Nella Russia omofoba di Putin anche solo parlare di omosessualità o esprimerla pubblicamente significa violare la legge. Elena Klimova giovane studentessa russa decide di aprire un sito internet chiamandolo “bambino 404” per raccogliere ed unire gli adolescenti omosessuali russi che vivono in segreto la loro natura o sono vittime di brutali pratiche di bullismo nelle scuole. Il codice “404” del nome si riferisce ad un’errore di tipo informatico molto noto dal popolo della rete (“L’errore 404 (o Not Found, inglese per non trovato), è un codice di stato standard del protocollo HTTP. Con questo, viene indicato che il client è in grado di comunicare con il server, ma che il server non ha trovato ciò che è stato richiesto, o il server è stato configurato in modo tale da non completare la richiesta. ” Fonte wikipedia). I bambini condannati dalla Russia di Putin ad essere considerati errori senza diritto di connessione con il resto della società si confessano a “Children 404”, raccontano le loro esperienze, il loro isolamento e la loro sofferenza consentono alla giovanissima Elena di realizzare un database in tempo reale di tutte le vittime adolescenti di omofobia nelle scuole russe e nella società. Elena Klimova per questo sarà indagata e processata per la violazione della legge federale n.54 con l’accusa di “propaganda gay” dalla quale verrà alla fine assolta. Un film semplice ma efficace che documenta una pagina terribile della storia della Russia contemporanea.
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