Pochi mesi dopo il documentario di Kitty Green “Ukraine is not a brothel” ecco arrivare un secondo film documentario sul movimento femminista ucraino che si sta diffondendo a macchia d’olio in tutta Europa. Alain Margot sceglie però di focalizzare l’attenzione del film sulla figura della giovane artista Oksana Shachko autrice di costumi, disegni, quadri e varie opere di ingegno che supportano il movimento femminista. Il film racconta la vita e le battaglie di Oksana e delle sue compagne dettagliando sulle violenze ed intimidazioni subite sotto la presidenza bielorussa di Aleksandr Lukašenko. Il lavoro di Margot però si ferma all’agosto 2013, quindi un mese prima della presentazione a Venezia del documentario di Kitty Green,immediatamente dopo la fuga delle fondatrici delle Femen dall’Ucraina e contemporaneamente alla fondazione delle sedi in Francia e Germania, comunque molto prima degli stravolgimenti e dei disordini in Ucraina di questi ultimi mesi.
Daniele Clementi
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