Dopo il drammatico fiasco al botteghino di "Fear X", Nicholas Winding Refn si ritrova con un debito di milioni di corone sulla testa, tormentato fra i suoi doveri etici di narratore e le sue responsabilità di padre verso la figlia che sta per nascere ed alla quale dovrà garantire una situazione economica accettabile, sceglie di dare due seguiti al suo cult movie "Pusher". Con il secondo film cercherà di coprire i debiti e con il terzo di guadagnare qualcosa, il travagliato percorso che porterà alla realizzazione di "Pusher II" è raccontato in maniera precisa e dettagliata dal documentario di Phie Ambo "Gambler".
Nel secondo capitolo del film culto di Refn ritroviamo lo spacciatore Tonny (comprimario nel primo film) ed in una breve ma efficace sequenza il "grossista" della droga Milo (che poi diverrà protagonista del terzo capitolo). Tonny, appena uscito di prigione, cerca di riconquistare la fiducia di suo padre, imponente e temuto boss della mafia danese. Contemporaneamente deve fare i conti con la scoperta di essere divenuto padre e con la notizia della morte della madre, una prostituta al servizio del padre. Un film edipico, intenso, violento ma di grande spessore drammatico e psicologico, uno scontro etico ed umano fra la conquista della maturità e la paura della stessa. Refn torna a raccontare la Copenaghen della mafia e della morte con un riscatto finale che però apre uno spiraglio di speranza. Un racconto freddo nella resa scenica ma ricco di sentimenti, frutto certamente della scoperta della paternità da parte del regista.Daniele Clementi