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Highlander Dossier (4) I CARTONI ANIMATI

Highlander Dossier

A cura di Daniele Clementi 

PARTE 4 : I CARTONI ANIMATI

"Highlander – The animated series"  (1994)

 

Peter S. Davis nel 1994 , due anni dopo l’inizio della serie tv decide di realizzare un cartone animato basato sulla saga di Highlander, al suo fianco nel progetto ritroviamo l’immancabile William N. Panzer. Serge Rosenzweig si occupa di sviluppare sia i personaggi che la struttura narrativa e ci ritroviamo di fronte ad una sorta di versione futuristica del primo film dove il protagonista si chiama Quentin MacLeod ed appartiene al solito clan degli Highlander, il suo maestro si chiama Ramirez come il personaggio interpretato da Sean Connery, ed il suo rivale si chiama Kortan e somiglia molto al cattivo del primo film della serie. In sostanza l’immortale è una sorta di Robin hood che deve liberare il regno da un futuristico sceriffo di Nottingham. La serie animata fallisce dopo solo un anno di programmazione e i produttori ne ricavano anche un film video intitolato " Highlander – the adventure begins ". La regia delle puntate TV è di Frederic Dybowski.

 

" Highlander – The search for vengenace " (2007)

Quindici anni dopo il fallimento della prima serie di animazione Davis e Panzer ci riprovano assegnado il progetto ad uno studio grafico giapponese. La sceneggiatura è scritta da David Abramowitz, che aveva già collaboarto alla serie tv e che scriverà la sceneggiatura del film " Highlander – The source ". Il protagonista questa volta si chiama Colin McCloud ed è , nell’ordine, il quinto immortale protagonista di una serie targata " Highlander ". la regia del progetto spetta ad un grande dell’animazione giapponese: Yoshiaki Kawajiri, coautore del film "Manie – Manie" e regista delle serie "Vampire Hunte -D", "Ninja scroll" (di cui un giorno dobbiamo proprio parlare), e regista di alcuni segmenti del famoso DVD animato di Matrix intitolato " AniMatrix ".

Per Highlander è proprio tutto, vi ringrazio per la pazienza di avere seguito il Dossier e spero che non mi obblighino ad aggiornarlo con qualche altra boiata.

Alla prossima e ricordate che "ne resta soltanto uno" di "Highlander" validi da vedere !

Highlander Dossier (3) LA SAGA ALTERNATIVA

 Highlander Dossier

A cura di Daniele Clementi

PARTE 3 : LA SAGA ALTERNATIVA

"Highlander – The series" (1992 – 1998)

Nel 1992 Ken Gord riceve dai produttori cinematografici Peter S. Davis ("Highlander", "Highlander 2"), Guy Collins ("Highlander 2") e William N. Panzer ("Highlander 2") l’incarico di svolgere il ruolo di produttore esecutivo di una serie televisiva ispirata alla saga cinematografica di Highlander. La produzioine della serie tv comincia pertanto un anno dopo l’uscita del secondo film e 2 anni prima del terzo. Il protagonista del telefilm è Duncan Macleod (Adrian Paul), compagno di clan di Connor MacLeod (Christopher Lambert) che comparirà solo nella puntata pilota. Il problema di questo telefilm è che lo spettatore conosce già la fine perchè sin dalla prima puntata tutti sanno che nel finale del primo film "ne resterà soltanto uono" e quel solo immortale sopravissuto non è certo il protagonista della serie tv. In realtà questa certezza verrà minata piano piano nel corso del telefilm sino a rivelare una conclusione completamente diversa dal film originale che ci spinge necessariamente a considerare questa serie tv, ed i due relatvi film che ne seguirono, non tanto uno "Spin-off" del film originale quanto una vera e propria saga altenativa. Come se in due mondi distanti la storia si fosse svolta in due maniere diverse. La serie televisiva si avvale di ben 37 sceneggiatori diversi tra cui Loraine Despres ("Dallas", Dynasty" e "CHiPs"), Robert McCullough ("Star Trek: the next generation", "Stargate SG1" e "La donna bionica"), Karen Harris ("L’incredibile Hulk"), Terry D. Nelson ("The A-Team"), Philip John Taylor ("Mork & Mindy") ed infine Brian Clemens che aveva già contribuito alla stesura del brutto script del secondo film. Le 119 puntate saranno invece curate da 23 diversi registi tra quali Duane Clark (futuro collaboratore della serie "CSI") e George Mendeluk (collaboratore fisso di "Miami Vice"). Naturalmente la serie inventa una miriade di personaggi nuovi e ,come ho già precisato, non collegabili con i 3 film originali. Fra i personaggi più incisivi ed i relativi interpreti va ricordata Elizabeth Gracen che interpreta l’amante immortale di Duncan e che diverrà a sua volta protagonista di una serie spin-off canadese le apparizioni di Marc Singer (il protagonista di "V-Visitors" e "Kaan, principe guerriero") e Jason Isaacs (Lucius Malfoy della saga di "Harry Potter"). La colonna sonora viene curata da Roger Bellon. Torna come amestro d’armi il grande Bob Andeson ("Barry Lyndon", "Guerre stellari" e la saga del "Signore degli anelli").

 

" Highlander – The raven " (1998 – 1999)

Nello stesso anno in cui si chiude la serie originale nasce questo spin-off basato sull’amante immortale di Duncan Macleod, la serie non raggiungerà mai un grande risultato e dopo solo un anno verrà soppressa dalla rete canadese produttrice. La serie si avvale di 3 registi e 6 sceneggiatori. la colonna sonora è curata dagli anonimi Axel Belohoubek e Simon Cloquet.

 

" Highlander Endgame " (2000)

di Douglas Aarniokoski

Peter S. Davis torna alla produzione della saga di Highlander ma considera conclusa l’esperienza della prima trilogia e pertanto non realizza un seguito della serie cinematografica bensì il primo capitolo di una serie di film destinati a proseguire le gesta di Duncan Macleod il protagonista della serie tv. Nel mondo di Duncan, Connor (Christopher Lambert) non è destinato ad essere l’ultimo immortale ed infatti lo perdiamo definitavamente nella prima parte del film. Il resto della storia è puramente concepito per ridisegnare il personaggio interpreato da Adrian Paul (Duncan) come il futuro protagonista della saga di Highlander. Unico nome confermato della precedente generazione di scrittori è quello di William N. Panzer che già aveva contribuito al secondo titolo della prima serie di film ed aveva lavorato attivamente sia alla serie tv che al suo spin off. Al fianco di Panzer entrano in gioco sullo script Gillian Horvath ("Quantum leap – In viaggio nel tempo", "Beverly Hills, 90210" e "Xena") ed Eric Bernt. La sceneggiatura finale viene invece assegnata allo scrittore di b-movie horror Joel Soisson, che risulta infatti spaesato di fronte ad una storia fantastica. Il cast tecnico infine è il meno preparato di tutta la serie e sono necessari ben sei montaggisti per mettere insieme una storia piena di buchi ed errori di continuità.

Voto finale : 4 (Un film da dimenticare)

La recensione che segue è la medesima realizzata per il Dossier sul Festival di Cannes 2007 e chiude questa terza parte di recensioni.

 

" Highlander – The source " (2007)

di Brett Leonard

Prima di tutto è doveroso precisare che questo film non è assolutamente collegato con la trilogia interpretata da Christopher Lambert, quindi nessuna relazione diretta con il film del 1986 ne tantomeno con il sequel " Higlander 2 " o con il prequel " Higlander 3 ". Il film infatti deriva direttamente dalla serie tv prodotta negli anni 90’ ed interpretata da Adrian Paul nella parte di Duncan Macloud, cugino del Connor protagonista dei film originali. Alcuni anni fa fu prodotto un film che collegava i due mondi ma non fu mai formalmente riconosciuto perché nel suo finale negava irreversibilmente il finale del capitolo originale del 1986 e rendeva la connessione tra i film impossibile, diciamo dunque che questo film si svolge in un mondo parallelo a quello narrato dalla serie originale, uno di quei pasticci che si fanno quando i soldi vengono prima dei contenuti. Brett Leonard si brucia la carriera con un film insipido e superficiale che sembra destinato al dvd più che al cinema vero e proprio. La storia si svolge in un futuro sconvolto dalla guerra e da una grande crisi economica mondiale, solo pochi immortali sono sopravissuti (quindi la storia non è collegabile con le altre dove era rimasto un solo immortale) ed attendono la venuta ancestrale di un grande evento stellare che loro chiamano "the source", la loro missione è giungere alla fonte di questo fenomeno ed affrontare un guardiano (simile ai mostri di " Silent hill " ma qualitativamente inferiore) alla fine naturalmente "ne resterà soltano uno" ma dato che ogni film nega il finale dell’altro non si capisce perché questa volta ce la dovremmo bere.

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Highlander Dossier (2) SEQUEL E PREQUEL

Highlander Dossier

A cura di Daniele Clementi

PARTE 2 : SEQUEL E PREQUEL

 

" Highlander II – Il ritorno "

(Highlander II: The Quickening – 1991)

di Russell Mulcahy

– SEQUEL – 

1 – La genesi del progetto

Cinque anni dopo il clamoroso successo del primo capitolo Peter Davis tenta di ripetere il risultato del 1986. La sua promettente carriera come produttore si è risolta malamente con una serie di fiaschi imbarazzanti e il seguito di " Highlander " rappresenta il suo tentativo di rinascita. Basandosi sui personaggi creati da Gregory Widen per il primo film, Davis assegna la stesura di un nuovo soggetto allo scrittore televisivo Brian Clemens con la collaborazione di William N. Panzer, che aveva già lavorato con Davis all’inizio della carriera e che svolgerà anche il ruolo di co-produttore del film. I nuovi sceneggiatori si allontanano mortalmente dalla storia originale e sviluppano una sorta di pasticcio visivo che mette insieme molti sottogeneri della fantascienza ma non rispetta quasi alcuna regola della sceneggiatura del primo film. Al cast della sceneggiatura si aggiunge infine lo "script supervisor" di " Old gringo " Jill Gurr che non aiuta la resa qualitativa del film. Il progetto parte già con una sceneggiatura inadeguata al primo capitolo e piena di buchi di continuità tra il primo ed il secondo film, per salvare la situazione Davis punta sul ritorno dello stesso regista ,Russell Mulcahy, che commette il grave errore di accettare la proposta ed il ritorno di Sean Connery e Christopher Lambert strapagati per poter tornare nei rispettivi ruoli. La fotografia del film viene assegnata questa volta al professionista australiano Phil Meheux che aveva già curato la fotografia del terzo capitolo della serie " Il presagio " intitolato " Conflitto finale ", " Il console onorario ", la serie tv "Max Headrom ", ed i film " Quarto protocollo " e " Legge criminale ". Il suo lavoro pur qualitativamente alto non ripeterà però la resa visiva del primo film distanziandosi violentemente dai temi originali e deludendo le aspettative del pubblico. Anche la colonna sonora perde il contributo originale di Kamen e le canzoni dei Queen per la firma di Stewart Copeland, membro del gruppo inglese " The Police ". ll maestro d’armi questa volta è Frank Orsatti, regista di alcune puntate della serie tv dell’incredibile Hulk e famoso stuntman di " Serpico ", "Il maratoneta "." Starsky and Hutch ", " Terminator " e qualche capitolo cinematografico di " Star Trek " ed " Arma letale ". Ma il disastro finale il film lo subisce in fase di montaggio, la produzione non riesce a decidersi sul formato definitivo dell’opera e si alternano al montaggio: Hubert C. de la Bouillerie, Anthony Redman e Charles Simmon … decisamente troppe teste per un solo film.

2 – Recensione in breve

Il primo film si era concluso senza concedere possibilità di seguito, il motto "Ne resterà soltanto uno" si era concretizzato ed il solo sopravissuto dell’epocale battaglia di immortali era stato Connor MacLeod (Christopher Lambert) a cui era stato dato il dono della mortalità ed alcuni poteri extrasensoriali che avrebbe utilizzato per influenzare positivamente i governanti della terra, la storia era compiuta. Il denaro però conta troppo spesso più dei contenuti ed ecco nascere un seguito improbabile di un film concluso ben 5 anni prima. Connor MacLeod è oramai un vecchio giudice in attesa di morire, ma il mondo è stretto nella morsa della povertà e pochi illuminati ne hanno il controllo. MacLeod riceve la visita del fantasma del suo vecchio mentore Juan Sánchez Villa-Lobos Ramírez (Sean Connery), morto e sepolto nel primo film che un pò come il fantasma di Amleto (citato più volte nel film) ed un pò come il fantasma di Obi Wa Kenobi della prima trilogia di " Guerre stellari " insegna a MacLeod come ridiventare immortale per proteggere la terra da una nuova grande minaccia. Scopriamo che l’immortalità e tutta la fiaba del primo film sono solo frutto della condanna di un tribunale alieno e che gli uomini immortali sono solo abitanti di un altro pianeta costretti sulla terra a questo strano tipo di carcere, il loro mondo è sconvolto dalla siccità e somiglia incredibilmente a quello della serie di " Mad Max " di George Miller. Alla fine il nostro eroe salverà la terra ma non prima di avere "sputtanato" tutta la magia ed il mistero del primo splendido capitolo. Un film da NON VEDERE per non perdere il piacere del primo film.

Voto finale : 4 (Imperdonabile)

 

" Highlander III "

(Highlander III: The Sorcerer – aka – The final dimension 1994)

di Andrew Morahan

– PREQUEL –

1 – La genesi del progetto

Guy Collins eredita da Peter Davis la produzione della saga di " Highlander ", avevano già lavorato insieme sul set di " The Osterman Weekend ". Collins era già impegnato dal 1992 nella produzione della serie tv di " Highlander " (di cui parlerò domani) e quindi aveva già un idea piuttosto chiara di come sviluppare MALE il progetto ! Per la regia viene scelto l’esperto di videoclip Andrew Morahan alla sua prima esperienza cinematografica. Il soggetto del film torna nelle mani di William N. Panzer che aveva già sviluppato il brutto capitolo 2 e che si avvale del contributo dello scrittore Brad Mirman che aveva già firmato l’orrendo " Body of evidence " per Madonna. Alla sceneggiatura si aggiungono poi Paul Ohl ed infine (non accreditato e chiamato per salvare uno script in crisi) il francese René Manzor. La fotografia del film spetta al promettente (lo era nel 1994) Steven Chivers che aveva firmato la bellissima fotografia dei due cult-movie cyberpunk di Richard Stanley " Hardware " e " Demoniaca – Red Dust ". Il montaggio spetta invece al professionista francese Yves Langlois con una lunga carriera tra la Francia ed il Quebec. La colonna sonora passa nella mani del tiepido professionista americano J. Peter Robinson. Viene confermato nel ruolo di Connor MacLeod Christopher Lambert e scompare il personaggio di Sean Connery. Il cattivo viene interpretato da Mario Van Peebles.

2 – Recensione in breve

In sostanza questo terzo capitolo e un sorta di prequel, collocato prima degli eventi del primo film con qualche riferimento alle scene raccontate in flashback nel primo e nel secondo film. Una storia che cerca disperatamente di ritrovare la magia del mistero degli immortali ormai cancellata dal secondo film. Naturalmente come film teme di deludere ancora il pubblico e cerca pertanto di saziare lo spettatore con sequenze da videoclip che citano lo stile innovativo del primo senza mai raggiungerlo, un terzo film inutile ma meno devastante del secondo perchè almeno rispettoso delle suggestioni del capitolo originale.

Voto finale : 5 (Perdibile)

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Highlander Dossier (1) IL FILM ORIGINALE

 

Highlander Dossier

A cura di Daniele Clementi

 

PARTE 1 : IL FILM ORIGINALE

Scrivo questo dossier con profondo dolore e colgo l’occasione di scriverlo solo perchè ho deciso di farmi così del male da avere visto al Market del Festival di Cannes il nuovo film della serie ” Highlander “. Premetto di essere un grande appassionato del primo splendido film di Russell Mulcahy e che ho sempre odiato lo stesso regista per il male che aveva fatto al suo film girandone il seguito. Quindi sappiate che ho scritto questo dossier ed ho visto le relative opere “sofferente” per i danni arrecati al primo e film e che pertanto mi sono occupato di recensire il resto in questo dossier per risparmiare agli altri il dolore di vedere i vari seguiti e realtive serie di telefilm e cartoni animati. Comunque confido di fare qualcosa di interessante per tutti gli appassionati di questa saga così duramente massacrata da produttori, registi e sceneggiatori. Buona lettura !

” Highlander – L’ultimo immortale “

(1986) di Russell Mulcahy

1 – La genesi del progetto

Tutto nasce dalla fantasia dello scrittore Gregory Widen, che nel 1986 completa la sua prima sceneggiatura e la propone con entusiasmo a diversi produttori cinematografici. In realtà quasi nessuno crede nella storia di Widen, troppo diversa dal prodotto medio dell’epoca. Solo l’illuminato produttore Peter S. Davis si disposto a scommettere su una storia così originale e ad investire sull’acquisto dello script originale. Davis aveva esordito come produttore nel 1976 con piccoli film americani indipendenti in cui aveva lavorato anche come sceneggiatore. Nel 1983 aveva avuto la sua grande occasione finanziando l’ultimo film della gloriosa carriera di Sam Peckinpah ” The Osterman Weekend ” ed era diventato uno dei produttori più interessanti del mercato americano. Il film scritto da Gregory Widen sembra a Davis assolutamente perfetto per il salto definitivo verso gli splendori di Hollywood. Widen viene affiancato da Davis ad altri due professionisti della scrittura cinematografica per la seconda stesura dello script. Il primo co-sceneggiatore è Peter Bellwood che aveva vinto un Emmy Award (il famoso oscar della tv americana) per la sua sceneggiatura d’esordio ” Annie, the Women in the Life of a Man ” e che aveva conosciuto il produttore Davis durante la pre-produzione del film ” Uragano di fuoco ” un film finanziato dallo stesso Davis. Il secondo co-sceneggiatore è Larry Ferguson che ha già lavorato con Davis e Widen proprio per lo script di ” Uragano di fuoco “. Quest’ultimo sarebbe poi diventato in seguito uno degli sceneggiatori americani più quotati degli anni 80′ e 90′ grazie alle sceneggiature di ” Caccia a Ottobre Rosso ” e ” Beverly Hills Cop 2 “. La supervisione dello script viene assegnata a Marilyn Clarke. Davis sceglie inoltre il regista del film : l’indipendente australiano Russell Mulcahy, molto attivo nel mondo del videoclip ed appena uscito dall’eccellente risultato del film horror ” Razorback – l’urlo del demonio ” (1984). Lo stile particolare di Mulcahy, che rivela un gusto fra lo “splatter” ed una sorta di “pre-steampunk” sembra molto originale ed abbastanza eccentrico per dare al film una natura estetica innovativa. Per la direzione della fotografia Davis prende un gigante come Gerry Fisher, che aveva esordito nel 1967 con il grande Joseph Losey sul set di ” Accident ” e con cui non aveva più smesso di lavorare. Nel corso del tempo Fisher aveva lavorato anche con altri grandi professionisti del cinema, nomi del calibro di Sidney Lumet, Harold Pinter, Billy Wilder e John Huston. La presenza di un direttore della fotografia di questo calibro serve a Davis per dare solide garanzie ai finanziatori del progetto. A fianco del giovane Mulcahy e del maturo Fisher viene chiamato come assistente alla regia Stephen Hopkins, che in seguito sarebbe diventato lui stesso regista (” Nightmare 5 “, ” Predator 2 “) nonchè noto produttore della serie tv ” 24 “. Il montaggio finale del film è invece curato dal bravo Peter Honess , all’epoca non molto famoso ma che proprio per merito del suo lavoro in questo film si aggiudicherà la giusta fama per poter lavorare a grandi progetti americani. Oggi Honess è uno dei montatori più richiesti di Hollywood e dopo il film ” Highlander ” ha firmato i montaggi di kolossal come ” L.A. Confidential ” ed ” Harry Potter e la camera dei segreti “. Per la colonna sonora del film si opta per un nome negli anni 80′ molto trasgressivo come quello di Michael Kamen, questo bravo compositore era famoso per le colonne sonore controcorrente dei film ” Polyester ” di Waters e ” Brazil ” di Gillyam, in seguito al successo di ” Highlander “, dovuto in parte alla collaborazione con i Queen, Kamen sarebbe diventato un vera macchina per colonne sonore commerciali di Hollywood lavorando per tutti i film della serie ” Arma Letale ” e ” Die Hard”. Bisogna però ricordare che parte del merito della colonna sonora del film spetta anche al supervisore Derek Power che riesce ad amalgamare molto bene le musiche di Kamen con le canzoni dei Queen. Le scene di battaglia sono invece coordinate da Bob Anderson che si era fatto le ossa con Stanley Kubrick sul set di ” Barry Lyndon ” e con George Lucas sul set di “Guerre stellari ” e che , per la cronaca, avrebbe in seguito lavorato con Peter Jackson sul set della saga del ” Signore degli anelli “. Infine si uniscono al cast Sean Connery che tre anni prima era stato costretto a vestire per la settima volta i panni di James Bond 007 nel film “Mai dire mai”, scelta che aveva fatto per poter avere i mezzi economici necessari per curarsi e che era scomparso dalla scena per ben 3 anni proprio a causa dei suoi problemi di salute. Connery arriva al set di ” Highlander ” grazie all’intervento di Marilyn Clarke che aveva lavorato con lui poco prima e che si preoccupa di consegnare personalmente lo script del film all’attore. Diversa è la scelta di Christopher Lambert voluto contro la volontà del produttore dal regista Mulcahy, rimasto impressionato dall’attore dopo averlo visto nel film ” Subway ” di Luc Besson.

2 – Recensione in breve

Il film è certamente uno dei progetti più originali della seconda metà degli anni 80′, la storia suggestiva e magica di un immortale che vaga per i secoli in cerca di immortali come lui con il solo scopo di sopprimerli, tagliando loro al testa e rubandone l’energia vitale. A lui è negata la possibilità di comprendere il perchè delle sue origini o quale sia il premio che riceverà in dono alla fine del suo lungo e doloroso viaggio, l’unica certezza che gli è concessa è la consapevolezza che solo uno di loro resterà alla fine di una sfida lunga quasi quanto l’eternità. Il senso di mistero che permea le avventure di Connor MacLeod detto “Highlander” , il cui soprannome deriva dalla sua terra di origine; le famose Highlands scozzesi,rivelano una saga poetica ed intrigante. In un epoca in cui le storie fantasy sembravano difficili da rendere, questo film fu sicuramente il compromesso perfeto fra chi sognava il “Signore degli anelli” e chi cercava alternative più profonde ed evocative alle cavalcanti e fracassone mode di Rambo e Terminator. Il film si snoda in un complesso teorema di flashback dove lo spettatore è obbligato a giocare con lo scardinamento del tempo e la deviazione narrativa che ne deriva, la linea narrativa della storia si sviluppa in più secoli ed un perfetto filo narrativo riesce a collegare tutte le sequenze , solo apparentemente discontinue, fino allo spettacolare duello finale di scherma che cita più volte sia i film di samurai di Kurosawa che i classici americani del cinema western. indimenticabile nella parte del mentore del protagonista il grande Sean Connery. Un film di genere che più volte ricalca la nobiltà del film d’autore.

Voto finale : 7 (Imperdibile)

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