Archivio mensile:gennaio 2016

“The hateful eight” di Quentin Tarantino (Usa 2015)

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Nell’ottavo lungometraggio del regista americano siamo lontani dal Cinema di Sergio Leone o di Sergio Corbucci (seppure il film evochi senza dubbio IL GRANDE SILENZIO), che Tarantino tanto stima per il cinema western. Guardando “The hateful eight” si sentono gli echi di Erich von Stroheim e del suo immortale “Rapacità”. Tarantino costruisce un film che, in particolare nella sua prima parte, potrebbe essere perfettamente messo in scena in un teatro, una storia totalmente concentrata sui personaggi, sulle loro sfumature e sui dialoghi, serrati, drammatici, colti e ricchi di capacità narrativa.

La scelta di girare poi in un formato come l’ultra 70 panavision, di solito riservato ai film dalle grandi ambientazioni scenografiche, si rivela in prevalenza una gustosa provocazione dato che l’opera è quasi interamente girata in una locanda con poco spazio per gli innevati esterni.

Il film è una colta, articolata e complessa apologia della violenza e della guerra nella cultura e nella storia degli Stati Uniti d’America. Tarantino ci racconta la sua America fondata sul sangue e sulla brutalità, dove il boia e l’impiccagione sono esempi di civiltà ed uccidere una persona con un’arma da fuoco dopo averla provocata abbastanza da costringerla ad estrarre l’arma non può essere considerato in alcuna maniera omicidio. L’America di Tarantino è avida, rapace, disposta ad uccidere per un dollaro in più ed imperativamente fondata sulla politica della liberalizzazione delle armi da fuoco. In gioco, in un racconto western che raggiunge le vette dell’arte teatrale, ci sono la politica, la storia, la lotta per la tolleranza razziale e la parità sessuale. Il Tarantino che tutti conosciamo ed amiamo, anche per il suo gusto per lo splatter, esplode solo nella seconda parte del racconto nel suo tripudio rosso sangue e nella sua piena capacità di giocare con i sensi dello spettatore ed il senso della scrittura drammatica del racconto. Nella prima parte troviamo con piacevole sorpresa lo spazio intellettuale per una vera analisi sociopolitica degli USA mostrati nella loro più profonda natura “pop” usando il western, genere popolare americano per antonomasia, per riflettere sul passato sul futuro di una grande nazione da sempre straziata dalla violenza ma mai povera di arte e cultura.

Il primo film della maturità artistica di Tarantino, l’inequivocabile inizio di un percorso stilistico nuovo, maturo ed impegnato.

Daniele Clementi

Consiglio Direttivo UICC 2015 – 2017

Nel corso dell’Assemblea Generale Ordinaria della Uicc, tenutasi a Roma, presso la propria sede legale, il 13 dicembre 2015, sono stati rinnovati gli organi direttivi.

Il Consiglio Direttivo della Uicc, riunitosi il 10 gennaio 2016, risulta attualmente così composto:

Presidente: Daniele Clementi

Segretario: Fabio Parente

Consiglieri:
Andrea Ciucci
Sebastiano Di Guardo
Piermario Mignone
Daniele Vidussi
Giuseppe Zito

Il Presidente ha inoltre assunto la carica di Tesoriere. Tutte le nuove nomine sono avvenute con delibera unanime.