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“The tribe” di Miroslav Slaboshpytskiy, Ucraina 2014 (Sitges 2014 – Feff 2015)

the tribe

Un’insegnante prova ad spiegare con il liguaggio dei segni a dei ragazzi sordomuti ucraini il significato della Comunità Europea, la metafora politica di questa singola scena varrebe da sola tutto il film. Miroslav Slaboshpytskiy gira un lungometraggio interamente nella lingua dei sordomuti, solo e soltanto con rumori di scena e sussurri strozzati e sofferti dei protagonisti, in una terra isolata dal mondo, prima per ragioni di regime ed ora per ragioni di guerra (più o meno dichiarata), sono i gesti fisici, la repressione e la dominazione del più debole a fare da padroni, il linguaggio è ridotto ai segni ed è la violenza ed il dolore degli eventi a scrivere i dialoghi impercettibili che non arrivano dalla bocca ma dal cuore di ogni singolo personaggio. Un film duro, vero e violento che racconta metaforicamente l’Ucraina che non vogliamo vedere e di cui non vogliamo sapere nulla. Miroslav Slaboshpytskiy ci mostra tutta la brutalità di una nazione sotto assedio dove l’unico modo per uscirne sembra quello di vendersi al miglior offerente o di combattere fino alla propria morte o del proprio oppressore. Una storia intensa e vioentissima che racconta la violenza di una banda di ragazzi, lo sfruttamento ed il mercato delle ragazze ucraine destinate ai “consumatori” italiani ed una società talmente ridotta alla strenuo delle sue forze dall’aver perso il potere del dialogo all’interno e d all’esterno di se stessa.

Daniele Clementi

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