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Il caso Coppola

Il nuovo film di Coppola ha stimolato (bene o male) gli animi dei recensionisti di questo blog.

Ecco quindi un breve post con i link a tutto quello che è stato scritto sul Blog a proposito di questo film, in ordine cronologico:

 

Recensione di Daniele Clementi

Recensione di Antonella Mancini

Recensione di Marina Pianu

INOLTRE

La recensione di " Coda : Thirty Years Later " di Eleanor Coppola (2007) a cura di Daniele Clementi

Questo documentario racconta la lavorazione del film di Coppola.

" Youth without youth – Un' altra giovinezza " di Francis Ford Coppola (2007)

" Youth without youth – Un’ altra giovinezza " di Francis Ford Coppola (2007)

Recensione di Marina Pianu

 

 

se non vi piace mircea eliade, o se il minimo contatto con il mondo esoterico
vi causa allergia, per carita’, evitate questo film. all’inizio vi sembrera’
una curiosa e divertente storia paradossale di un uomo che, colpito da un
fulmine, ringiovanisce prodigiosamente mentre le sue facolta’ intellettuali
vengono potenziate a livello sovrumano. poi spuntano i nazisti e il
divertimento cala, soprattutto se avete avuto l’accortezza di vedere il film
intorno al giorno della memoria (come ho fatto io). l’accoppiata fatale
esoterismo-nazismo (o antisemitismo o distruzionismo o fascismo) vi fara’
incazzare come iene. se vi piace incazzarvi e poi avete qualcuno a portata di
mano per fare a cazzotti, allora guardatelo e godetevi l’incazzatura. vi
passera’.

non ho letto la novella (tinereÅ£e fără tinereÅ£e, 1976) da cui e’ tratto il
film, per cui non posso valutare quanto e fino a che punto coppola l’ha
maltrattata (se). certamente questo regista, talvolta dall’aria tanto
bonacciona, ma dai trascorsi "alternativi" e anti-hollywoodiani, non e’ nuovo
ad avventure provocatorie e poco appetitose per la pacata, tranquilla media
borghesia. ci punge vaghezza sul motivo che lo ha spinto a interrompere un
silenzio decennale per trattare proprio questo testo, e per di piu’ di un
autore a dir poco controverso. nel suo diario, coppola si limita a dire che
"ama molto questo racconto ed e’ un fatto personale". per pudore non ci
spingiamo oltre, se non fosse che lui stesso ci guida su una possibile chiave
di lettura.

"Without what? What is missing? What could be the reason that the same person,
later in life, is unable to compete with himself as a younger artist?"

aleggia, sopra i fantasmi evocati dallo sciamano, lo spettro di dylan thomas?
certamente matei (il "miracolato" del racconto e del film) e’ costretto a
sfuggire alle inquietanti brame dei nazisti, e grazie alle sue vigorose
facolta’ mentali puo’ cavarsela benissimo da solo (si fabbrica documenti
falsi e si mantiene vincendo alla roulette), una volta aiutato e protetto dal
suo salvatore (un mai deludente bruno ganz). sicuro, la sua brama di
conoscenza e di fama, sia pur postuma, lo rende insensibile al danno causato
al prossimo (la scienza prima di tutto?), ne’ esita a far ricorso
all’omicidio per la sua sicurezza. il suo indubbio superomismo ci causa
problemi: accantoniamo nietzsche, che non si stanco’ mai di condannare
l’antisemitismo e le velleita’ pre-naziste (fanno testo le numerose lettere
alla sorella), ma che, attraverso un maligno malinteso fu abbondantemente
sfruttato a pretesto delle piu’ becere teorie razziste, e accantoniamo pure
quello che sappiamo delle vere idee politiche di eliade. non desta pure
qualche sospetto il totale isolamento politico e intellettuale di matei? non
dobbiamo dubitare della sua onesta’ intellettuale considerando l’egoismo
classista che pervade le sue avventure psichiche?

coppola non evita le questioni, ma neppure le mette in primo piano: la sua e’
l’indagine, affatto personale, sull’artista (o intellettuale) che sopravvive
a se stesso attraverso una seconda chance per superare se stesso, fuori dal
tempo e fuori dalla dimensione umana "normale". lo spettatore, galvanizzato
da ogni sospetto politico, restera’ affascinato dalla vicenda soprattutto
perche’ cerchera’ al tempo stesso di meditare sulle sue possibili reazioni e
sulle chance che non si e’ dato. e lo inchioda alla sedia la curiosita’ di
vedere "questo cretino dove vuole arrivare". il finale delude (resta senza
risposta la questione primaria di matei), e al tempo stesso consola: nessuno
puo’ sfidare il rigore del tempo senza pagarne lo scotto. fu tutto un sogno?
fu solo la deviazione mistica di un intellettuale isolato (magari costretto
dagli eventi politici e storici)? o fu un semplice (?) viaggio di andata e
ritorno nel regno delle impossibili possibilita’?

non possiamo neppure esulare da riferimenti al mito (si si, mito) di dorian
gray, che e’ poi quello piu’ antico e angosciante del doppio (il giovane se
stesso? o quello gia’ esperto?). forse sta in questo doppio, nelle sue
possibilita’ malvage o buoniste, sicuramente ciniche, la radice del nostro
disagio, disagio che il finale non annulla ne’ compensa. intorno all’ "uomo
nuovo", o post-storico, ruotano esseri umani veri, in carne ed ossa, con vere
emozioni e veri sentimenti, che, consapevoli o nolenti, si lasciano usare per
i suoi faustiani fini. cosi’ non lacrimiamo per la fragile e misteriosa
veronica, condannata ad una senescenza prematura dall’avidita’ ontologica di
matei.

gli addetti ai lavori forse storceranno il naso non una ma tre volte davanti
alla fantastica presenza di tucci, ma non possiamo non notare la evidente
somiglianza tra il personaggio reale, come e’ ritratto in una foto d’epoca
(http://giuseppetucci.garzilli.com/), e tim roth, fantastico interprete di
matei. supponenza scolastica e irrisolutezza di ricerca si mescolano infatti
in maniera molto fastidiosa. inutile dire che a coppola di queste questioni
non importa un fico: e’ ancora e sempre il viaggio irreale nel tempo che la
fa da padrone.

"Without conscience? The successful artist has to contend with economic issues
and questions of fame that the younger artist can only fantasize about.
Should I do it to make the big money or because it will make me even more
famous? Those are very dangerous questions not often compatible with doing
great work."
.

 

CREDITI
Regia: Francis Ford Coppola
Sceneggiatura: Francis Ford Coppola dal romanzo omonimo di Mircea Eliade
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 26 ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma (ITALIA)
 
          Interpreti principali –
Tim Roth : Dominic ed il suo doppio
Alexandra Maria Lara : Veronica e Laura
Bruno Ganz : Professor Stanciulescu
Matt Damon : Agente segreto americano con identità di giornalista del "Time" (non accreditato nei titoli di coda)
 
Produttori: Francis Ford Coppola, Anahid Nazarian, Fred Roos e Masa Tsuyuki
Colonna sonora originale: Osvaldo Golijov
Direttore della fotografia: Mihai Malaimare Jr.
Montaggio: Walter Murch

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" Youth without youth – Un' altra giovinezza " di Francis Ford Coppola (2007)

" Youth without youth – Un’ altra giovinezza " di Francis Ford Coppola (2007)

Recensione di Antonella Mancini

 

 

Sto iniziando a scrivere di malavoglia e da qualche giorno mi chiedo perché fatico a concentrarmi su questo film. Tutti infatti aspettavamo con ansia il ritorno di Coppola alla regia, dopo dieci anni di silenzio. E tutti ne esultavamo. Per la verità, a film visto, avrei preferito aspettar un po’ di più. Eppure avevo più volte ascoltato la splendida colonna sonora di Osvaldo Golijov ed ero piena di buone intenzioni, pronta ai ben 124’ di proiezione. Che mi sono parsi eterni.
Youth without youth, nella traduzione italiana diventato chissà perché Un’altra giovinezza, è uno show grandioso che vorrebbe affrontare i temi fondamentali dell’Uomo: il mistero della vita, il mistero della morte, l’ineluttabilità del tempo che passa, del tempo che ritorna, il viaggio nella memoria, il dramma del Doppio o per meglio dire della coscienza divisa, in una circolarità dove non c’è inizio e non c’è fine. Dunque siamo nel pieno di quelle tematiche che appassionano i filosofi da sempre. Molto ambizioso da trasporre in immagini, ma fattibile. Fattibile per un regista della stazza di Coppola. Peccato che, per farlo, Coppola scelga di ispirarsi all’omonimo romanzo di Myrcea Eliade, personaggio di intellettuale eclettico, noto soprattutto per le sue teorie sulla storia delle religioni e che sin dai lontani tempi dell’Università mi è sempre apparsa come figura ambigua e dai contorni fumosi. Ma questi sono gusti personali.
Veniamo al film. La storia gira intorno a un erudito professore rumeno di lingue antiche il quale insegue il sogno di risalire alle origini del linguaggio e attraverso questo di raggiungere la fama eterna. Disperando, ormai a settant’anni suonati, di riuscire nel suo intento, medita il suicidio proprio quando un fulmine lo colpisce scaraventandogli addosso non so quante migliaia di volts. Il professore se la cava, a dispetto di tutti, non solo, ma “si rigenera”, mette denti nuovi e, tolte le bende, è in tutto e per tutto un vigoroso giovanotto fra i trenta e quarant’anni, per giunta dotato di superpoteri. Per esempio gli basta toccare un libro che già ne assimila il contenuto. Naturalmente il nostro diviene un caso per la Scienza e una preda ghiotta per tutti, a incominciare da Hitler, che lo vuole conoscere personalmente e cerca in tutti i modi di farlo rapire. Inizia da questo momento una vita raminga da vero braccato, che attraversa venti anni cruciali della storia dell’Occidente, per concludersi nel 1955, quando, ormai ultracentenario, il protagonista torna nella sua Bucarest per morire, solo, in una fredda e nevosa notte d’inverno, scoprendo che forse tutto non è stato che un sogno.
Sullo sfondo di questa trama, in due ore di proiezione, succedono un mucchio di cose e molti incontri. Anche qui, in un’andirivieni tra passato, presente e futuro, come quando il protagonista intreccia una tardiva storia d’amore con una ragazzina sventata che, guarda caso, è identica alla fidanzata che ottant’anni prima lo aveva mollato perché si sentiva trascurata. La ragazzina invece lo adora e per lui rischia la pelle, accettando di aiutarlo nei suoi studi e reincarnandosi notte per notte in uno spirito del passato che parla fluentemente ora il sanscrito, ora l’egizio antico, ora il babilonese e giù indietro nel tempo. E sta quasi per arrivare al nocciolo, il nostro professore, se non fosse che la ragazza, al contrario di quanto accaduto a lui, in ogni reincarnazione acquista una decina d’anni, per cui dopo poco tempo è vecchia e praticamente prossima alla morte. Questa volta è il prof a lasciarla, rinunciando al suo sogno di gloria, in cambio della vita di lei, che così torna giovane. La ritroveremo di sfuggita con un bambinello in braccio, giovane e pimpante in una stazione ferroviaria di non si sa dove, mentre il prof non visto la osserva. Nè ci viene risparmiato un obbligato viaggio in India, con insigni studiosi e altrettanto comprensivi santoni, tutti che sembrano la caricatura di se stessi (e paesaggi francamente anonimi e inutili). Ma la circolarità attraverso allusioni trascendenti, fenomeni di metempsicosi e quant’altro, non si limita ai personaggi e alle loro vicende, ma coinvolge, sembrerebbe volerci dire Coppola, anche le arti, e fra queste il cinema. Da qui un uso della cinepresa con citazioni del passato e con riprese ardite a onor del vero molto belle e suggestive, se non fosse che il regista si affeziona alle sue trovate e ce le propone troppe volte.
Potrei andare avanti per un pezzo, ma voglio concludere. Una storia del genere, con tutte le sue implicanze morali e filosofiche – condivisibili o meno che siano – andava trattata con più “leggerezza”, con lievità, in modo da farle vestire il carattere (e il linguaggio) della metafora: una metafora universale per l’uomo. Una metafora dove ciascuno potesse ritrovare se stesso e capire qualcosa di più della vita e di sé. Invece Coppola, preso forse fra il pragmatismo della cultura americana e l’anelito a trascenderla, è caduto in una specie di truculenza descrittiva, che spesso rasenta il cattivo gusto e che la sua bravura nel darci immagini stupende non è sufficiente a superare. Una per tutte, le due rose che poi diventano finalmente tre con la morte: un simbolismo da strapazzo! Se poi la truculenza si coniuga col cerebralismo di maniera (e qui corre l’obbligo di ritirare in ballo Eliade), l’esito è pesante e deludente. Peccato.
Peccato anche perché per due ore assistiamo alla performance di un attore straordinario – Tim Roth – la cui versatilità e capacità di destreggiarsi tra l’ego di vecchio e l’identità di giovane sono veramente fuori del comune.

 

CREDITI
Regia: Francis Ford Coppola
Sceneggiatura: Francis Ford Coppola dal romanzo omonimo di Mircea Eliade
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 26 ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma (ITALIA)
 
          Interpreti principali –
Tim Roth : Dominic ed il suo doppio
Alexandra Maria Lara : Veronica e Laura
Bruno Ganz : Professor Stanciulescu
Matt Damon : Agente segreto americano con identità di giornalista del "Time" (non accreditato nei titoli di coda)
 
Produttori: Francis Ford Coppola, Anahid Nazarian, Fred Roos e Masa Tsuyuki
Colonna sonora originale: Osvaldo Golijov
Direttore della fotografia: Mihai Malaimare Jr.
Montaggio: Walter Murch

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ROMA 2007: " Youth without youth – Un’altra giovinezza " di Francis Ford Coppola (2007)

FESTA DEL CINEMA DI ROMA 2007

(c) Fondazione Cinema per Roma

ROMA 2007: ” Youth without youth – Un’ altra giovinezza ” di Francis Ford Coppola (2007)

Recensione di Daniele Clementi

 

Mircea Eliade fu un grande pensatore e scrittore, era nato a Bucarest ma viaggiò in tutto il mondo ed imparò 8 lingue: rumeno, francese, tedesco, italiano, inglese, ebraico, persiano e sanscrito. Fu ossessionato per tutta la vita dalla conoscenza e dal significato unico della coscienza umana. Non stupisce che Francis Ford Coppola abbia scelto una figura così intensa per riprendere la sua carriera cinematografica dopo 9 lunghi anni di silenzio artistico ed un pugno di pessimi film che lo hanno provocato. Il ritorno di un uomo di cinema straordinario passa per la consacrazione immaginifica di un grandissimo intellettuale della cultura moderna. La nuova giovinezza di Coppola si realizza attraverso la nuova giovinezza di Dominic (un magistrale Tim Roth) alter ego letterario di Eliade ed ora anche di Coppola, uno studioso che alla fine dei suoi giorni viene colpito da un fulmine che invece di ucciderlo lo rigenera fino a renderlo un uomo nuovo, più giovane, più forte e capace di acquisire la coscienza delle cose solo con lo sguardo, un novello Faust che vive intensamente il rapporto con il suo alter-ego, un “io” alternativo che lo tormenta e lo consiglia, lo aiuta e lo danneggia in un trionfo di giochi di campo ed in un gioco di recitazione che Roth rende letteralmente da brivido (imperdibile la versione originale inglese del film). Nel corso del suo viaggio tanto onirico quanto reale Dominic incontra Veronica che diverrà anche Laura e che in sè porta le molteplici vite di tantissime donne del passato, con cui Dominic può comunicare, donne che parlano sanscrito, poi egizio, poi assiro e che involvono ogni notte fino a lingue perdute di culture di cui il mondo ha perso la conoscenza e la coscienza. Corpi che invecchiano precocemente e ringiovaniscono altrettanto rapidamente fanno da scenografia di carne al nuovo viaggio ossessivo ed ossessionante di Copolla. Un film complesso e ricco, intellettuale e compiaciuto come solo un grande regista sa fare, ma stupefacente nella resa visiva ed emotiva. Il doppio di Dominic poi è ancestrale, una sorta di male perduto alle origini dell’umanità una sorta di grumo oscuro nella coscienza. Questo film meriterebbe un lungo Dossier ma nei tempi stretti di un festival questo è impossibile. Un film da non perdere perchè ricco e gustoso come un grande libro o un magnifico affresco. Il ritorno di Coppola è all’altezza delle aspettative del cinefilo dal palato più fine.

 

CREDITI
Regia: Francis Ford Coppola
Sceneggiatura: Francis Ford Coppola dal romanzo omonimo di Mircea Eliade
Uscita ufficiale nel paese d’origine: 26 ottobre 2007 alla Festa del Cinema di Roma (ITALIA)
          Interpreti principali –
Tim Roth : Dominic ed il suo doppio
Alexandra Maria Lara : Veronica e Laura
Bruno Ganz : Professor Stanciulescu
Matt Damon : Agente segreto americano con identità di giornalista del “Time” (non accreditato nei titoli di coda)
Produttori: Francis Ford Coppola, Anahid Nazarian, Fred Roos e Masa Tsuyuki
Colonna sonora originale: Osvaldo Golijov
Direttore della fotografia: Mihai Malaimare Jr.
Montaggio: Walter Murch

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