Archivio mensile:agosto 2013

“Philomena” di Stephen Frears (Venezia 2013)

Il ritorno di Stephen Frears passa per una storia vera di ordinario abuso e violenza a sfondo religioso. La giovane Philomena, orfana consegnata alle suore, scopre il piacere del sesso e lo paga con una gravidanza solitaria e sotto torture psicologiche da parte delle monache, che le negheranno perfino l’anestesia perchè possa espiare i peccati con il dolore di un parto difficile. Quattro anni dopo le brave suore venderanno il bambino ad una coppia americana negando a Philomena il diritto di poterlo ritrovare. Il film racconta la storia vera di una donna anziana alla ricerca di un figlio perduto, assistita da un giornalista inglese, la rivelazione finale sarà sconvolgente. Una storia straziante raccontata con proprietà del dramma e del cinema di genere da un grande nome inglese che si avvale di ottimi interpreti e di una messa in scena quasi perfetta. Judy Dench è semplicemente meravigliosa.

Daniele Clementi

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“Gerontophilia” di Bruce LaBruce (Venezia 2013)

Inutile farsi illusioni, un film del genere uscirà molto difficilmente nella sale italiane così sottomesse al Vaticano ed alla sua lettura più becera e bigotta di sessualità e cultura. In effetti il regista Bruce LaBruce che ha una reputazione quasi sfociata nel porno gay non è certo uno degli autori più facili da digerire per l’italiano medio. Nel film in realtà il tabù dell’amore carnale fra un giovane ed un uomo che potrebbe essere suo nonno viene affrontato con un certo pudore e con una notevole delicatezza, ma qui non è come si gira la scena a turbare le masse ma cosa succede nella storia. L’amore fra due adulti dello stesso sesso oggi è di moda nel cinema, anzi ci sono attori che fanno a gara per ruoli così “trasgressivi”, ma tentare un taglio più estremo con una vistosa differenza di età è un’altra cosa, inoltre il film di LaBruce è quasi una rivoluzione culturale, perchè abbandona i canoni estetici della bellezza nella cultura di massa, per fare i conti con la vecchiaia che spaventa chi non vuole smettere di esser giovane e perchè non è rassicurante mostrare e denunciare come vengono trattati gli anziani negli ospizi. Insomma un film politico completo, difficile, forte e pasoliniano, intelligente e calibrato che servirebbe tanto al pubblico italiano e che per questo, non c’è dubbio, gli verrà negato.

Daniele Clementi

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“JOE” di David Gordon Green (Venezia 2013)

David Gordon Green ci regala un film drammatico assolutamente preciso nella caratterizzazione dei personaggi, pulito nella resa delle loro azioni ed asciutto nell’esposizione delle emozioni e delle sofferenze. In questo film non c’è nulla di particolarmente originale o innovativo, nulla di straordinariamente spettacolare e nulla di particolarmente rivoluzionario e forse proprio per questo il lungometraggio di Green è una delizia per l’amante del cinema. Ogni cosa è dosata al punto giusto per una tragedia moderna e proletaria di piccoli perdenti violenti dal cuore buono, lo spettatore viene travolto da un film cupo ed immersivo, una storia di alcolismo, emarginazione, sconfitta sociale e difficoltà di amare che definisce e disegna quasi alla perfezione ogni personaggio regalando allo spettatore due ore di cinema intelligente e coinvolgente dove le più antiche regole del dramma teatrale trovano un palcoscenico moderno ed essenziale per esprimersi con intensità e poesia. La regia di Green e la resa degli attori mantiene sotto tensione lo spettatore per tutto l’arco narrativo e regala una percezione dell’America dei perdenti e degli invisibili di rara fattura e qualità.

Daniele Clementi

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