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Torino 2009 – Nicholas Winding Refn: "Pusher II" (Danimarca 2004)

La locandina del filmDopo il drammatico fiasco al botteghino di "Fear X", Nicholas Winding Refn si ritrova con un debito di milioni di corone sulla testa, tormentato fra i suoi doveri etici di narratore e le sue responsabilità di padre verso la figlia che sta per nascere ed alla quale dovrà garantire una situazione economica accettabile, sceglie di dare due seguiti al suo cult movie "Pusher". Con il secondo film cercherà di coprire i debiti e con il terzo di guadagnare qualcosa, il travagliato percorso che porterà alla realizzazione di "Pusher II" è raccontato in maniera precisa e dettagliata dal documentario di Phie Ambo "Gambler".
Nel secondo capitolo del film culto di Refn ritroviamo lo spacciatore Tonny (comprimario nel primo film) ed in una breve ma efficace sequenza il "grossista" della droga Milo (che poi diverrà protagonista del terzo capitolo). Tonny, appena uscito di prigione, cerca di riconquistare la fiducia di suo padre, imponente e temuto boss della mafia danese. Contemporaneamente deve fare i conti con la scoperta di essere divenuto padre e con la notizia della morte della madre, una prostituta al servizio del padre. Un film edipico, intenso, violento ma di grande spessore drammatico e psicologico, uno scontro etico ed umano fra la conquista della maturità e la paura della stessa. Refn torna a raccontare la Copenaghen della mafia e della morte con un riscatto finale che però apre uno spiraglio di speranza. Un racconto freddo nella resa scenica ma ricco di sentimenti, frutto certamente della scoperta della paternità da parte del regista.Daniele Clementi

Torino 2009 – Nicolas Winding Refn: "Pusher" (Danimarca 1996)

La locandina del filmNicolas Winding Refn scopre il cinema, come quasi tutti noi, attraverso i film di genere. Fra i suoi preferiti ci sono quelli di Bud Spencer e Bruce Lee. Dopo aver esplorato il cinema d'autore (a nove anni),viene folgorato dal film di Tobe Hoper "Non aprite quella porta" e decide di diventare regista. Il film "Pusher" è la sua opera prima, secca, dura ed intelligente, un film completo che percorre in novanta minuti i grandi canoni moderni della gangster story, da Scorsese a Coppola, da De Palma al cinema di Hong Kong. Un film terribile nella durezza dei personaggi e quasi neorealista nella raffigurazionedel mondo del crimine, che regala una Copenaghen oscura e malata, nascosta fra le pieghe della Danimarca borghese. Eppure Refn dimostra di essere più interessato al lato umano dei suoi criminali che alle loro malefatte o alle convenzioni della ganster story, raccontando di uomini che vivono ogni giorno al limite della società in bilico eterno fra la vita e la morte. Ogni personaggio è descritto nelle sue mostruosità e nelle sue fragilità, disegnando un ritratto umano e contemporaneamente bestiale del mondo del crimine danese.I suoi personaggio non sanno amare, o non sanno di saperlo fare, ed uccidono e distruggono come istinto primevo, sublimando in questo modo anche ogni loro pulsione sessuale,tradendo omosessualità che non potranno mai ammettere e fragilità che non dovranno mai mostrare. Un piccolo film perfetto, un'opera prima gelida, intensa e magistrale.

Daniele Clementi