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“Grisgris” di Mahamat-Saleth Haroun (Cannes 2013)

Un gris-gris è un amuleto religioso vudù che protegge e porta fortuna a chi viene regalato o comprato. Il protagonista del nuovo film di Mahamat-Saleth Haroun di fortuna sembra averne molto bisogno fin dalla prima scena. Un giovane di 25 anni del Ciad nonostante una gamba spezzata, non ha mai smesso di sognare di diventare un danzatore. Deve rinunciare anche a questo sogno remoto quando suo zio si ammala e la famiglia non ha i mezzi per curarlo. Il ragazzo decide così di lavorare per dei trafficanti di petrolio nel tentativo di raccogliere i soldi per curare il parente. Grisgris dovrà fare i conti con la polizia, il crimine organizzato, la prostituzione della ragazza che ama e l’estrema povertà in cui vive prima di decidere di essere padrone della sua vita e del suo destino a prescindere dalla violenza e la repressione a cui la povertà lo costringe. Fra le scene memorabili si ricordano quelle di danza del protagonista (bravissimo nonostante la sua disabilità,) e la scena del saluto alla madre in cui Grisgris getta dei fiori dal ponte sotto il quale ogni giorno la madre fa la lavandaia, un saluto silenzioso e di meraviglioso amore. Uno dei film più belli del Festival di Cannes 2013 che insegna a chi ancora non lo sapesse che l’Africa danza in questo mondo più e meglio di chi la sfrutta e la umilia ogni giorno.

Daniele Clementi

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