" The Kingdom – Riget " di Lars Von Trier e Morten Arnfred
Recensione di Marina Pianu
Seconda parte
senza scomodare il sogno di jung, la storia si presta ad una interpretazione psicologica, per cui gli archivi storici (la memoria dell’ospedale), molto piu’ accessibili di quanto non dovrebbe consentire il sofisticato sistema d’allarme, offrono poca resistenza a chi cerca cio’ che non dovrebbe trovare, mentre sembrerebbero ostacolare la ricerca di materiale utile al bene. il direttore generale, specie di "io" ospedaliero, fa fatica a tenere sotto controllo reparti e personale, che arrivano a volerlo eliminare per poter con piu’ agio proseguire le loro scorribande (contro il male, contro il bene). e che razza di super-io impertinente e arrogante e’ il dr. helmer, simpaticissimo nella sua totale antipatia, sempre piu’ preso nelle sue conversazioni con la tazza del cesso (ritorno allo stadio anale?) in un tentativo di arginare i crescenti assalti di un "id" dispettosetto (la verita’ sull’operazione a mona, la fidanzata appiccicosa, gli attentati alla sua volvo, l’ufficiale giudiziario, la moglie con i sette figli…).
nel contrasto tra bene e male i confini tra i due reami si confondono alternandosi i ruoli: cio’ che sembra male ("fratellino" durante la gravidanza) diventa bene (il "messia" che gli spiriti dell’ospedale attendevano), e il bene (il corpo medico) diventa male (camilla, mogge, lo stesso krogshøj diventato malefico zombie); chi mira a fare il bene (christian) finisce per fare il male (scontro finale con mogge e sanne), e la madre, per un bene piu’ grande, deve uccidere il figlio!
in questo giochino dove tutto e’ ammissibile e nulla e’ scontato, molti sono gli interrogativi che restano sospesi (e che forse, neppure se von trier avesse potuto terminare il progetto, avrebbero trovato spiegazione), come l’insinuante dubbio se l’ambulanza fantasma della prima serie non sia una ricorrenza dell’ambulanza, pure dotata di vetri imbiancati, guidata da christian nel gran finale.
insomma, lars von trier, il suo socio di sceneggiatura, niels vørsel, e co-regista, morten arnfred, tra le tante cose con cui ci hanno voluto intrattenere, hanno anche voluto ricordarci che non dobbiamo fidarci delle apparenze… e che, in un certo senso, il macrocosmo in cui viviamo rispecchia il microcosmo della nostra complessa e buffissima anima.
nota (s)conclusiva: date un’occhiata al "voto di castita’" del gruppo cinematico di lars e soci (dobme95): http://www.dogme95.dk/the_vow/vow.html
buone prossime visioni… nel bene (crocetta) e nel male (corna)! :))
il nuovo ballo per l’estate per far bella figura nelle discoteche (in ogni caso un’ottima occasione per risentire l’irresistibile sigla iniziale):
http://www.youtube.com/watch?v=NicbWIOcK9c