Prima di tutto bisogna riconoscere che questo "Family" di John Landis è davvero un film intelligente. Non speravo in così tanto considerato il primo film che Landis aveva concepito per la serie "Masters of horror" di Mick Garris. Circa un anno fa Landis aveva promeso al pubblico di Torino, in occasione della prima di "Deer woman", che avrebbe realizzato un lavoro di gran lunga superiore, ma nessuno si aspettava un piccolo diamante come questo. John Landis è certamente un talento atipico, un regista capace di passare dalla commedia demenziale assoluta come "Animal house" al musical moderno come "The blues brothers", sino al puro cinema del terrore con un film importante come "Un lupo mannaro americano a Londra". Anche questa volta landis ha stupito critica e pubblico con un lavoro fuori dai canoni e dalle previsioni. Tutto comincia con un bel gospel che ineggiando a Gesù non manca di ricordarci il dolore della carne, il sapore del sangue e le fiamme dell’inferno che bruciano l’anima e le carni dei peccatori in eterno, insomma una bella canzoncina da messa domenicale. Nulla di stravolgente dunque se il bravo Harold, protagonista del film, si diletti di sciogliere nell’acido dei poveracci che sequestra e uccide per ricomporre le loro ossa con il film di ferro, rivestirli e renderli membri allegri della sua perfetta famiglia americana. Harold non si limita a collezionare corpi ma parla pure con loro, ci litiga e li rende la perfetta controparte della sua psiche disturbata. Tutto sembra andare per il meglio nell’allegra famiglia di Harold, ma l’arrivo di nuovi vicini renderà la sua tranquillità domestica ricca di imprevisti. Non svelo altro … sarebbe "mostruoso". La sceneggiatura è stata scritta da Brent Hanley (autore di "Frailty").
Il film è stato presentato al Torino Film Festival 2006.
Daniele Clementi