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“Il sospetto – The hunt” di Thomas Vinterberg (2012)

Thomas Vinterberg torna a Cannes 14 anni dopo il memorabile risultato di “Festen” e come per il suo primo grande successo il bravo regista danese torna al tema della pedofilia e ritrova il suo amico Lars Von Trier nel ruolo di produttore. La storia però prende questa volta il senso contrario ed è una falsa accusa di pedofilia a trascinare il protagonista in un vero inferno di sospetti e tormenti. La caccia a cui fa riferimento il titolo è quella tradizionale al cervo che unisce un gruppo di amici, quasi fratelli, che condividono passioni e festività e che distano pochi metri fra loro in un solo quartiere.
Lucas è l’unico maestro maschio di una scuola materna dove vanno tutti i figli dei suoi migliori amici e compagni di caccia, quando la piccola Klara, figlia del suo migliore amico Thomas, si innamora di lui (per quanto si possa innamorare un bimba) e lo esprime attraverso un cuore fatto di mattoncini ed un bacio in bocca dato a sorpresa, Lucas si impegna subito a chiarire le cose con la piccola ma la vergogna di avere espresso un sentimento così forte o di essere stata respinta spinge la bambina a parlare dell’esperienza alla direttrice della scuola invertendo i ruoli. La macchina della giustizia prende il suo avvio, prima con una inchiesta interna della scuola e poi con l’indagine formale, da un giorno all’altro Lucas si ritrova pubblicamente accusato di avere fatto cose orribili ad una bambina e ben presto per effetto di emulazione altri bambini inventano la stessa esperienza rendendo Lucas un mostro malgrado la sua innocenza. Il film di Vinterberg si interroga sui legami umani come amicizia e parentela, disturba lo spettatore con un tema difficile e molto inquietante senza risparmiare violenza, lotta, paura e dolore, alla fine solo i più profondi legami umani potranno sopravvivere. Una messa in scena drammatica meravigliosa ed una gara di recitazione avvincente e trascinante, forse uno dei film più belli di Cannes 2012.

Daniele Clementi

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" Festen – Dogma # 1 " di Thomas Vinterberg (1998)

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 ” Festen – Dogma # 1 ” di Thomas Vinterberg (1998)

Recensione di Marina Pianu

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siete trentenni sani e belli, avete un’attivita’ che vi soddisfa e la vita vi
sorride. vostro padre compie 60 anni e per l’occasione tutta la famiglia
verra’ riunita in una grandiosa celebrazione nei locali della magione /
albergo di famiglia. insieme agli anni del patriarca, si celebra anche il
successo della famiglia e la gloria del nome. cosi’ e’ se vi pare.

va bene, vi e’ appena morta la sorella gemella e non siete molto in vena di
far baldoria. va bene, il vostro fratellino e’ un’emerita testina di minchia
che sa solo bere, far casino e menar le mani. va bene, la sorellina e’ morta
suicida e non e’ una bella sensazione. va bene, la festa ha un protocollo
rigido che non consente svarioni o sbrachi e vostro padre sogna soltanto di
mettere la vostra liberta’ dietro le sbarre strappandovi alla vostra
attivita’ per mettervi a capo del suo business (nel prossimo film
“l’eredita’” il piano riesce). va bene, ogni diversita’ e personalita’
dev’essere sacrificata nel nome della rispettabilita’ e dell’immagine e della
tradizione. va bene, odiate le viscere di vostro padre e non nutrite grande
simpatia per vostra madre. ma va tutto molto bene.

ho dimenticato di dire che siete un bel ragazzo, e i soldi non vi mancano, e
se avete tutte le cosine al posto giusto, come mai non avete una ragazza? eh?
va bene, vostro padre e il vostro “caro” fratellino non si esimono
dall’insinuare grossolani commenti. va bene, lo sapete come sono fatti, e
quando la graziosa amica si autoinvita nella vostra camera e si fa una
doccia, voi vi addormentate beatamente in poltrona. va bene, un altro al
posto vostro si sarebbe “dato da fare”, ma voi non siete un altro, siete voi
e siete stanco, molto stanco. e va bene, vi hanno incastrato a fare un
discorsino per festeggiare il babbino tanto stronzino. va bene, non vi
dispiace poi tanto, e allora perche’ alzate il gomito?

torniamo un attimo indietro. l’altra sorellina, che sembra tanto sguaiatina ma
che qualche po’ di sale in zucca ce l’ha, e non e’ neppure cosi’ inquadrata
come sembra (lo “straniero” non invitato nella festa e’, per comodita’ di
individuazione, di diverso colore… il che fa andare giu’ di testa il
fratellino matto). anche lei non ha preso bene il suicidio della sorella e
cerca con un gioco strano e cerca e trova… trova qualcosa che… ma
torniamo al banchetto. stavate per fare un discorsino tanto carino al babbino
un poco stronzino. ma va tutto bene, va molto bene, va stramaledettamente
bene in questa famiglia bene in questo angolo bene della danimarca bene.

fedele al 99% del “voto di castita’” del dogma95, il regista (che per pudore
qui restera’ anonimo) tallona ogni personaggio come fosse la sua scheggia
sulla spalla (risentimento, colpa, dolo), amplificando o dettagliando la
visione privilegiata di christian. e’ un viaggio microscopico in cerca del
marcio che vive in danimarca, il turpe segreto che man mano fara’ giustizia
di colpe passate, facendo vivere catarticamente la liberazione del
protagonista e punendo il reo (infine confesso) esiliato. il perbenismo
autoconfidente si sgretola malvolentieri in una tragica presa di coscienza
che consentira’ alle forze creatrici di scrollarsi di dosso il peso del
“tutto va bene”. una tragedia senza morti sul palcoscenico, senza sangue, ma
con tutte le sue dinamiche viziose in atto ed esplose. no, non va niente
bene, e occorre dirlo, ripeterlo, urlarlo per poter arrivare davvero al
“tutto va bene” sincero e sano.

“Un brindisi a mio padre; stupratore e assassino.”

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CREDITI

 
Regia: Thomas Vinterberg.
Sceneggiatura: Thomas Vinterberg e Mogens Rukov.
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 19 giugno 1998 (DANIMARCA)
-Interpreti principali –
Ulrich Thomsen : Christian Klingenfeldt
Henning Moritzen : Helge Klingenfeldt-Hansen
Thomas Bo Larsen : Michael
Paprika Steen : Helene
Birthe Neumann : Signora Klingenfeldt-Hansen
Produttore: Birgitte Hald e Morten Kaufmann.
Colonna sonora originale: Lars Bo Jensen.
Direttore della fotografia: Anthony Dod Mantle.
Montaggio: Valdís Óskarsdóttir.
Durata: 105 minuti.

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Cineforum: FESTEN – DOGMA 01 (Martedì 3 luglio)

Martedì 3 luglio
21.30 Teatro Charitas di Chiavari, via Marana 8
SPERIM3NTA : Rassegna di arte visiva in movimento – terza edizione –

 

DOGMA 95 # 1: FESTEN – Festa in famiglia
Diretto da Thomas Vinterberg
Danimarca 1998, 106 minuti

Cannes 1998: Gran Premio della Giuria

Una ricca famiglia danese festeggia il sessantesimo compleanno del patriarca. Ogni cosa è
perfetta, ma durante il brindisi tutto va a rotoli. Il primogenito parla per la prima volta di sua sorella morta
suicida un anno prima e accusa il padre di averla molestata e quindi spinta al terribile gesto.
È l’inizio della fine.

Thomas Vinterberg, seguace del “Dogma ’95”, in questo film usa alla perfezione le indicazioni
del manifesto sottoscritto insieme a Lars Von Trier, rappresentando la storia attraverso immagini che
sembrano tratte da inquietanti filmini di famiglia.
La vicenda si scioglie come in uno psicodramma, i protagonisti rivivono i loro peggiori incubi, accresciuti da anni di ipocrisie e menzogne. La macchina a mano si insinua come un coltello tra i reconditi segreti di
famiglia e ci conduce al centro della scena. Allo stesso tempo, però, l’uso di inquadrature sghembe o fuori fuoco danno una sensazione straniante, di distacco degna del teatro di Brecht.
Gran Premio della Giuria a Cannes nel 1998, Festen è un film sul dolore e sui traumi che la memoria
custodisce e che, tuttavia, non cancella, solcando in maniera indelebile l’identità di ognuno di noi. La festa in famiglia come metafora della catarsi, come luogo non-luogo in cui tutto accade e tutto ritorna.