FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2007
ROMA 2007: ” Rendition ” di Gavin Hood (2007)
Recensione di Daniele Clementi
I cinefili più attenti penseranno certamente a ” Fuga di mezzanotte – Midnight run ” di Alan Parker guardano alcune scene di questo film di Gavin Hood. Un classico film americano, uno di quelli girati con regole di ferro raffinate con la lunga pratica produttiva. Dopo i fatti delle Twin Towers il Cinema industriale americano, la grande hollywood, si è concentrata su questo tipo di produzioni con risultati discontinui, sopratutto quando si deve parlare di cose molto grandi e complesse come le ambiguità della Cia o le strane commistioni tra affari e politica che legano gli Stati Uniti ed il mondo arabo. Ma la struttura di ” Rendition ” è più semplice perchè limita la visione politica ad una prospettiva d’insieme molto generale e si concentra sul caso umano. Non mancano semplificazioni e sintesi affrettate nella composizione della sceneggiatura ma nella visione d’insieme il film funziona sia a livello ritmico che sul piano della sincerità ideologica. Il film racconta cosa sia un sequestro di persona a cura della Cia per motivi di sicurezza nazionale e nell’interesse della forte campagna di antiterrorismo esplosa dopo i fatti delle Twin Towers. Una legge messa a punto dall’amministrazione Clinton e degenerata sul campo quando la linea dura del presidente Bush ha preso campo. Il film punta a tranquillizzare le paranoie dello spettatore e a dimostrare che il fattore umano prevarrà rispetto alla macchina burocratica permettendo anche ad un innocente sequestrato ingiustamente di fare ritorno a casa. La Cia quindi è tanto buona quanto cattiva e viene definita tramite diversi personaggi in contrasto morale ed ideologico fra loro, la parte peggiore spetta però, e non è una novità agli arabi che sono descritti o come terroristi spietati o come poliziotti che agiscono al limite della legalità pur di ottenere risultati e poco importa che questo sia giusto o sbagliato o che le informazioni estorte sotto tortura siano vere o false. Gli attori rendono bene i loro ruoli ma la storia alla fine non dice nulla che non sia stato già detto da una moltitudine di altri film o documentari, un lavoro standard di tutto rispetto che non resterà nelle pagine della storia del Cinema ma che farà comunque la sua distinta figura nella rete commerciale delle sale e delle videoteche italiane.
Montaggio: Megan Gill.
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