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" Ich Klage An " di Wolfgang Liebeneiner (1941)

   " Ich Klage An " di Wolfgang Liebeneiner (1941)
Recensione di Marina Pianu

"GIURO: […] di perseguire come scopi esclusivi la difesa della vita, la
tutela della salute fisica e psichica dell’uomo e il sollievo della
sofferenza, cui ispirerò con responsabilità e costante impegno scientifico,
culturale e sociale, ogni mio atto professionale; di non compiere mai atti
idonei a provocare deliberatamente la morte di un paziente;"
— dal "Giuramento d’Ippocrate"
——————

jack kavorkian, "il mare dentro", welby…
ricordiamo del cittadino welby l’avventura che pose e pone la legge davanti
all’angosciante dilemma: esiste il diritto ad una morte dignitosa? anzi, puo’
l’individuo avere il diritto di decidere come vivere e morire?

"ich klage an" affronta questo tema con toccante sensibilita’ ed equanimita’,
senza voler influenzare l’opinione dello spettatore. o cosi’ pare. se non
conoscessimo l’anno, se qualcuno avesse accuratamente tagliato quei pochi
secondi rivelatori, se ignorassimo lo stile degli abiti, non sospetteremmo
che questo film venne partorito dal terzo reich, nell’ambito della campagna
preparatoria al programma aktion t4 (sterilizzazione e soppressione di
individui "imperfetti"). sorprendentemente scevro da plateale retorica o
linciaggio, e similmente equilibrato nel mostrare le ragioni contrarie
all’eutanasia, allo spettatore di oggi, che resta alla fine lui solo a dover
fornire una sentenza al caso, la conclusione non sembra del tutto ovvia. allo
spettatore tedesco anni ’40, che non sapeva come sarebbero andate le cose,
l’assoluzione del medico pareva molto piu’ logica e giusta.

"la scienza medica consente di prolongare la vita al di la’ della sua normale
aspettativa. malati cronici che, nello stato di natura, sarebbero morti in
breve tempo, ora vengono tenuti in vita nelle piu’ atroci sofferenza."
(succo della testimonianza di un medico, a favore di thomas heyt)

noi siamo piu’ prevenuti, nel bene e nel male; da una parte gli esperimenti
nazisti di eugenetica, dall’altro il caso di piergiorgio welby. quello che
pero’ denuncia l’intento recondito del film e’ il suggerimento finale di
istituire una giuria avente lo scopo di stabilire quando e a chi applicare l’
"uccisione pietosa". fino a quel punto, la linea di demarcazione tra omicidio
ed eutanasia era data dall’espressa volonta’ del malato, combinata invero con
le sofferenze e l’imminenza della morte (hanna sarebbe morta "appena" due
mesi dopo, forse per soffocamento). il lasciarci senza una sentenza
definitiva ma solo con l’auto-apologia di thomas e’ una trovata molto furba e
meno ingenua di altri film posteriori, similmente propagandistici.

il film ha i suoi decorosi meriti artistici: ottime performance degli attori,
convincenti e poco caricati; inquadrature e sequenze degne di lang o
hitchcock; abilita’ di coinvolgere lo spettatore nelle vicende e nelle parti,
esponendolo dapprima al quadro felice del matrimonio e poi, con crescente
tragicita’, al rapido progredire del male. un film molto abile, molto bello,
e con il pregio (se si riesce ad allontanare il pregiudizio) di dare molto da
pensare. cosi’ come la matrice nazista non deve offuscare il giudizio sulla
qualita’ della pellicola, cosi’ la stessa matrice non dovrebbe precludere una
riflessione "laica" sul tema. vale ricordare, a mo’ di esempio, che hitler
era un accanito non-fumatore. forse che tutti i non-fumatori sono nazisti?

a corredo, e per contraltare, segnalo un filmino di fantascienza,
difficilmente reperibile: "tomorrow’s children" (usa, 1934), che ipotizza
programmi di sterilizzazione forzata di individui discendenti da "imbecilli".
l’idea prende lo spunto da un caso giudiziario reale, "buck vs. bell" (la
corte suprema giudico’ lecita la sterilizzazione forzata di individui
ritardati). come dire…? se sparta piange, atene non ride.
se invece volete ridere, c’e’ sempre il breve animato "kavorkian scarf"
(facilmente scaricabile da internet).

n.b.: il film e’ tuttora bandito in germania, ne’ vi sara’ molto facile
trovarlo in giro. anche per questo dobbiamo ringraziare enrico ghezzi…! 

CREDITI
Regia: Wolfgang Liebeneiner
Sceneggiatura: Eberhard Frowein e Wolfgang Liebeneiner
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 29 agosto 1941 (Germania)
 
 – Interpreti principali –
 
Heidemarie Hatheyer: Hanna Heyt
Paul Hartmann: Professor Thomas Heyt
Mathias Wieman: Dr. Bernhard Lang
Margarete Haagen: Berta
Charlotte Thiele: Dr. Barbara Burckhardt
Christian Kayßler: Kriebelmeyer
Harald Paulsen: Eduard Stretter
Albert Florath: Professor Schlüter

Produttore: Heinrich Jonen
Colonna sonora originale: Norbert Schultze
Direttore della fotografia: Friedl Behn-Grund   
Montaggio: Walter von Bonhorst