Archivi categoria: nakamura yoshihiro

“The triumphant general Rouge” di Nakamura Yoshihiro (Far East Film Festival 2009)

Ripropongo una vecchia recensione pubblicata su altri spazi della rete il 28 aprile 2009, il film era stato presentato al Far East Film Festival di Udine. Ora che la recensione è diventata non reperibile la recupero e la conservo su questo blog.

Ad un anno di distanza dal film “The glorious team Batista” (proposto nel 2008 dal FEFF) ecco arrivare il seguito intitolato “The triumphant general Rouge“, la storia però è meno cupa e drammatica, la tensione si affievolisce rispetto al primo film e viene rimpiazzata da qualche gag fra i protagonisti principali, la storia stessa è più verbosa e televisiva e solo nelle scene finali si raccoglie qualche momento di vera tensione. Questa volta una lettera anonima richiama in azione i nostri due improbabili investigatori sul sospetto di concussione con un azienda farmaceutica da parte di un primario molto famoso per la sua instancabile devozione al lavoro, in realtà più l’indagine va avanti più si sviluppa un intrigo di appalti e lotte di potere fra luminari della sanità, nulla che possa sorprendere noi italiani in realtà ma che pare abbia sconvolto lo spettatore giapponese che sembra avere trovato assurdo il concetto che ci sia tutta questa avidità fra persone il cui lavoro dovrebbe essere salvare vite umane, beati loro che lo trovano assurdo ! Noi da italiani abbiamo guardato queste scene con rassegnata consapevolezza.

Un seguito che sembra più una fiction della tv che un film per il cinema e seppure faccia piacere rivedere i personaggi del primo capitolo ci si sarebbe divertiti di più con una puntata del “Dr.House“.

Daniele Clementi

FEF 2010: I nuovi eroi del cinema giapponese

feff12

Il trasportatore di un corriere espresso, ingenuo ma incredibilmente coraggioso, un disoccupato depresso ma dallo straordinario senso paterno ed un uomo di mezza età stempiato ed insicuro ma dalla creatività e sensibilità altissime, sono questi i protagonisti del cinema nuovo giapponese, eroi alla portata di tutti che si districano fra commedie romantiche e spettacolari scene d'azione disegnando i tratti di un nuovo eroe popolare, sempre meno patinato ed esteticamente ideale e sempre più ordinario e dai talenti nascosti, come in fondo siamo un pò tutti noi..

Fra il 2009 ed il 2010 il Giappone ha sfornato ben tre lungometraggi su questa stessa linea indicando una nuova ondata di film dalla dimensione umana e dal più alto coinvolgimento emotivo. Il film "Golden Slumber" di Nakamura Yoshiro è un vero tour de force di personaggi ed intrighi, in un mosaico di caratteri molto ben scritti che al primo impatto confondono per la loro complessità amalgamandosi lentamente fino ad una risoluzione completa e perfetta del racconto. Un giovane facchino di un servizio di corrieri espresso salva da un maniaco una famosa "idols" giapponese (sono più o meno il corrispondente delle veline italiane), questo lo rende famoso in tutto il Giappone e fa del suo volto un icona della tv popolare, alcuni mesi dopo il suo straordinario successo mediatico l'uomo viene usato da un organizzazione occulta come capro espiatorio per l'omicidio del Segretario di stato giapponese. Improvvisamente tutte le persone che lo circondano o muoiono o vengono infangate per ratificare la nuova immagine che la televisione sta costruendo del giovane protagonista. Solo uno strano manipolo di personaggi che incontra per la sua strada e la ex fidanzata sono sicuri della sua innocenza. Fra le figure che la fantasia di Nakamura Yoshiro ci regala si annoverano un vecchio scroccone che si finge malato per usufruire dei pasti dell'assistenza sanitaria, esperto ossessivo della rete fognaria urbana ed organizzato meglio dei servizi segreti, un giovanissimo serial killer (chiaramente ispirato a quello della serie anime di culto "Paranoia Agent") che si rivelerà l'angelo protettore del protagonista ed un collega del lavoro ossessionato dalla figura di Elvis. Il film ha un ritmo tipicamente americano, con la sola differenza di sapersi soffermare sui personaggi il tempo necessario per dare allo spettatore figure complesse e sfacettate. a forza di "Golden Slumber", il cui titolo deriva da una canzone dei Beatles, sta in una sceneggiatura complessa e ricca, mai difficile da comprendere ma incredibilmente ricca di dettagli sui personaggi ed il loro passato. Il film "Accidental kidnapper" ha invece una sceneggiatura più lineare che si concentra con delicatezza sul rapporto padre e sulla necessità per i bambini di avere genitori credibili. La storia è quella di uomo che a 38 anni realizza di non avere nulla nella vita e tantomeno un lavoro, tenta disperatamente di togliersi la vita con risultati ridicoli fino a quando non scopre di avere in macchina un piccolo clandestino, un bambino fuggito di casa, quando l'uomo scopre la sontuosa villa dei genitori del bambino decide di improvvisarsi sequestratore illudendo il piccolo di essere il suo alleato nella fuga dai genitori, quello che il povero rapitore non sa però è che il ricco padre del bambino non è altri che un più potente yakuza del Giappone (capoclan della mafia giapponese). Il rapitore, trascinato dalla spontaneità del bambino finirà per essere il perfetto sostituto del padre, creando un amicizia ed un vincolo di fiducia enormemente importante per il piccolo rapito, Sakaki Hideo punta nn solo sui sentimenti ma anche sui difetti di una società come quella giapponese che giudica aspramente e senza ritorno i suoi connazionali per i loro risultati scolastici o professionali reprimendo qualsiasi autonomia ed autostima da chi secondo quei canoni non ha concluso niente. Un film delicato esuggestivo di grande importanza sociale per il Giappone. Il film "Wig" di Tsukamoto Renpei è invece una delicata commedia sulla calvizie interpretata da una coppia di comici televisivi (uno dei quali è un impressionante sosia giapponese del cantante italiano Elio). Il film racconta la storia di un uomo di mezza età ossessionato dalla caduta dei suoi capelli ed esperto di tecniche di preparazione di "riporto" per gli stessi, trasferitosi a Tokyo per ragioni di lavoro decide di indossare un parrucchino per riconquistare fiducia in se stesso, dopo una difficile rassegna di tutte le possibili tecniche di capelli posticci e trapianti decide di affidarsi ad un economico tizio imparruccato che vive in una strana casetta nei bassifondi della metropoli. L'uomo non solo realizza una parrucca perfetta per il suo cliente ma gli garantisce anche un assistenza d'emergenza incredibile trovandosi sempre nei posti in cui c'è più bisogno di lui. Lentamente il protagonista inizia una storia d'amore con una collega ma il terribile incubo di doverle rivelare il suo segreto lo tormenta, alla storia del film si vanno ad intercalare alcune testimonianze ricostruite e basate su fatti veri raccolti da uno scrittore di famose figure imbarazzanti di uomini in toupè, indimenticabile il parrucchino che fa suonare il metal detector dell'aereporto. Il film di Tsukamoto Renpei è una commedia dal potenziae demenziale che invece di sfociare nella facile comicità istigata dall'argomento punta tutto sui sentimenti, le fragilità ed i tormenti degli uomini in toupè regalando allo spettatore un eroe imprevedibile ed enormemente empatico.
Daniele Clemeti

FEFF 08: “ The glorious Team Batista ” di Nakamura Yoshihiro (Giappone 2008)

(c) CEC

“ The glorious Team Batista ” di Nakamura Yoshihiro (Giappone 2008)

 .

.
Recensione di Daniele Clementi
.

Dal glorioso produttore giapponese Mase Yasuhiro (che annovera nel suo lungo curriculum anche alcuni film di Akira Kurosawa) ecco arrivare al Far East Film Festival una pietra preziosa del genere medical thriller.
Il film è tratto da un romanzo di Kaido Takeru è prende spunto da un drammatico fatto di cronaca nera in cui uno staff medico giapponese uccideva i propri pazienti invece di curarli. Il team batista ,un rinnomato team medico di Tokyo, vede come punta di diamante un cardiochirurgo tra i più stimati al mondo, eppure da alcune settimane questo perfetto staff fallisce le operazioni provocando irrimediabilmente la morte dei propri pazienti. Lo stesso capo dello staff chiede all’ospedale un indagine interna per stabilire la casua eventuale di questi tragici eventi. Entra in gioco così la protagonista di questa storia un medico generico chiamato a sostituire il suo superiore in procinto di partire per le vacanze. La giovane donna ricostruirà i fatti ed interrogherà tutti i mebri dello staff attribuendo nei suoi appunti un animale simbolo ad ognuno di loro al fine di sintetizzare le loro qualità e difetti. Ad affiancare la protagonista nell’indagine un commissario del Ministero della sanità, imprevedibile, provocatorio e brillante che ricorda sia fisicamente che psicologicamente il famoso personaggio americano del Dottor House, un vero e proprio Hug Laurie del Giappone. Il film è un ottimo thriller scandito dalle operazioini a cuore aperto del team che prosegue il suo operato mentre i protagonisti indagano sui fatti, la sceneggiatura è magnificamente congegnata per impedire allo spettatore di identificare il colpevole fino all’ultimo minuto. Un giallo magnifico che potrebbe meritatamente vincere il premio del pubblico al Far East Film Festival.

<!–

–>