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"La casa dei 1000 corpi" di Rob Zombie (Usa 2003)

Locandina del film

 "State per entrare nel misterioso mondo delle tenebre… dove la morte e la vita perdono di significato e il dolore è l'unico Dio". Con questa frase l'eccentrico titolare di un area di sosta della provincia americana del 1977 introduce i giovani turisti alla visita del suo piccolo tunnel degli orrori, dedicato ai grandi serial killer della storia americana. Si chiama capitan Spaulding ed è un pagliaccio con gli abiti del patriottico zio Sam americano, offre mostruosità, deformazioni, orrore e violenza, conditi dal suo piccantissimo pollo fritto e non manca mai di raccontare la leggenda dell'abominevole Dottor Satana e dell'orribile albero a cui venne impiccato dai paesani forcaioli. Con un ritmo straordinario ed un gioco continuo fra sesso e violenza, il cantante e compositore metal Rob Zombie esordisce alla regia cinematografica, realizzando un film cupo e cinematograficamente colto, a trattidemenziale e crudele.

La classica storia di un gruppo di ragazzini in viaggio durante la notte di Halloween diventa un pretesto per mettere alla berlina tutti i luoghi comuni dell'America bigotta e razzista, del moralismo e dell'intolleranza che permea la culrura moderna. Rob Zombie fa deturpare da una sorta di famiglia Addams splatter tutti i canoni del costume americano, mostrando quanto i suoi mostri, da Ed Gein fino a Manson, ne siano un perfetto tassello integrato.

Zombie gioca con tutti i valori convenzionali della società americana, mostra il seme dell'odio, il razzismo, la depravazione ed il moralismo nascosti in essa, obbliga lo spettatore a prendere atto delle contraddizioni culturali di una società che celebra i valori della patria con una mano, e devasta i Paesi del Medio Oriente con l'altra, senza mai perdere di vista il piacere del gioco, regalando al pubblico un caleidoscopio di efferatezze e dimostri, un delizioso e perpetuo tunnel dell'orrore, sempre sopra le righe e capace di ridere di se stesso, ammiccando ai grandi film del genere come "Non aprite quella porta" di Tobe Hooper e "Le colline hanno gli occhi" di Wes Craven.

Un film spietato, divertente, erotico e truculento quanto basta per essere anti-americano eal tempo stesso"fottutamente" patriotico.

Daniele Clementi