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“Djinn” di Tobe Hooper (Emirati Arabi Uniti 2013)

Il grande maestro del cinema horror americano Tobe Hooper (“Non aprite quella porta”) trasferisce il suo talento negli Emirati Arabi Uniti per il il primo horror ad alto budget della storia araba. Uno spirito di male puro che ruba i bambini e li sostituisce con i suoi prende possesso di un’antico villaggio e quando in era moderna verrà costruito un’immenso grattacielo poco fuori Dubai farà di quel moderno palazzo un’inferno antico ed ancestrale da cui i visitatori non potranno più uscire. Il film è ben congegnato e gli effetti speciali sono di ottima fattura, ci si spaventa spesso e volentieri e le scene di alta tensione rendono bene. La famiglia vittima del demone è una coppia di arabi che hanno dimenticato le loro origini e parlano anche in privato in lingua inglese, la donna è naturalmente la vittima preferenziale ma anche lo spirito malefico è femmina e si manifesta con una sorta di burka fatto di ombra e fumo. Alla fine il film di Hooper è un’interessantissima esperienza visiva che invita lo spettatore a guardare la cultura araba dal punto di vista del cinema horror e regala momenti di un certo interesse sociologico.

Daniele Clementi