Archivi categoria: sukiyaki western django

VENEZIA 2007: " Sukiyaki Western Django " di Miike Takashi (2007)

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2007

(c) Biennale di Venezia 

” Sukiyaki Western Django ” di Miike Takashi (2007)

Recensione di Daniele Clementi

Il “Sukiyaki” è un piatto tipico della cucina giapponese, nello specifico si tratta di un piatto della categoria “nabemono” (piatti tipici alla pentola). Gli ingredienti principali sono manzo (tagliato in sottili fettine), tofu, spaghetti “ito konnyaku”, cippolletta, cavolo cinese, e funghi enoki. La cottura del “Sukiyaki” richiede un certo allenamento ed una buona dose di precisione, le stesse qualità che si possono attribuire ad un buon pistolero.

Naturalmente il concetto “Sukiyaki Western” non è altro che una variante dell’originale “Spaghetti Western”. L’ultimo componente del titolo, “Django”, invece viene compreso solo nel finale del film e non ve lo svelo perchè perdereste il privilegio della “risata finale”.

Contrariamente alle aspettative del pubblico il film non è un remake del classico di Sergio Corbucci “Django” bensì un rifacimento del classico di Akira Kurosawa “Yojimboo – La sfida del samurai”. In realtà l’origine di questa storia si fonda nel capolavoro di William Shakespeare “Enrico Vi°”. L’idea venne sviluppata dallo scrittore noir Dashiell Hammet, che nel 1922 scrisse il delizioso ” Red Harvest – Piombo e Sangue”, Akira Kurosawa rielaborò la storia e la sviluppò in un contesto di samurai per il suo “Yojimboo” ed infine venne “rubata” da Sergio Leone per il suo capolavoro “Per un pugno di dollari”. Dietro alla scelta di Miike Takashi di rifare una storia così importante per il cinema giapponese (“Yojimboo”) e contemporaneamente per lo spaghetti western (“Per un pugno di dollari”), si cela senza dubbio un gusto filmico quasi didascalico che sorprende se paragonato ai film “Splatter” precedenti del brillante regista. Unico difetto è la mortale ripetitività della storia che costringe lo spettatore ad uno sforzo e ad una nobile battaglia contro lo sbadiglio.

Il film è figlio del cinema citazionista di Quentin Tarantino e così come per la saga di “Kill Bill” anche in questo caso la storia non è altro che un “masala” ben speziato di centinaia di film degli anni 70′. Quentin Tarantino introduce la storia impersonando il pistolero Ringo (noto in Giappone come “Piringo”), maestro nell’arte della pistola come nella preparazione del piatto “Sukiyaki”, le cui analogie accademiche vengono enfaticamente esposte nel corso della storia. Vedere questo film è come rivedere “Psycho” rigirato più volte da diversi autori, dove cambiano i colori ed alcuni dettagli ma non cambiano le note ne tantomeno le regole strutturali, diverte pensare ad un regista giapponese che mischia il film di Kurosawa con quello di Leone per produrre una risposta ai film di Tarantino, ma oltre il gusto del gioco e qualche momento divertente o persino eccitante il regista non riesce ad andare. Nulla di gustoso se paragonato ai nostrani western, tanto modesti quanto coraggiosi, ma “strategicamente funzionale” per le nuove generazioni che non sanno o non capiscono chi siano stati Django, Ringo e Sartana e che non si perderanno l’opportunità di comprare qualche nuovo dvd per colmare le loro lacune.

 

(c) Sony