Archivi categoria: radu mihăileanu

" Train de vie " di Radu Mileanu

. 

" Train de vie " di Radu Mileanu

Recensione di Marina Pianu

 .
.

"Dio ride. Ed essendosi sconsideratamente eletti come suo popolo, gli ebrei
non possono che ridere di sè stessi." (Moni Ovadia)

un treno per la vita, un treno di vita, ma "train de vie" e’ anche un tenore
di vita, quello dell’eterno profugo, quello dell’ebreo errante. se dio avesse
voluto che il suo popolo eletto avesse una patria fissa, gliel’avrebbe data.
gliela diede, infatti, e poi gliela tolse. la shoah ha dato a dio quella
spintarella in piu’ per restituire agli ebrei il maltolto. la strada per la
terra promessa e’ irta di ostacoli e sofferenza. quarant’anni nel deserto, e
se non sono i persecutori, sono le tentazioni. cosi’ gli ebrei di questo
piccolo villaggio al confine tra qui e li’ (germania e terre libere) si fanno
profughi e per sfuggire alla tragica sorte si fingono persecutori di se
stessi. il viaggio della speranza (e della vita) inizia gia’ con il seme
della discordia: la prima tentazione e’ quella materialista (facendo perno
sul senso pratico di questi ebrei) che porta all’allontanamento da dio. il
seme del dissenso.

il nazismo, con la sua pulizia etnica, e’ una macchia di petrolio che si
allarga fagocitando villaggi e paesi lungo tutto il percorso. il trenino
della vita serpeggia per scansare i lunghi occhi della macchia, appollaiati
in ogni stazione, in un girotondo magico che li rende invisibili come
fantasmi. il treno fantasma rimanda all’incrociatore fantasma di "sotto dieci
bandiere", ed acquista quella invulnerabilita’ che non conosce preoccupazioni
pratiche (non finisce il carbone? da dove prendono la stoffa? come possono
far sfilare scorte pantagrueliche di cibo kosher sotto gli occhi dei tedeschi
senza destare sospetti?). perfino quando sembra che tutto debba crollare e
sfociare in tragedia, s’aggiusta di nuovo la magia, ancora una volta per mano
del matto.

stupisce infatti l’immediatezza dei desideri realizzati. nella fiaba l’eroe
ottiene subito, grazie all’intervento fatato, cio’ che gli serve. qui il
piano e’ perfetto, perfettamente eseguito, senza che neppure un filo d’erba
s’innesti nell’ingranaggio. il solutore di ogni contrarieta’ e’ il matto, la
carta jolly dei diseredati (senza eredita’), l’erratico errante per
antonomasia: il matto non ha casa, non ha famiglia, non ha una qualsivoglia
proprieta’. il matto vive nella terra di nessuno che separa l’umano dal
divino. per questo la sua vista e’ piu’ acuta e maggiore la sagacia (il suo
nome stesso lo indica), e la sua sicurezza quieta e’ la sicurezza del puro di
cuore. in fondo, persino i feroci nazisti sono per lui fratelli, fratelli di
cui fidarsi e al cui servizio mettere il proprio talento. la trovata ci
intriga e compiace tanto piu’ in quanto sovverte i normali parametri di
"buono" e "cattivo" (gli ebrei nazisti sono il nemico, forse piu’ odiato dei
nazisti veri: si puo’ perche’ tanto e’ un gioco).

l’accostamento viene spontaneo con "la vita e’ bella" per lo spirito gaio,
poetico, trasognato, che a sua volta rimanda a "giona che visse nella balena"
(nei cui titoli di coda figura anche benigni…) dove il sogno imprigionato
nella mente del bambino resta escluso dal mondo degli adulti. il matto e’
dunque un bambino che interpreta la realta’ secondo i suoi desideri, e la
realta’ stessa si trasforma in un positivo nonsense (gli ebrei in russia, gli
zingari in palestina, e i comunisti in india). se dobbiamo ricreare la
realta’, tanto vale che lo facciamo bene!

malgrado la mazzata finale (che apre e non chiude gli interrogativi), e’ un
film leggero (ma non "poco serio") che tutto sommato restituisce un velo di
ottimismo e di speranza.

n.b. stupitevi. ecco lo "schlomo" alternativo:
http://www.rgolz.de/e-schlomo.html

—–
Regia: Radu Mileanu
Sceneggiatura: Radu Mileanu, Moni Ovadia (vers. ital.)
Data: 22 gennaio 1999
Durata: 103′
Musiche: Goran Bregovic
Fotografia: Yorgos Arvanitis, Laurent Dailland
Scenografia: Cristi Niculescu
Paese: Francia / Belgio / Olanda / Israele / Romania
Produzione: Belfilms, Canal+, PolyGram Audiovisuel

Personaggi e interpreti:
Lionel Abelanski – Shlomo
Rufus – Mordechai
Clement Harari – The Rabbi
Michel Muller – Yossi
Agathe de La Fontaine – Esther
Johan Leysen – Schmecht
Bruno Abraham-Kremer – Yankele

<!–

–>