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"Long live the new flesh" di Nicolas Provost (Belgio 2009)

tanto non si legge

Nicolas Provost in 14 minuti di cortometraggio si rivela la cosa più bella del Torino Film Festival 2010, un tributo al Cinema horror moderno, ad una generazione di autori che spazia da Croenenberg a Kubrick passando per Friedkin e Carpenter. Provost usa le immagini dei grandi capolavori del cinema horror contemporaneo e le rimanipola dando all'immagine stessa una nuova carne, una sostanza fisica e metafisica di pixel, di disturbi, interferenze, deformazioni e devastazioni dell'immaginato che ridefiniscono ed ispirano lo spettatore.

In un percorso sensoriale unico, lo spettatore è obbligato a ripensare il concetto di immagine, a subire l'ossessione visiva di Provost che rende di nuova luce le immagini che hanno fatto la storia del cinema horror, aprendo lo spazio percettivo dello spettatore verso un modo del tutto nuovo di raccontare, scrivere per immagini e suggestionare. L'immagine viene deturpata, manipolata, disturbata, i tempi del movimento del fotogramma vengono rielaborati riscrivendo il racconto ed insegnando montaggio e linguaggio del cinema in 14 minuti. Il titolo rimanda al finale del capolavoro di David Croenenberg Videodrome, ma esso va ben oltre la citazione o il mero "blob" linguistico ridefinendo la dimensione espressiva del montaggio e sperimentando un modo del tutto nuovo di mostrare una "storia di storie", visitando il suo sito internet è possibile fruire subito di alcuni secondi del film, nello specifico la sequenza onirica dell'ascensore realizzata da Kubrick per Shining. Inevitabile aspettarsi moltissimo dal suo primo lungometraggio The Invader, previsto per il 2011.

Daniele Clementi