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"Inception" di Christopher Nolan (2010)

non si vedeOrmai viviamo in una società soffocata dal terrore, indotto o maturato, della violazione della privacy, del furto dei più reconditi segreti della propria vita. Sebbene la gente svenda la sua privacy in giochini della rete come Facebook, tale terrore è presente nell'inconscio collettivo così come la paura dell'alieno invasore, metabolizzato in comunista sovietico, era presente nel pensiero di massa dell'immediato dopoguerra. Christopher Nolan, al passo con i tempi, confeziona un film in cui la privacy non è più violata da intercettazioni telefoniche, hacker o microfoni, ma penetra nell'inconscio della vittima per carpirne i più reconditi segreti nel momento in cui è più vulnerabile: direttamente dai suoi sogni. Una nuova generazione di agenti segreti che esplorano l'universo onirico ed i meandri dell'inconscio delle loro vittime per trovare formule segrete, codici cifrati per database segretissimi, cassaforti, testamenti e segreti militari o industriali. Ma per fare ciò non ci sono formule magiche ma logica matematica, scienza del futuro ed una buona propensione ad analizzare e comprendere la simbologia dell'inconscio che si esprime attraverso la metafora del sogno, il paziente o meglio la vittima viene indotta in uno stato narcotico e portata alla fase rem, si troverà nel sogno di un'altra persona, un "architetto" in grado costruire un labirinto inconscio da cui nessuno può fuggire, una volta prigioniero nella trappola, il soggetto verrà esplorato oniricamente da abili agenti del sogno. Il principale pericolo durante missioni oniriche consiste nelle ostilità rappresentate dalle proiezioni inconscie della vittima poichè la mente, esattamente come fa l'organismo in caso di presenza di un virus, attiva delle difese "oniriche" con lo scopo di espellere dal sogno le spie e liberare l'inconscio. Normalmente non si muore se attaccati in un sogno, anche se le difese dell'inconscio usano armi da fuoco, semplicemente ci risveglia, ma se il sonno è indotto da un farmaco molto potente in grado di riprodurre lo stato del coma si corre il rischio di restare prigionieri di un limbo per l'eternità. Inoltre il problema di ogni buon agente del sogno è che il proprio inconscio può fare capolino improvvisamente nel mezzo di una missione e compromettere tutto, proiezioni delle proprie paure o questioni non risolte della psiche possono improvvisamente irrompere nell'azione della missione onirica scatenando il caos. Nolan si era fatto conoscere con un film indipendente molto interessante intitolato Follow che segnò anche l'esordio di un giovane Christian Bale, futuro Batman proprio dei film di Nolan, poi con un lungometraggio che in un certo senso già univa temi polizieschi con la psicologia ed i labirinti della mente come Memento, dopo di che si era buttato nel commerciale con il remake discutibile di Insomnia, il mediocre Prestige ed i fortunati duecapitoli di Batman. Se il primo film basato sull'eroe dei fumetti della DC Comics, Batman begins, era ancora soggetto ad una stretta supervisione dei dirigenti della Warner Brothers, Nolan si era già guadagnato una buona dose di libertà con il secondo film, The dark Knight, che ha in effetti ridisegnato e reso più adulta la figura del cavaliere oscuro e della sua eterna nemesi Joker. Ora per la prima volta i dirgenti della Warner Brothers danno piena fiducia a Nolan, con vastità di mezzi scenici, effetti speciali di altissimo livello ed una storia originale ed accattivante. Alla fine degli anni '90 il film The Matrix era stato una chiave di volta del cinema di genere americano introducendo tecniche cinematografiche tipiche dell'estremo oriente e fondendole con l'uso di nuovi strumenti tecnologici. Il film dei fratelli Wachowsky prendeva spunto da molti classici del cinema a prescindere dal loro genere originale di appartenenza, il risultato fu senza dubbio una piccola evoluzione del cinema di genere occidentale, in un certo senso il nuovo film di Cristopher Nolan cerca di fare la stessa cosa. Nel 1999 il film dei fratelli Wachowsky si servì del lavoro del coreografo e regista di Hong Kong Yuen Wo Ping (Woo-ping Yuen) per le scene di duelli e sofisticati e fantasiosi salti e voli dei protagonisti, quella tecnica apparteneva alla scuola di Hong Kong fin dalla nascita della cinematografia e per la prima volta veniva applicata ad un film occidentale sdoganando in America ed Europa il genere cinese "wuxiapian" che aveva fatto di questa tecnica una vera e propria arte della danza della violenza. Ma se il cinema di Hong Kong usava questa tecnica in modo irreale e magico attribuendola a guerrieri erranti custo di di antiche e magiche discipline marziali, fatasmi, demoni e semidei, il film dei fratelli Wachowsky la applicava ad un contesto più realistico dandole un senso nuovo, per rendere plausibile l'implausibile veniva a soccorso la trama del film che ambientava la storia all'interno di una matrice informatica, un mondo virtuale all'interno del quale il genere umano era prigioniero. La collaborazione fra Yuen Wo Ping ed i fratelli Wachowsky avrebbe prodotto altri esperimenti a metà fra scene di lotta e danza nei due seguiti di Matrix che traevano spesso ispirazione dai film di cappa e spada di Douglas Fairbanks ed Erol Flynn. Anche nel caso di Inception Nolan sfrutta il mondo onirico per creare splendidi paradossi visivi che rimandando ai lavori di Piranesi ed in un certo senso agli studi di M.C. Escher, nome decisamente molto caro al nostro blog, producendo soluzioni innovative e spettacolari. Volendo tornare indietro nel tempo alla ricerca di precursori di danza della violenza in occidente, scene di chiara ispirazione furono quelle studiate da Sidney Pollack per il film I 3 giorni del condor o The yakuza, Nolan, basandosi su un principio simile a quello degli autori di Matrix e di Pollack mostra quindi duelli incredibili ma credibili perchè provenienti dal mondo dei sogni ispirandosi perfino ad una famosissima scena di danza di Fred Astaire presente nel film Royal Wedding. Per molti questo film è già un capolavoro, un concetto astratto e difficile da discutere almeno per ora, ma di sicuro possiamo già dire che si tratti di uno deifilm più importanti della stagione 2010.

Daniele Clementi

" The Prestige " di Christopher Nolan – seconda parte –

" The Prestige " di Christopher Nolan

Recensione di Daniele Clementi

Seconda parte

ATTENZIONE

La seguente recensione è concepita per ragionare sul senso strutturale del racconto del film. Significa che per fare una corretta analisi dell’opera è necessario svelare alcuni colpi di scena salienti del film. Se intendete vedere questo film, vi dobbiamo segnalare che gli elementi posti in analisi in questa recensione svelano il finale. Insomma proseguite solo a vostro rischio e pericolo.

La storia del film è infarcita di indizi, troppi per poter dare allo spettatore la soddisfazione di poter anticipare la conclusione e prevedere come finirà. Il maggior difetto di tutto film è proprio questo, troppa facilità nell’intuire le scene chiave (il famoso colpo di scena "telefonato") e troppa inistenza nel mostrare gli indizi. Il film punta tutto sul concetto del "doppio",e svela troppo presto il segreto che doveva riservarsi nel finale. Per capire il gioco si deve partire dal concetto che l’intero film è una partita di ping pong, una sorta di sfida durata una vita fra due prestigiatori illusionisti. Ma non fatevi prendere dall’emozione, siamo ben lontani da film straordinari come " I duellanti " di Ridley Scott. Il primo indizio ci viene rivelato nelle prime scene del film, ma è ancora presto per intuirlo; Un vecchio illusionista si esibisce davanti ad una bambina, chiude un’uccellino nella gabbia , lo copre con un panno e poi colpisce violentemenete la gabbia coperta con un pugno … e la gabbia sparisce, poi con da una mano spunta di nuovo il povero uccellino, il trucco è fatto , la bambina sorride ed il "prestigio" è fatto. Quello che la bambina non sà è il trucco che si cela dietro l’illusione, perchè il povero uccellino chiuso nella gabbia è stato schiacciato realmente ed è stato nascosto in un vano segreto del tavolino su cui era poggiato. L’ illusionista si è limitato ad usare un secondo uccellino per illudere lo spettatore. Questo è il principio del trucco ed anche il centro nevralgico del racconto: Quanto può essere disposto a sporcarsi le mani una persona per raggiungere la celebrità ? I protagonisti del film sono due : Robert Angier e Alfred Borden; il primo sembra più buono dell’altro … ma è presto per dirlo. Altro trucco, altro indizio : un cinese storpio resce a far comparire dal nulla una vasca piena d’acqua con due pesci rossi all’interno. L’ indizio ci arriva da Alfred che spiega a Robert che in realtà il cinese si finge storpio e tiene nascosta la vasca dei pesti fra le gambe, tutte le volte che esce in pubblico, rendendo il trucco così meticoloso ed ossessivo da rappresentare quasi il suo unico motivo di vita. Alfred lo sa perchè possiede un fratello gemello con cui si scambia l’identità ogni giorno per evitare che la gente lo scopra. Alfred fà tutto questo per apprendere l’arte dell’illusionismo ed intanto prepara il suo più grande "prestigio": il trasporto umano; Alfred esce da una porta e subito dopo entra da un’altra porta posta sul palco all’opposto della prima. Il trucco consiste nell’uso del gemello. Ma per mantenere l’illusione Alfred deve illudere tutta la sua famiglia e nascondere la verità a sua moglie a sua figlia. Noi dovremmo scoprire questo solo verso la fine ma prima della fine del primo tempo ci possiamo già arrivare, forse è stao reso così facile per farci sentire "bravi" o forse la sceneggiatura fa schifo. Robert è ossessionato da Alfred è riesce ad incontrare un genio della tecnologia, un certo "Tesla" (interpretato da David Bowie) che viene inseguito e minacciato da Edison (si proprio l’Edison della lampadina) e costruirà per Robert una macchina capace di clonare le cose e le persone per poter fare lo stesso trucco di prestigio di Robert. Vi rendete conto della cazzata ? Inventare una macchina del genere per fare un "trucco di prestigio" ! Robert si clona ad ogni spettacolo e poi ammazza i suoi cloni (come gli uccellini della scena iniziale), anche tutto questo si sarebbe dovuto capire alla fine, ma ovviamente ce ne rendiamo conto molto presto, troppo presto. Nel film ci sono altre cose, ho sorvolato sulle tormentate storie d’amore, sugli inganni e sul finale, ma non vale la pena di tediarvi.

Ma quale sarebbe la vera illusione di questo film ?

L’ illusione, cari lettori, è quella di aver visto un bel film, e forse qualcuno ci è pure cascato !

" The Prestige " di Christopher Nolan – prima parte –

" The Prestige " di Christopher Nolan

Recensione di Daniele Clementi

La magia è un tema ancestrale un concetto base che ci permette di sognare e di credere all’increbile, poichè ogni magia per consentire il sogno deve essere credibile sono nati professionisti in grado di farlo : i prestigiatori.

Anche nel Cinema come nel teatro ci sono degli illusionisti ed ecco gli ingredienti utilizzati per questa "illusione":

Un regista "furbetto".

Chritopher Nolan ha esordito con un film piccolo, indipendente ed inquietante : "Follow", seguito da un film furbetto ed inquietante "Memento", poi è arrivato un film furbetto ma noioso ; il rifacimento americano del film svedese "Insomnia", dove il concetto di furbetto passava per la scelta di attori "digeriti" come di Al Pacino e Robin Williams. Lo scorso anno Nolan ha investito in un film furbetto, ricco e ben confezionato : "Batman begins" dove la giovane promessa Christian Bale faceva Batman ed al suo fianco aveva vecchi (ma non troppo) mostri sacri come Gary Oldman, Michael Cane, Morgan Freeman, Liam Neeson e Rutgher Hauer. Quest’anno Nolan ci regala un film furbetto, noioso ma molto ben confezionato: "The prestige".

Nolan sceglie di usare come protagonisti il "Batman" Christian Bale ed il "Wolverine" (dalla trilogia degli "X Men") Hugh Jackman, come contorno e mentore dei protagonisti Michael Cane, infine come special guest David Bowie.

Un tema alla moda ed in un certo senso immortale.

La sfida fra due uomini per la supremazia ed il potere da ottenere a qualsiasi costo anche a discapito della vita dei loro cari o di loro stessi.

Una stagione natalizia povera e desiderosa di film.

Cinematograficamente parlando questo è stato uno dei periodi festivi meno interessanti degli ultimi dieci anni.

Ed ecco riuscita l’illusione che , Michael Cane ci ricorda più volte nel film, nasce dal nostro bisogno di illuderci di qualcosa.

Ma quale sarebbe la vera illusione di questo film ?

Spiacente ma lo saprete solo nella prossima puntata … a domani !