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Venezia 2010: "Machete" di Robert Rodriguez

Venezia

Tutto ebbe inizio con il progetto Grindhouse, film collettivo di quasi quattro ore girato da Quentin Tarantino e Robert Rodriguez con l'aggiunta di alcuni segmenti composti da finti trailer realizzati da Eli Roth (Thanksgiving), Rob Zombie (Werewolf Women Of The SS), Edgar Wright (Don't) e dallo stesso Rodriguez. Proprio il trailer del co-regista messicano del film non era altro che Machete, un vero e proprio corto sotto forma di trailer che avrebbe talmente esaltato il pubblico da convincere Rodriguez a farne un lungometraggio.  Rodriguez si fa affiancare in questo progetto dall'esordiente Ethan Maniquis che collabora con il regista fin dai tempi di Desperado, famoso sequel del film cult di esordio di Rodriguez El Mariachi. Il film della coppia Rodriguez/Maniquis segue la linea già tracciata da alcuni lavori precedenti del regista messicano, come il film sceneggiato da Quentin Tarantino Dal tramonto all'alba, il terzo capitolo della saga di El Mariachi intitolato Once upon a time in Mexico (lo stesso titolo internazionale del film di Sergio Leone Giù la testa) o appunto il suo segmento del progetto Grindhouse intitolato Planet Terror. Naturalmente nel mezzo di questa serie di film c'è stato il successo del film Sin City co-diretto da Frank Miller e con una scena diretta da Quentin Tarantino, per non parlare dei vari film per bambini, universo distante anni luce dai film di questo articolo, diretti con successo da Rodriguez in questo'ultimo decennio. Il film Machete è un tributo al cinema di serie b degli anni '70, con diverse situazioni paradossali e molto divertenti, non manca mai infatti carica ironica e momenti perfino demenziale anche nelle scene più violente. La storia racconta di un ex agente federale incastrato da biechi faccendieri americani per un finto attentato al un governatore americano razzista, che intende sfruttare l'aggressione per alzare il suo indice di elettori, una volta che il povero messicano incastrato, che altri non è che il risoluto Machete, realizzerà di essere stato sfruttato inizierà una guerra senza limiti che coinvolgerà i messicani abusivi in Texas in una vera e propria rivolta contro il sistema. Danny Trejo è il protagonista del film ed arriva a questo lungometraggio dopo anni di gavetta come caratterista proprio in prevalenza nei film di Tarantino e Rodriguez, Robert De Niro interpreta il politico americano razzista che ammazza per sport messicani che violano il confine, Don Johnson interpreta il capo dei vigilantes americani e Steven Seagal fa il boss della mafia messicana con il pallino per il Giappone. Massacri senza senso ma profondamente comici, effetti speciali incredibili, ironia e politica anticonservatrice fanno da contorno ad un coloratissimo minestrone di generi anni'70 che divertirà chi ama sangue piombo ed esagerazioni. All'inizio del film c'è una ragazza completamente nuda che tramortisce l'eroe eandato in suo soccorso e dopo averlo stordito estrae un minuscolo cellulare nascosto in un posto del corpo molto intimo, questa scena fa da metro del racconto che gioca con gli estremi per tutto il film. La sceneggiatura di Alvaro Rodriguez (fratello di Robert) gioca tutta sui rimandi al cinema di genere a basso budget con riferimenti al cinema di serie b messicano ed italiano, fra le frasi che entreranno presto nella mitologia della rete: "Machete non manda SMS" e pochi minuti dopo lo fa e per giustificarsi aggiunge "Machete improvvisa", oppure il personaggio del fratello del protagonista noto come "Il prete", che poi è prete per davvero e che massacra la gente con un fucile gigantesco a pallettoni e quando qualcuno chiede pietà risponde: "Dio perdona, io no!", citando così lo spaghetti western italiano. Il film si chiude con la frase del protagonista: "Perchè essere qualcuno se sono già una leggenda?" Non abbiamo dubbi che questo film ,che in Italia potremmo definire antileghista, entrerà nella leggenda e lascerà nel cuore di chi ama i giochi visivi di Rodriguez ed il cinema di genere a sfondo politico un segno indelebile.

Daniele Clementi

“ Grindhouse “ di autori vari (2007)

    
“ Grindhouse “ di Quentin Tarantino, Robert Rodriguez, Eli Roth, Edgar Wright e Rob Zombie (2007)
Dossier a cura di Daniele Clementi
C’era una volta la serata “grindhouse”
    
Intorno agli anni 50’ negli USA si sviluppò un “modus operandi” molto particolare fra alcuni esercenti di provincia, la cosa iniziò a diffondersi come prima conseguenza delle classiche “matinèe” per poi intaccare anche lo stile dei drive-in. Questo modo particolare di proporre piccoli film a basso budget al pubblico venne battezzato “grindhouse”. Il sistema era molto semplice: si trattava di un melange piuttosto grezzo di film d’azione, horror, gongfupian o splatter accompagnati da trailer di “low budget movie”, spesso molto più belli del film promosso. Comunemente i trailers contenevano scene sexy o di violenza estrema al limite del demenziale. Il pubblico del “grindhouse“ era prevalentemente composto da ragazzini troppo cresciuti che trovavano divertente vedere delle clamorose “cazzate” per poterci ridere sopra senza troppo impegno e con l’opportunità di sfogare desiderio e rabbia in una visione catartica di sessualità e violenza.
Non abbiamo dubbi a concludere che tra questi splendidi “nerds” del cinema vi fossero futuri critici e professionisti del settore e non abbiamo certo motivo di dubitare all’idea che Quentin Tarantino e Robert Rodriguez possano essere l’espressione matura e moderna di quella generazione di fruitori famelici e cacciari. Impossibile dunque affermare a priori, come altri hanno fatto sui giornali, che in fondo “ Grindhouse” non sia altro che una clamorosa “cazzata” tanto deliziosa e divertente quanto inutile ed inconsistente, perchè sarebbe davvero stupido da parte di chi cura questo dossier non riconoscere che dietro a questo gioco cinematografico si cela in realtà un tentativo di esplorazione linguistica e commerciale veramente unico ed originalissimo. L’idea di fondo è quasi elementare: realizzare un film ad episodi con due segmenti centrali leggibili come film autonomi ed altri segmenti minori costruiti come finti trailers.
    
Tra i film “grindhouse” si possono annoverare opere come " The Texas Chainsaw Massacre – Non aprite quella porta " di Tobe Hooper (1974) oppure " The Hills Have Eyes – Le colline hanno gli occhi " di Wes Craven (1977) ma anche film molto diversi da questi come “ Vanishing Point – Punto zero “ di Richard C. Sarafian (1971), “ Gone in 60 Seconds “ di H.B. Halicki (1974) e " Dirty Mary Crazy Larry – Zozza Mary, pazzo Gary " di John Hough (1974). In particolare gli ultimi film citati sono il seme narrativo dell’episodio diretto da Quentin Trantino che non cita solo esplicitamente i personaggi di Kowalski (“ Vanishing Point – Punto zero “) e Vicinski (“ Gone in 60 Seconds “) ma ne fotocopia anche alcune inquadrature rendendo la composizione visiva del suo segmento un vero tributo ad un sottogenere quasi sconosciuto.
Nella foto qui in basso un fotogramma di “ Gone in 60 Seconds “ (sinistra) ed un fotogramma di "Grindhouse (destra) messi a confronto.
    
 
Abrasioni, salti, tagli e bruciature della pellicola come nuovo espediente linguistico
Ciò che potrebbe rendere “ Grindhouse ” una pagina importante del linguaggio cinematografico moderno è la scelta di simulare i tagli, le abrasioni ed i classici disturbi delle vecchie pellicole usandoli come espedienti per enfatizzare una sequenza, un personaggio, un istante specifico della storia o per rendere volutamente ironica una determinata sequenza. All’inizio di “Death proof” la macchina delle giovani protagoniste della prima parte del segmento di Tarantino scompare nel nulla a causa di un salto simulato della pellicola, alcuni dialoghi diventano volutamente ridicoli grazie a strappi improvvisi del film ed alcune scene molto sexy vengono brutalmente ed intenzionalmente interrotte sul più bello. Nel segmento “Planet terror” lo scatto improvviso e calcolato della pellicola consente un passaggio di inquadratura che non sarebbe stato grammaticalmente plausibile in condizioni normali, ne deriva con chiarezza il prototipo di un nuovo parametro di sintassi del montaggio, una sorta di anti-soluzione che consente all’autore di giocare con la materia filmica senza prendersi troppe responsabilità sulle conseguenze. Il fruscio di una colonna sonora rovinata, la sovraesposizione o la caduta simulata del mascherino consentono di  creare momenti di suspence originalissimi e perfettamente funzionali al racconto. Il deficit tradizionale di una vecchia e rosicchiata pellicola diventa improvvisamente una fonte di ricerca e di sperimentazione, qualcosa di unico ed accattivante. Inoltre il taglio violento ed il passaggio improvviso e brutale da una scena all’altra in un caso di simulazione come questo diventa una soluzione originale per sfuggire da un difetto di sceneggiatura o da un buco nel ritmo del racconto.
 
Il finto trailer come cortometraggio alternativo o spettacolo pilota
I finti trailers di “ Grindhouse “ sono a conti fatti piccoli cortometraggi che fanno del linguaggio promozionale tipico dei trailers il sistema linguistico base per i loro racconti. Non serve più la narrazione lunga ed accurata di un film, il trailer sintetizza all’esasperazione i concetti base del racconto e si sostituisce definitivamente al racconto stesso, un sistema originale e provocatorio per raccontare storie molto brevi. In realtà pare che Robert Rodriguez (autore di un segmento lungo ma anche del finto trailer “Machete”) voglia fare del suo corto un video per il mercato dvd. Con lo stesso principio i trailers di Eli Roth ed Edgar Wright potrebbero diventare due segmenti lunghi di un possibile “ Grindhouse 2 “. Se i finti trailers perdessero la loro identità originale si trasformerebbero in spettacoli pilota, piccoli teaser screening test di film di prossima produzione, un fenomeno originale che potrebbe dare origine ad un nuovo modo di comunicare con il pubblico.
    
 
Dalla donna oggetto alla donna soggetto
Il film collettivo “Grindhouse” segna il passaggio della figura femminile da oggetto di desiderio sessuale a soggetto attivo della struttura del racconto pur mantenendo la carica sexy delle sue ispiratrici, tutte le figure femminili di questo film sono reattive, emancipate e caratterialmente forti. Il segmento di Tarantino si divide in due parti perfette: la prima vede come soggetto centrale il personaggio di Jungle Julia, una D.J. forte e sensuale che scorrazza per la città in una notte di pioggia con le sue amiche facendo il pieno di alcolici e giocando alla seduzione con alcuni ragazzi senza lasciar loro mai il controllo della partita. L’unica figura maschile centrale del film è un vecchio stuntman sfregiato che si rivelerà ben presto un serial killer con forti complessi capace di raggiungere un erezione solo dopo un violentissimo impatto in automobile. Ossessionato da Jungle Julia e le sue amiche si scontrerà in un violentissimo frontale contro di loro uccidendole tutte con un emblematica amputazione della gamba di Jungle Julia intesa come “castrazione” della femminilità emancipata ed espressa . La seconda parte del segmento di Tarantino è sostanzialmente la rivincita del femminile ed è simboleggiato dalla figura di Abernathy e dalle sue amiche stuntman che daranno filo da torcere al serial killer sino alla rivincita finale con la distruzione del “vecchio” maschile. Nonostante questa forza femminista il segmento di Tarantino non manca di usare il corpo della donna come oggetto di gioco e seduzione con una scena di lap dance caldissima ed un tripudio di lunghissimi dettagli su piedi cosce e sederi femminili. Comincia con la lap dance anche il segmento di Rodriguez ed introduce Cherry, la figura centrale dell’episodio. Cherry come Jungle Julia dovrà perdere una gamba, divorata dagli zombies, per trovare se stessa ed il suo potere interiore simboleggiato dall’ironica e divertente sostituzione della gamba con un lunghissimo e fallico fucile mitragliatore con lancia granate, tutti gli esempi di maschili cazzuti del film saranno invece destinati a soccombere.
Earl McGraw : Uno sceriffo per due autori
Michael Parks ha iniziato la sua carriera di attore in televisione negli anni 60’ interpretando molti ruoli da caratterista che hanno indubbiamente influenzato la gioventù di Quentin Tarantino e di Robet Rodriguez. Nel 1966 interpreta la parte di Adamo nella versione della Bibbia realizzata da John Huston, nel 1969 interpreta 27 episodi di una serie tv intitolata "Then Came Bronson", la serie viene sospesa dopo solo un anno e Parks ripiomba definitivamente nella professione di caratterista per la tv ottenendo un secondo momento di popolarità nel ruolo di Jean Renault per la serie di David Lynch “Twin Peaks”. Il volto di Parks è uno di quei classici visi che lo spettatore riconosce al volo guardando distrattamente un telefilm alla tv senza però riuscire a ricordarsi dove abbia già visto quella faccia. Nel 1996 l’attore Parks viene scelto da Tarantino e Rodriguez proprio per la sua peculiarità di “illustre ignoto” per il ruolo del Texas Ranger Earl McGraw nelle sequenze iniziali del film “ From dusk till dawn – Dal tramonto all’alba “. Sebbene il personaggio di McGraw muoia dopo i primi minuti del film, Tarantino e Rodriguez rilevano la simpatia potenziale di questo personaggio e decidono di farne un personaggio trasversale, cioè un carattere che possa essere utilizzato indistintamente da entrambi i registi come figura minore ma caratteristica dei loro film. In questo modo nasce probabilmente il primo carattere trasversale della storia del cinema, cioè un piccolo personaggio a cui non sono mai concessi più di 5 o 6 minuti del racconto e che normalmente funge da supporto a scene più importanti, ma che rispetto ai suoi predecessori (ad esempio Jay e Silent Bob di Kevin Smith, vincolati però ad un singolo regista) possa essere una sorta di congiunzione nascosta tra le filmografie dei due registi. Lo sceriffo McGraw compare per la seconda volta in “ Kill Bill Vol.1 “ di Tarantino, entra nella scena del delitto dove giace il corpo della sposa dopo il massacro di Bill nella chiesetta in mezzo al deserto. Con il progetto collettivo di “Grindhouse” Parks/McGraw compare sia nell’episodio “Death proof” di Tarantino che nell’episodio “Planet terror” di Rodriguez, intorno a lui si verifica il caso più esplicito di collegamento trasversale tra gli episodi di “Grindhouse”. McGraw è presente con suo figlio Edgar (anche lui sceriffo) nell’ospedale in cui vengono ricoverate le vittime del primo incidente stradale di “Death proof”, in quella situazione lo vediamo discutere in uno strano tono con la dottoressa Dakota Block ed ipotizzare esplicitamente che Stuntman Bob sia un serial killer che uccide con la propria automobile. McGraw compare poi in “Planet terror” e per l’occasione scopriamo che in realtà la dottoressa Dakota Block non è altro che sua figlia.
 
Altri collegamenti fra i segmenti di “ Grindhouse “
Oltre al personaggio di Earl McGraw e famiglia compaiono in entrambi gli episodi del film “ Grindhouse” anche le gemelle Babysitter che vediamo come semplici comparse nell’episodio “Death proof” di Tarantino e come figure di supporto ai protagonisti nell’episodio “Planet terror” di Rodriguez. Inoltre alcuni attori recitano in entrambi gli episodi o in alcuni finti trailer impersonando ruoli diversi: Michael Biehn è lo Sceriffo Hague in "Planet Terror" ed uno sceriffo generico nel finto trailer "Thanksgiving" di Roth, Jeff Fahey interpreta J.T. in "Planet Terror" ed un più generico signore ben vestito in "Thanksgiving", Nicky Katt è un ragazzo di nome Joe in "Planet Terror" ed un commesso che vende copie in nero della versione italiana di “Vogue” in "Death Proof", Jordan Ladd è l’amica di Jungle Julia (Shanna) in "Death Proof") e Judy in "Thanksgiving", Rose McGowan è la protagonista mora di “Planet terror” ma anche una vittima bionda in "Death Proof". Infine compaiono in parti diverse anche i registi Eli Roth ("Death Proof" e "Thanksgiving") e Quentin Tarantino  ("Planet Terror" e "Death Proof")
 
CREDITI DIVISI PER EPISODI E FINTI TRAILER
PLANET TERROR
Regia: Robert Rodriguez
Sceneggiatura: Robert Rodriguez
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 6 Aprile 2007 (USA)
 
 – Interpreti principali –
Rose McGowan : Cherry Darling
Marley Shelton : Dottoressa Dakota Block
Freddy Rodriguez : El Wray
Naveen Andrews : Abby
Bruce Willis : Colonnello Muldoon
Michael Biehn : Sceriffo Hague
Jeff Fahey : J.T
Josh Brolin : Dr. William Block
Michael Parks : Earl McGraw
Tom Savini : Vice-sceriffo Tolo
Quentin Tarantino : Stupratore infetto
Electra ed Elise Avellan : Gemelle babysitter
 
Produttori: Elizabeth Avellan, Sandra Condito, Shannon McIntosh, Tom Proper, Robert Rodriguez, Pilar Savone, Erica Steinberg, Quentin Tarantino, Bob Weinstein ed Harvey Weinstein.
Colonna sonora originale: Graeme Revell, Robert Rodriguez e Carl Thiel.
Direttore della fotografia: Robert Rodriguez
Montaggio: Ethan Maniquis e Robert Rodriguez.
 
DEATH PROOF
Regia: Quentin Tarantino
Sceneggiatura: Quentin Tarantino
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 6 Aprile 2007 (USA)
 
 – Interpreti principali –
Rosario Dawson : Abernathy
Sydney Tamiia Poitier : Jungle Julia
Kurt Russell : Stuntman Mike
Zoe Bell : Zoe
Melissa Arcaro : Venus Envy
Vanessa Ferlito : Arlene
Jordan Ladd : Shanna
Rose McGowan : Pam
Monica Staggs : Lanna Frank
Tracie Thoms : Kim
Mary Elizabeth Winstead : Lee
Marcy Harriell : Marcy
Eli Roth : Dov
Quentin Tarantino : Warren
Michael Parks : Earl McGraw
James Parks : Edgar McGraw
Marley Shelton : Dottoressa Dakota Block
Electra ed Elise Avellan : Gemelle babysitter
 
Produttori: Elizabeth Avellan, Sandra Condito, Shannon McIntosh, Tom Proper, Robert Rodriguez, Pilar Savone, Erica Steinberg, Quentin Tarantino, Bob Weinstein ed Harvey Weinstein.
Produttore aggiunto (solo per “Death Proof”) : James W. Skotchdopole
Il film non possiede una propria colonna sonora originale ma solo una selezione di brani provenienti da altri film degli anni 70’.
Direttore della fotografia: Quentin Tarantino
Montaggio: Sally Menke.
 
MACHETE (finto trailer)
Regia: Robert Rodriguez
Sceneggiatura: Robert Rodriguez
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 6 Aprile 2007 (USA)
 
          Interpreti principali –
Danny Trejo : Machete
Alicia Rachel Marek : Redhead Babe
Cheech Marin : Padre Benicio Del Toro
 
Produttori: Elizabeth Avellan, Sandra Condito, Shannon McIntosh, Tom Proper, Robert Rodriguez, Pilar Savone, Erica Steinberg, Quentin Tarantino, Bob Weinstein ed Harvey Weinstein.
Produttore aggiunto per tutti i finti trailers : Eli Roth
Il film non possiede una propria colonna sonora originale ma solo una selezione di brani provenienti da altri film degli anni 70’.
Direttore della fotografia: Robert Rodriguez
Montaggio non accreditato.
 
THANKSGIVING (finto trailer)
Regia: Eli Roth
Sceneggiatura: Jeff Rendell ed Eli Roth.
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 6 Aprile 2007 (USA)
 
          Interpreti principali –
Michael Biehn : Sceriffo
Mark Bakunas : Vice-sceriffo
Chris Briggs : Cugino che vomita
Jeff Fahey : Signore elegante (J.T.?)
Daniel S. Frisch : Il turco
Jay Hernandez : Bobby
Vendula Kristek : Cheerleader
Liliya Malkina : Nonna
Eli Roth : Tucker
Kevin Wasner : Il pellegrino turco
 
Produttori: Elizabeth Avellan, Sandra Condito, Shannon McIntosh, Tom Proper, Robert Rodriguez, Pilar Savone, Erica Steinberg, Quentin Tarantino, Bob Weinstein ed Harvey Weinstein.
Produttori aggiunti per tutti i finti trailers : Eli Roth e Andrew G. La Marca.
Produttori aggiunti (solo per “Thanksgiving” : Daniel S. Frisch e Gabriel Roth.
Colonna sonora originale: Nathan Barr.
Direttore della fotografia: Milan Chadima
Montaggio non accreditato.
 
DON’T (finto trailer)
Regia: Edgar Wright
Sceneggiatura: Edgar Wright
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 6 Aprile 2007 (USA)
 
          Interpreti principali –
Simon Pegg : Cannibale
Will Arnett : Voce off
Matthew Macfadyen : Vittima
Katie Melua : Vittima
Stuart Wilson : Il vecchio
 
Produttori: Elizabeth Avellan, Sandra Condito, Shannon McIntosh, Tom Proper, Robert Rodriguez, Pilar Savone, Erica Steinberg, Quentin Tarantino, Bob Weinstein ed Harvey Weinstein.
Produttori aggiunti per tutti i finti trailers : Eli Roth e Andrew G. La Marca.
Colonna sonora originale: David Arnold.
Direttore della fotografia non accreditato.
Montaggio non accreditato.
 
WEREWOLF WOMEN OF THE S.S. (finto trailer)
Regia: Rob Zombie
Sceneggiatura: Rob Zombie
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 6 Aprile 2007 (USA)
 
          Interpreti principali –
Nicolas Cage : Fu Manchu
Sybil Danning : Gretchen Krupp
Udo Kier : Franz Hess
Sheri Moon : Eva Krupp
Bill Moseley : Dr. Heinrich von Strasser
 
Produttori: Elizabeth Avellan, Sandra Condito, Shannon McIntosh, Tom Proper, Robert Rodriguez, Pilar Savone, Erica Steinberg, Quentin Tarantino, Bob Weinstein ed Harvey Weinstein.
Produttori aggiunti per tutti i finti trailers : Eli Roth e Andrew G. La Marca.
Colonna sonora originale: Tyler Bates.
Direttore della fotografia : Phil Parmet.
Montaggio non accreditato.