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" La Città Proibita " di Zhang Yimou (4)

Le pillole di Crazy Tiger

” La Città Proibita ” di Zhang Yimou

Recensione di Crazy Tiger

Oggi la mia pillola sarà ben più ridotta del solito in quanto tra il tradurre i sottotitoli in inglese e i pisolini che ho schiacciato vedendo questo film ho ben poco da scrivere. Questa volta Zhang Yimou ci fa esplorare la Cina del decimo secolo, la magnifica, opprimente e inaccessibile Città Proibita della dinastia dei Tang. Il regista non si è risparmiato in comparse e costumi, inappuntabili. La scenografia è, come suo stile, maestosa. Il lungometraggio sottolinea il fortunato momento economico che la Cina sta vivendo. La trama ruota intorno al dramma che si consuma all’interno di queste mura dorate, i giorni tutti uguali degli imperatori che non possono uscire o avere visite. Il trittico potere- solitudine- follia non viene giocato coinvolgendo a livello psicologico il pubblico come avviene ad esempio in Shining di Kubrick, ne con ironia come nel discusso Chinese Odyssey di Jeff Lau ma con una scansione teatrale con un risultato fatale per i centri nervosi che regolano il sonno. In realtà Yimou non aveva niente da dire. Unica nota positiva la presenza della grande Gong Li nei panni dell’imperatrice, la sua bravura spezza l’astrattezza dell’opera.

" Requiem " di H. Christian Schmid

LE PILLOLE DI CRAZY TIGER

Requiem

Germania, 2006
di H. Christian Schmid

Recensione di Crazy Tiger

Una storia vera ambientata negli anni sessanta in Germania, una giovane affetta da una patologia psichica viene creduta dalla famiglia e da lei stessa posseduta dal demonio in quanto si abbandona a piaceri peccaminosi come il ballo o lo studio e le risulta difficile concentrarsi in preghiera perchè voci persecutorie e allucinazioni la disturbano. Michaela in stato confusionale viene consegnata alla famiglia e sottoposta a una serie di esorcismi che l’uccideranno. Il film lavora sulla sola interpretazione degli attori, non vi sono effetti speciali e il regista si limita a descrivere la realtà con occhio pietoso ma senza eccedere restituendoci così il dramma della giovane donna. Michaela poteva essere curata, quasi cent’anni prima Freud, padre della psicoanalisi, pubblicò i suoi studi sull’isteria che rifletto proprio la patologia della protagonista. Un film notevole data l’odierna tendenza scostarsi dalle ricerche scientifiche e trovare rimedio in superstizioni, credenze popolari e arcaiche. Per paradosso nell’era della biogenetica, dell’informazione, dell’informatica persistono, anzi sono in aumento fenomeni mistici o pseudo tali. Molte riviste sono dotate di oroscopo e si sprecano le pubblicazioni di tarocchi, angeli, medium, esorcisti… non mancano ovviamente apparizioni televisive e radiofoniche. Pochi di noi arrivano a informazioni scientifiche, politiche o artistiche, gli altri possono accontentarsi di risolvere i loro problemi affidandosi alla provvidenza. Dopo l’Esorcista, nel 1973, in America sono talmente aumentate le richieste di questi riti da dover formare un corposo numero di sacerdoti specializzati, speriamo che dopo Requiem vi sia una forte richiesta di scienziati tanto da far rientrare i “cervelli in fuga” nostrani. Sarebbe bello poter intendere Requiem come la canzone finale di queste idiozie.

" 200 pounds beauty " di Kim Yong-hwa

200 pounds beauty

Sud Corea, 2006, 116′
regia di Kim Yong-hwa

Recensione di Crazy Tiger

Finalmente il trionfo al cinema della chirurgia plastica. Dopo la serie di programmi televisivi che all’ora di cena ci mostrano come spappolare il naso di un essere umano e ricostruirlo ecco questo film che ci suggerisce come la bellezza è veicolo di affermazione sociale, felicità e seduzione (magari da vedere dopo cena). La bellezza risponde a canoni estetici ben precisi, dettati dalla moda e dall’omologazione assolutamente banditi eleganza, grazia, salute, forza, giovinezza, intelligenza.. Hanna è una ragazza dotata ma è brutta e grassa (poverina), lavora nello spettacolo ma è solo una voce, quella di una bella ragazza che canta in playback. Dopo una serie di scene pseudo-comiche alquanto offensive la protagonista si ritira (anche qualche spettatore lo fa) per sottoporsi a una serie di interventi che la trasformeranno in una bellezza mozzafiato, finalmente potrà calcare il palcoscenico, avere successo e sedurre l’uomo della sua vita. Questo film è nato per essere puramente commedia, non vi è traccia di critica ma solo esaltazione dell’ignoranza che serpeggia al mondo. Il pubblico coreano ne è rimasto affascinato, mi immagino eleggere Hanna (post operazione) eroina di adolescenti (già) insoddisfatte.

" CHERMIN " di Zarina Abdullah

" CHERMIN " di Zarina Abdullah

Recensione di Crazy Tiger

Un film di genere horror ma non solo, questo è altresì un film di genere femminile data la massiccia presenza di donne nel cast, donne provenienti dalla cultura islamica. Una squisita conquista in un’ambiente prevalentemente maschile.
La regista mostra nella prima parte del film la disperazione della protagonista, Nastrin, in seguito a un incidente che le sfigura il volto. Durante il rientro a casa, in macchina la protagonista viene spaventata da quello che si rivelerà il fantasma che perseguita la sua famiglia. Nastrin stava per sposarsi ma in seguito all’incidente rifiuta il fidanzato per paura che costui la trovi disgustosa. Scene del film ritraggono attimi quotidiani e le preghiere delle donne, proprio in uno di questi momenti Nastrin viene a conoscenza della maledizione che grava sulla sua famiglia. La seconda parte del film si muove su due livelli: da una parte Nastrin che assume di giorno in giorno atteggiamenti sempre più strani dall’altra Mastura, prima moglie di un matrimonio combinato di un suo antenato. Mastura non viene mai amata dal marito che poco dopo si risposa. La donna sempre più sola e abbandonata si rifugia nella magia nera. Alla nascita del primogenito del marito la donna impazzisce e provoca la morte della seconda sposa dell’avo di Nastrin e maledice i suoi discendenti. Lo spirito di Mastura vive in uno specchio e a poco impossessa Nastrin facendole compiere gesti sconsiderati. Gli effetti speciali sono molto coinvolgenti anche se a volte gratuiti, dopo la possessione si intravede una mummia. La regista fa largo uso di inquadrature particolari come soggettive che risultano di grande effetto. Questo è il primo film a mostrare un esorcismo secondo il rito mussulmano qui, una scena, omaggia l’Esorcista di William Friedkin. Probabilmente non è stato facile narrare la vicenda, ogni parola, ogni espressione riguardante i rituali saranno state attentamente pesate. Indicativo di questo è il fatto che le sorelle Abdullh abbiano prodotto il film con le loro forze fondando la Starry Eye Production. La messa in gioco di Abdullah è alta per il suo primo lungometraggio tuttavia il risultato è relativo agli occhi occidentali che forse si aspettano descrizioni più intense del rito. Ma come vuole indicare un frammento dello specchio che dopo l’esorcismo viene dimenticato nella casa “è solo questione di tempo?”

Le pillole di Crazy Tiger:

Cari lettori, con sommo piacere do il benvenuto ad un/una recensionista mascherato/a.

Arriva Crazy Tiger, buona lettura con le recensioni in pillole !

" Arch angels " di Oda Issei

Il film è ispirato a un popolare manga giapponese ambientato in un surreale collegio cattolico; il regista si è affidato molto agli effetti speciali per rendere evidente questa situazione (surreale per il mondo asiatico meno per quello europeo) addirittuta trascurando l’ aspetto estetico rendendo gli effetti molto grezzi. Nel film c’ è l’intento di criticare un sistema scolastico superato e la Chiesa che dietro la sua facciata talvolta nasconde criminali. Dal collegio infatti scompaiono delle ragazze, la mano è proprio quella di libidinosi insegnanti, una suora e un prete che parlano un italiano strampalato.

" Mio fratello è figlio unico " di Daniele Lucchetti

un film divertente, ma non per questo leggero. la storia è ambientata negli anni sessenta e gioca sui rapporti di una famiglia che vive in una faticente casa popolare; proprio in questa famiglia possiamo riconoscere le maggiori tensioni sociali dell’ epoca, i contradittori rapporti tra fratelli nell’ età più vivace, spregiudicata e strafottente: l’ adolescenza. un film con una caratteristica ambiziosa: rappresentare in una micro- società (la famiglia) la macro- società, operazione eseguita magistralmente, senza tralasciare particolari della complessa problematicità dell’ Italia negli anni del boom economico.

" The good shepherd " di Robert De Niro

Primo di una trilogia dedicata a un tema molto caro a De Niro, la Cia. La metamorfosi di quest’agenzia dalle sue origini, all’alba della prima guerra mondiale, sino al 1961, con il fallimento della Baia dei Porci. I due film che seguiranno questo, dedicati allo stesso argomento saranno ambientati tra il 1961 e il 1989, con la Caduto del Muro, il secondo; l’altro dall’89 ai nostri giorni.
Lo spettatore è chiamato a prestare molta attenzione ai dialoghi e a colmare le lacune storiche che inevitabilmente compaiono dato il lungo cammino temporale che si riassume nelle quasi tre ore di film. De Niro e Eric Roth, lo sceneggiatore del film, ci raccontano la Cia attraverso la vita di un agente, Edward Wilson (Matt Damon) che sacrifica la propria esistenza per essere un buon servitore della Patria. Wilson perde tutto: le amicizie, l’ amore, la famiglia e la passione per la poesia in cambio riceve una vita costruita sul sospetto, il segreto e la paura. La suspense del film non è data da scene di azione perché non sono presenti, viene creata attraverso continui flashback. il film, nonostante il cast d’ eccezione, non convince completamente per via della sua inopportuna trascendenza politica, per una classica costruzione e il ricorso scontato ai flashback per alzare ritmo ed attenzione.