa ed una ragazza "gnocca".

Riley crede nella disobbedienza finalizzata all’ottenimento dei suoi meri interessi e sembra destinato alla galera, mentre Huey (chiamato così in onore del leader del Black Panther Party) sembra avere una carriera promettente nel campo della contestazione politica.

Le loro avventure si sviluppano con la complicità di alcuni personaggi molto ben caratterizzati; Jazmine, una bambina frutto del matrimonio tra una donna bianca ed un avvocato di colore, che ha perso il contatto con le sue origini e desidera solo godersi la sua infanzia si pone in contrapposizione con Huey, invece troppo consapevole e impegnato per capire il valore dell’infanzia. Nonostante la forte conflittualità del loro rapporto sono una "coppia" perfetta perchè Jazmine vuole rieducare al piacere di essere bambini Huey, che dal canto suo vorrebbe convincere Jazmine ad abbracciare la causa della lotta razziale del popolo afroamericano. Nel gioco entra anche Cindy, una bambina bianca vanitosa, ignorante, superficiale ed anche inconsapevolmente razzista, la vittima perfetta delle lotte politiche di Huey e dei piccoli furti e crimini di Riley.L’ultimo personaggio chiave è Michael Cesar (originario di Brooklin) l’unico altro bambino di colore di tutta la città, il migliore amico di Huey nonchè unico sostenitore delle sue battaglie politiche.

I Boondocks hanno esordito in America nell’aprile del 1999 sulle pagine del Los Angeles Times con alcune storie deliziose sulle sfumature politche conservatrici presenti nel film "LA MINACCIA FANTASMA" di George Lucas, ma sono esplosi veramente solo dopo i fatti del World Trade Center; più l’America viveva il terrore della diversità, più i Boondocks diventavano forti e trasgressivi, sino a provocare l’ira di Dick Cheney e George Bush (che come certi italiani potenti non amano la satira, ma in compenso la tollerano di più) … ma in fondo come dice Michael Moore parlando proprio di loro "Ehi, è solo un fumetto".

" The Boondocks " di Aaron McGruder

" The Boondocks " di Aaron McGruder

IL SACROSANTO DIRITTO DI ESSERE CONTRO

Recensione di Daniele Clementi

Cinque anni fa l’occidente è cambiato, non so quanto sia stato un cambiamento consapevole e quanto sia stato indotto ma in questo caso poco importa. Cinque anni fa siamo stati sconvolti dai fatti delle Twin Towers. Il mondo mediatico è mutato, i giornalisti indipendenti sono diminuiti, la satira è diventata un nemico pubblico al servizio del male.

Proprio cinque anni fa nasceva in America il fenomeno dei " Boondocks ", la striscia satirica di Aaron McGrueder che ha fatto sperare che non tutto fosse del tutto perduto.

Le strisce di McGrueder raccontano le avventure di due ragazzi di colore in un quartiere di bianchi, soli con il loro nonno e l’indifferenza dell’ America che non vuole vedere.

I " Boondocks " si possono leggere in Italia su Linus o in libreria si possono trovare i primi due libri della serie pubblicati nella collana "controculture" di Arcana, da questa notte inoltre si posssono anche vedere in tv; tutti i lunedì alle 23.00 su MTV.

Anche se non sono cinema queste creature dell’immaginario hanno una forza molto cinematografica e proprio mentre si sta ultimando il "Chris Cunningham Dossier" vi annuncio l’inizio del "Boondocks Dossier" per capire e conoscere "il diritto di essere contro". Passate di qui … sarà interessante.

" Madonna – Frozen " di Chris Cunningham

THE CHRIS CUNNINGHAM DOSSIER

– LAYER 04 : Movimento invertito

" Madonna – Frozen " di Chris Cunningham

Recensione di Daniele Clementi

Strega nel deserto – donna dagli usi e costumi diversi dalla convenzione – donna dalle mani dipinte – donna sospesa sopra la terra arida – donna in nero fatta di corvi – donna ricoperta dal manto di un cane – donna che aspetta congelata nel movimento atrofizzato di un pensiero –

La popolarità di Madonna aiuta Cunnigham a raggiungere la notorietà pubblica, o almeno quella dei patiti di MTV, cominciano i rapporti di "buon vicinato" con Spike Jonze ( " Essere John Malkovich ", " Il ladro di orchidee " ) e con Michel Gondry ( " Se mi lasci ti cancello " ) grazie ai quali inizierà una politica di scambio di progetti e clienti che consentirà al giovane Cunningham di entrare definitivamente nel ghota dei videoclip. L’inversione del movimento e la sospensione dell’azione sono i punti chiave del montaggio di questo video.

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Adrian Tranquilli : Don't forget the icons !

Ecco il piccolo speciale promesso su Adrian Tranquilli, in futuro approfondiremo

Adrian Tranquilli : Don’t forget the icons !

Articolo di Daniele Clementi

Adrian Tranquilli è l’artista che ha scatenato la piccola polemica beneventina del Batman sulla torre civica del Palazzo del Governo.

In realtà questo artista di origini canadesi ma romano di adozione è molto famoso per l’intelligente commistione delle sue opere con il mondo delle icone popolari della società di massa. Tranquilli manipola le figure dei fumetti, del cinema e del videogame, nonchè le opere d’arte tradizionali con l’intenzione di scatenare nel visitatore delle sue mostre l’input per una lettura più trasgressiva e spregiudicata della società in cui vive o quanto meno, visto l’uso di icone pop, della società in cui sogna di vivere.

I modelli di Tranquilli sono figure della mitologia consumista moderna applicate a pose, iconografie ed evocazioni assolutamente classiche e spesso dalla natura spiccatamente religiosa.

Riflessioni libere sulle opere

Tranquilli ha realizzato recentemente una scultura di Yoda, maestro jedi della saga di " Guerre Stellari " concepita da George Lucas, con abiti papali. L’opera può essere interpretata in diversi modi. Poichè Yoda rappresenta la saggezza in un mondo sul baratro della rovina, si può riconoscere nell’opera di Tranquilli una sorte di "mitizzazione pop" del ruolo del pontefice nella società moderna. Non dimentichiamo però che Yoda è anche una creatura dell’immaginario, quindi un feticcio simbolico e privo di "sacralità", dunque nel porre gli abiti sacri del pontefice sul corpo di un "giocattolo iconografico" potremmo leggere una critica satirica e tagliente agli usi e costumi , ormai meramente simbolici, della cultura cristiana. Insomma, le opere di Tranquilli sono sempre soggette a molteplici interpretazioni, citando Eco, apocalittiche o integrate.

(c) Adrian Tranquilli

Citando esplicitamente il personaggio di Lara Croft dal videogioco Tomb Raider, Tranquilli realizza un opera molto coraggiosa in cui una figura dell’immaginario di videogame violenti si ritrova , armata fino ai denti , al cospetto di un crocifisso. Il sacro ed il pop si scontrano di nuovo in una istallazione molto provocatoria.

(c) Adrian Tranquilli

Infine … il fumetto ! Nell’ordine : due crocifissi della serie " this is not a love song " raffiguranti Batman e Superman (il primo è quello di Benevento) e uno splendido Wolverine che cita con ironia ed intelligenza i "tagli" di Fontana.

(c) Adrian Tranquilli

 (c) Adrian Tranquilli

(c) Adrian Tranquilli

Da domani riparte il Chris Cunningham Dossier ! Vi aspetto !

BATMAN A BENEVENTO ? oppure … IL DEMONIO DELLA GIUSTIZIA

BATMAN A BENEVENTO ? oppure … IL DEMONIO DELLA GIUSTIZIA

Articolo di Daniele Clementi

Interrompo il Chris Cunningham Dossier per commentare una notizia di oggi, la fonte è l’articolo di Antonello Caporale per la rubrica "Piccola Italia" del quotidiano nazionale La Repubblica.

Monsignor Pasquale Maria Mainolfi durante la sua omelia presso la chiesa di Santa Sofia a Benevento si è pubblicamente rivolto al Ministro di Grazie Giustizia Clemente Mastella perchè intercedesse per conto della chiesa presso il Sindaco e facesse togliere dalle mura del Palazzo del Governo … il giustiziere mascherato Batman !

Detto così può sembrare un pochino assurdo, quindi spiego l’antefatto. Clemente Mastella non è solo Ministro di Grazia e Giustizia ma anche Sindaco di San Giovanni di Ceppaloni, un piccolo centro del Beneventano in cui è nato, durante le vacanze di natale Mastella ha partecipato alla messa di monsignor Mainolfi che, viste le buone relazioni del Ministro con l’amministrazione comunale di Benevento (centro sinistra), ha pensato bene di rendere pubbliche le sue istanze durante la messa e di fronte al leader dell’UDEUR.

Si, ma cosa ci fà Batman sulle mura del Palazzo del Governo di Benevento ? E perchè il monsignor Mainolfi si sente così turbato da lui da fare un pubblico appello durante la sua omelia di fronte al Ministro Mastella ?

Il "Batman" inquisito è un’opera dell’artista Adrian Tranquilli (di cui parleremo domani) intitolata " this is not a love song 4 " ed è una scultura presentata al Palazzo del Governo in occasione della mostra " C’era una volta un Re " organizzata da ARCOS ( museo di arte contemporanea sotto la direzione di Danilo Eccher ).

La mostra esplora il tema della fiaba moderna attraverso una selezione di artisti emergenti molto interessanti e stimati a livello nazionale, dunque non si tratta di un giocattolo ma di una originale scultura moderna. Il turbamento del monsignor Mainolfi si è generato perchè l’opera è stata esposta sulla torre civica a dirimpetto perfetto dello storico campanile della chiesa di Santa Sofia.

Naturalmente tutto ciò ha scatenato una rottura nel centro sinistra Beneventano … come vuole la tradizione delle attuali coalizioni di sinistra italiane !

L’ Amministratore provinciale Carmine Nardone (DS) che ha voluto l’opera esposta in questa maniera, di fronte alle polemiche si è così espresso : " Batman è indiscutibilimente un eroe positivo. E la sua figura non indugia neanche per un momento alla rappresentazione di uno spirito demoniaco. Non mi pare. Batman è culla dei sogni di ogni ragazzo, e io mi batto per difendere la libertà di espressione di ogni artista. Sta lì, sulla torre civica : fa sognare. "

Il Sindaco di Benevento (UDEUR) ha invece chiesto al Presidente Nardone " di rimuovere il manufatto artistico in considerazione dell’insuccesso suscitato nell’opinione pubblica cittadina ", ma quest’ultimo ha garantito ai giornali che Batman resterà lì, come previsto, fino al 27 gennaio.

Le accuse più forti e clamorose arrivano però dai consiglieri comunali dell’opposizione iscritti all’ UDC : " La nostra storia, la nostra fede, la nostra cultura vanno difese, ricordando a tutti la Benevento pontificia. Quello è un mostro, una figura demoniaca che disorienta e offusca la coscienza fino a porsi come negazione dei valori etici ".

Quindi Batman ha incasinato Benevento soltanto svolazzando vicino a Santa Sofia ?

No, perchè i giornali non riportano infatti alcuni dettagli molto importanti.

L’ opera di Adrian Tranquilli infatti non rappresentra un banale Batman in posa plastica, in realtà l’opera è concepita per evocare un crocifisso.

Il "Batman" di Tranquilli affiora da una lastra nera con le braccia distese come il Cristo ed una ferita sanguinante di colore bianco sul costato, l’opera esibita è in realtà la crocifissione del paladino della giustizia di Ghotam City.

Personalmente trovo geniale questa trovata ma posso capire che un monsignore venga turbato e offeso da questa evocazione laica di fronte ad un luogo di culto, la provocazione sembra evidente ed è curioso che i giornali, il Presidente della provincia ed il Sindaco non se ne siano accorti. La vera notizia sembra essere finita nascosta dietro ad una notizia "edulcorata". Inoltre la figura di Batman rappresenta nel fumetto concepito da Bob Kane la giustizia assoluta, l’idea di rappresentare tale giustizia crocifissa di fronte ad una chiesa del Beneventano (territorio politico dell’attuale Ministro di Grazia e Giustizia) potrebbe essere soggetta ad interpretazioni trasgressive ed un pò spregiudicate che lascio alla vostra fantasia … ma non sarà che Adrian Tranquilli si sta facendo qualche ghignata in segreto ? Magari ispirandosi allo humor di Andy Wharol che questi "giochini" li amava molto ?

… pensiamoci su …

Si ringrazia P.P.J.Hoover per la segnalazione.

Domani pubblicheremo uno speciale sull’artista Adrian Tranquilli, veniteci a trovare !

Links utili per saperne di più:

Articolo di Antonello Caporale per La Repubblica

Articolo di Giovanna Procaccini per Exibart

" Portishead – Only You " di Chris Cunningham

THE CHRIS CUNNINGHAM DOSSIER

– LAYER 03 : Amniopoesia

" Portishead – Only You " di Chris Cunningham

Recensione di Daniele Clementi

Amnio – un ragazzo galleggia dentro un liquido inesistente, come se la terra rallentasse, la gravità fosse interrotta, l’aria fosse acqua – Amnio – uomini guardano da grandi finestre, uno di loro è senza bocca – Amnio – una donna canta mentre il liquido immaginato le muove i capelli – Quanto è grande l’Amnio invisibile che circonda la nostra percezione delle cose ?

Il video per i Portishead è un prodotto perfetto del Cunnigham-style. Si tratta di un video basato più su una semplice intuizione che su una sviluppata idea (contrariando i puristi concettuali del videoclip). La semplicità della confezione conferma però il talento dell’autore, ormai sembra chiaro che la componente base delle opere di Cunnningham sia l’alterazione parziale e sostanzialmente "semplice" della realtà, minimalista nella resa ma impegnativa e sofisticata nel suo concepimento.

Il video però viene diffuso poco sui canali tematici europei ed americani , forse per paura di altre polemiche dopo la messa in onda di " Aphex Twin – Come To Daddy ", la reputazione lusinghiera di Cunnningham però è già ampliamente diffusa e sarà la pop star Madonna a rimettere Cunningham in prima linea sulle televisioni tematiche con il progetto "frozen".

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