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Dossier " Resident Evil " (2002 – 2010)

 

RESIDENT EVIL (tutti i film della serie)
(Post Aggiornato con il quarto film)
 
Dossier a cura di Daniele Clementi
 
Da George Romero al videogame e ancora a George Romero
 
Nel 1996 la società giapponese Capcom mise in cantiere un videogioco sparatutto in prima persona (stile “Doom”) ispirato alla saga dei morti viventi di George Romero, ed al film giapponese di genere gore splatter “Suito Humo” (1989) del grande Kiyoshi Kurosawa; interpretato da Juzo Itami (il regista del capolavoro “Tampopo” – 1985). Il gioco doveva avere una trama cinematografica ed ispirarsi allo stile videoludico indicato da due grandi giochi di successo: “Alone in the dark” e “Sweet Home” (da cui era tratto il film “Suito Humo”). Dopo una prima fase gli sviluppatori si resero conto che il progetto stava prendendo una nuova direzione ed il limite di sparatutto in prima persona avrebbe limitato la spinta creativa del gioco. Si scelse pertanto di rinunciare alla somiglianza con il gioco di “Doom” e grazie a questa decisione la Capcom riuscì a fare primi passi in un nuovo genere di videogame chiamato “survival horror” che avrebbe riconosciuto in “Resident Evil” il primo esempio. Dopo il primo capitolo del videogame ne sarebbero seguiti molti altri ed il protagonista maschile sarebbe scomparso, sostituito da diverse guerriere figlie naturali del mito di Lara Croft (“Tomb raider”). Nel 2000 la Capcom cominciò a maturare l’idea di realizzare un film ispirato al mondo creato dai videogame della serie “Resident Evil”, naturalmente il primo artista ad essere contattato fu proprio il padre naturale dei morti viventi del cinema: George Romero. Il regista però sentiva troppo stretta la morsa del controllo dei dirigenti della capcom e dell’ associata Sony e rilevò quasi subito quanto fosse difficile sviluppare un film in autonomia artistica rispetto ai parametri imposti dalle società giapponesi. Romero realizzò molto presto che la struttura narrativa del videogioco era già un soggetto autonomo e la messa in scena dello stesso non richiedeva un autore ma un tecnico competente e più facilmente disposto a compromessi di marketing. Il progetto cinematografico di “Resident Evil” si interruppè per qualche mese ed i giornali specializzati cominciarono a perdere la speranza di una riduzione cinematografica degna di questo termine.
 
Paul W.S. Anderson
 
Paul Anderson si era formato lavorando in Tv e sviluppando un buon talento per spot pubblicitari e videoclip, prima di tutto però era un grande fan del mondo dei videogiochi. Il regista si era fatto conoscere nell’ambiente dei Festival con un piccolo film d’esordio intitolato “Shopping” (1994), l’anno seguente si era occupato della regia della riduzione cinematografica del videogame “Mortal Kombat” (1995) interpretato da Christopher Lambert (che aveva indicato ai giornali specializzati una similitudine stilistica fra il regista Anderson e l’australiano Russell Mulcahy con cui aveva lavorato per “ Highlander ” – 1986). Il successo commerciale di “Mortal Kombat” aveva permesso ada Anderson di sviluppare un progetto molto più ambizioso come il fanta-horror “ Event Horizon – Punto di non ritorno “ (1997), un film di genere molto ben girato e sottovalutato sia dalla critica che dal pubblico di quel decennio. La carriera di Anderson aveva subito un duro colpo l’anno dopo con il pessimo “ Soldier “ (1998) un film di fantascienza interpretato da Kurt Russel e ancora inedito in Italia per motivi qualitativi più che comprensibili. Anderson preferì sparire dal giro cinematografico per qualche anno concentrandosi in progetti televisivi ed affinado la sua passione per i videogame. Nel 2001 i dirigenti della Capcom e della Sony videro il film di Anderson “ Event Horizon – Punto di non ritorno “ (1997) e dato che aveva già lavorato con tematiche di fantascienza ed horror sembrò ai dirigenti la figura più indicata per il progetto, si convinsero definitvamente della loro scelta considerando che Anderson aveva già avuto esperienza con le riduzioni cinematografiche dai videogame ( “Mortal Kombat” – 1995 ). Anderson però non si limita a trarre ispirazione dai videogiochi di “Resident Evil” ed assimila al suo lavoro anche delle sfumature derivate da almeno altri due giochi con cui si era cimentato: “Half Life” e “Rainbow Six”, mentre sviluppa il progetto per la Capcom, Anderson cerca infatti di ottenere senza però riuscirvi i diritti per lo sfruttamento cinematografico di questi due giochi. Le influenze subite da Anderson si ripercuoteranno nella struttura narrativa del film basato sui giochi della Capcom migliorando la struttura narrativa e rendendo la riduzione cinematografica molto più aperta a commistioni di genere e di linguaggi visivi rispetto ai giochi da cui deriva.
 
 
(c) Capcom /Sony / Screen Gems
 
 
“ Resident Evil “ di Paul W.S. Anderson (2002)
 
 
Il film segna l’esordio di Anderson come sceneggiatore e con risultati davvero notevoli, Anderson crea la figura di Alice ,protagonista assoluta della serie, una ragazza stupenda che si muove in un metaforico paese delle meraviglie dominato dal terrore e dal raccapriccio. Il film comincia con un furto presso un laboratorio segretissimo ed il contagio dei “residenti” dello stesso con un misterioso virus che li renderà dei morti viventi. Alice si risveglia nuda sotto la doccia, non ricorda come si chiami e non ha la più pallida idea di quale sia il suo passato, si ritrova sola in una grande casa (molto simile a quella concepita per il videogame “Sweet Home”) e non ha idea del perché ci siano foto di lei in abito da sposa vicino ad un perfetto sconosciuto o del perché all’interno del mobile vicino al suo letto ci sia un intero cassetto pieno zeppo di armi da fuoco. Prima di poter capire meglio la situazione la ragazza viene travolta dall’irruzione di una squadra speciale di militari che sembrano conoscerla e che la identificano come “soldato”, all’interno della casa c’è un secondo personaggio un poliziotto (almeno così lui dice) che sembra volerla proteggere dalla squadra speciale. Alice accompagna i militari all’interno della casa e con suo grande stupore scopre che in realtà l’enorme villa in cui si trova non è altro che l’accesso segreto di un gigantesco laboratorio segreto costruito sotto la città di Racoon City e chiamato “L’alveare”, naturalmente si tratta del laboratorio visto nelle prime scene del film.Trattandosi di un “Survival game” la versione cinematografica del gioco ne deve rispettare alcune regole base, per questo motivo Anderson costruisce una sceneggiatura molto vicina alla suddivisione narrativa dei videogame. La storia è logicamente divisa in più livelli (come un gioco) e più la partita/racconto si sviluppa e più difficile diventa la situazione, i colpi di scena sono soggetti ai passaggi di livello del film e le caratterizzazioni dei personaggi sono tagliate per adeguarsi ai tipici personaggi di supporto che il giocatore può trovare in questo genere di videogame. Ogni volta che Alice supera una prova o un avversario; ottiene una specie di regalo raffigurato da un flashback che le consenta di ricostruire il suo passato e contemporaneamente disegnare i tratti principali di quello che sarà lo scontro finale esattamente come capita nei videogame. I giocatori/protagonisti del film devono superare diversi pericoli raffigurati dai “residenti diabolici” infettati dal virus nel laboratorio, si aggiungono alcune creature mutanti che sembrano essere un livello superiore dei mostri creati dal virus ed un computer centrale che custodisce per conto di una multinazionale chiamata “Umbrella Corporations” i segreti del laboratorio e non intende lasciare che i visitatori escano vivi dal labirinto sotteraneo. Il computer si chiama “La regina rossa” ed è una chiara evoluzione del mitico Hal 9000 di “ 2001: Odissea nello spazio “ (1968) di Stanely Kubrick, possiede anche una sua interfaccia olografica raffigurante una bambina capricciosa e disobbediente che può letteralmente uccidere i suoi interlocutori. Il ritmo del film è molto serrato ed il livello di spettacolarità consente di passare con piacere 96 minuti con il fiato sospeso. Alla fine del gioco sopravviveranno solo Alice ed il poliziotto che si rivelerà essere un no-global ambientalista intenzionato a sbugiardare la multinazionale “Umbrella Corporation” e rivelare al mondo i terribili esperimenti realizzati dentro al centro segreto “L’alveare”. Ma il premio per i giocatori/protagonisti non sarà altro che un secondo arresto da parte di altri uomini della multinazionale. Alice si risveglierà nuovamente da un profondo sonno in un altro luogo a lei sconosciuto, questa volta l’ospedale abbandonato di Racoon City. Uscita dall’ospedale e ritroverà la città stravolta ed incendiata ed in lontananza le urla raccapriccianti dei morti viventi, la ragazza carica un fucile raccolto in una volante della polizia distrutta ed aspetta che i nuovi “residenti” di Racoon city si facciano avanti: la storia continua … Una citazione d’onore la merita la magnifica colonna sonora realizzata da Marylin Manson con il supporto di Marco Beltrami, un melange di nuove sonorità e classiche melodie Heavy Metal: un lavoro davvero memorabile.
 
 
(c) Capcom / Sony / Screen Gems
 
 
“ Resident Evil : Apocalypse “ di Alexander Witt (2004)
 
 
Il successo internazionale del primo film della serie riesce a rivitalizzare il filone cinematografico dei morti viventi, nel giro di pochi anni a seguire Edgar Wright realizzerà il geniale “ Shaun of the dead “ (2004), e la Universal acquisterà i diritti del classico di Romero “ Dawn of the dead – Zombi “ (1978) per assegnarne a Zack Snider il remake dal titolo “ Dawn of the dead – L’alba dei morti viventi “ (2004). Lo stesso Romero potrà riprendere il suo filone con più mezzi e notevoli variazioni creative. Paul Anderson deciderà invece di lasciare la saga preferendo l’offerta dei dirigenti della 20th Century fox per la riduzione cinematografica del fumetto e del videogame “ Alien Versus Predator “ della Dark Horse Comics. Perso il regista della serie la produzione ricapitolerà su Alexander Witt assistente alla regia e responsabile della seconda unità di mestiere, che dopo l’esordio da regista con il seguito del film di Anderson preferirà ritornare al suo lavoro originale. La paternità di Anderson al progetto rimarrà però immutata grazie alla scelta di mantenere il suo ruolo di sceneggiatore. Il secondo capitolo è un trionfo di banalità, la struttura è piena di buchi ed i personaggi non reggono il paragone con il film precedente. La storia si sviluppa subito dopo il finale del primo: la città di Racoon City è in preda ai morti viventi e la protagonista Alice ed il suo unico amico sopravissuto sono sequestrati dalla multinazionale “Umbrella Corporation” per essere utilizzati come cavie. Entrano in gioco nuovi personaggi ,alcuni dei quali tratti dal videogioco, Jill Valentine è una superpoliziotta che sembra la clonazione di Alice, conosciamo l’ingegnere che ha concepito il computer “Regina rossa” e la sua bambina che ne ha ispirato l’interfaccia olografica, infine viene introdotto il personaggio di J.T. (un piccolo criminale di colore molto coraggioso e simpatico). Nel finale Alice dovrà scontrarsi con Nemesis (villain del terzo capitolo dei videogiochi) che altri non è che l’ambientalista no-global sequestrato alla fine del primo film e tramutato in mostro dalla multinazionale (la metafora è un po’ deboluccia). Nel finale viene introdotto un personaggio determinante per il prossimo capitolo: il Dr. Isaacs, che sembra essere l’unico vero deus ex machina dell’intero progetto “Nemesis”. L’unica cosa che rende questo film importante è il suo collegamento con il primo ed il terzo, per il resto è un pessimo seguito di un bel film di genere.
 
 
(c) Capcom / Sony / Screen Gems
 
 
“ Resident Evil : Extinction “ di Russell Mulcahy (2007)
 
 
Russell Mulcahy approda alla serie di “ Resident Evil “ dopo una lunga carriera di film di genere ed un robustissimo background nel mondo dello spot e del videoclip. Il suo esordio è nel 1979 con il film indipendente “Derek and Clive Get the Horn “ (1979), ma la celebrità internazionale la raggiungerà solo nel 1984 con l’originalissimo horror “ Razorback – L’urlo del demonio “. Nel 1986 viene consacrato come uno dei registi più promettenti del cinema di genere grazie al suo capolavoro “ Highlander – L’ultimo immortale “ ed il relativo e pessimo seguito “ Highlander II: The Quikening – Highlander II : Il ritorno “ (1991). Dal 1991 fino al 1994 segue un periodo sfortunato dove il regista, pur essendo molto prolifico, non riesce a ripetere i risultati promettenti dei suoi primi film. Nel 1994 realizzerà una costosissima riduzione cinematografica del famoso eroe a fumetti “L’ombra” con un film intitolato “ The Shadow – L’uomo ombra “ (1994), il film, costruito sulla falsa riga di “ Batman “ (1989) di Tim Burton e “ Dick Tracy “ (1990) di Warren Beatty, si avvale della presenza di due attori tanto talentuosi quanto difficili da gestire come Alec Baldwin e John Lone, purtroppo le scelte di Mulcahy ed il budget impegnativo del film non basteranno per garantire il successo commerciale dell’opera ed il regista si ritroverà costretto ad accettare progetti minori pur di continuare a lavorare. Nel 1999 collaborerà una terza volta con Christopher Lambert nel poliziesco “ Resurrection “ (1999) ottenendo un risultato poco incoraggiante e scomparirà nel mondo delle serie televisive dove lavorerà specializzandosi come regista di episodi pilota. Quando Paul W.S. Anderson pensa a lui per la regia del terzo capitolo di “ Resident Evil “ il regista Mulcahy è ormai ricordato dal grande pubblico solo per avere diretto nel 1986 il primo film della serie di “ Highlander “. In realtà per Anderson Mulchay è sempre stato un maestro e quando aveva iniziato la sua carriera considerava il film “ Highlander “ un punto di riferimento per sviluppare il suo stile, Lambert aveva rilevato delle somiglianze stilistiche fra i due già durante la lavorazione di “ Mortal Kombat “ e quindi ad Anderson sembrò piuttosto naturale assegnare il terzo capitolo della sua creatura ad un regista che in passato era stato così importante per lui. Il terzo film della serie comincia citando esplicitamente la sequenza iniziale del primo capitolo volendo in qualche modo chiudere il cerchio. In un mondo desolato ed ostile dove i morti viventi sono divenuti i padroni della terra e l’acqua è ormai quasi introvabile la nostra eroina Alice viaggia per autostrade apparentemente deserte, ma insidiate da creature mostruose che una volta potevamo chiamare esseri umani. Il film calca la mano sulla fantascienza post-catastrofica e cita molto esplicitamente il cinema di George Miller (antesignano estetico di Mulchay e forse anche di Anderson) e la saga cinematografica di “ Mad Max “. Gli ultimi esseri viventi vivono in piccoli gruppi di carovane nomadi in cerca continua di benzina e viveri mentre i sopravissuti scienzati e padroni della multinazionale “ Umbrella Corporation “ giocano a fare Dio nascosti nei sotterranei delle grandi città del mondo. Anderson come sceneggiatore e Mulchay come regista descrivono un mondo distrutto dall’avidità delle multinazionali e privato delle linfa essenziale : l’acqua. Seppure il tempo a disposizione non basti per concedersi troppe congetture politiche il messaggio no-global emerge con chiarezza anche in questo terzo capitolo. La figura di Alice invece si evolve (anche in seguito agli esperimenti genetici che la  “ Umbrella Corporation “ ha fatto su di lei) in una sorta di semidea invincibile e dotata di poteri medianici e di un vero e proprio esercito di cloni. Compare anche l’interfaccia di un computer “buono” (evidente antitesi della regina rossa del primo film) chiamato “ la regina bianca”. Lo scontro finale sarà in un laboratorio sotteraneo dove Alice ritroverà un luogo identico alla villa in cui si risvegliava nel primo film, insomma tutto finisce dove tutto ha avuto inizio.

 
 
(c) Capcom / Sony / Screen Gems
 
 

" Resident Evil: Afterlife " di Paul W.S. Anderson (2010)

Paul W.S. Anderson torna alla regia della saga di Resident Evil ad 8 anni di distanza dal primo film scritto e diretto proprio da lui. Nel mezzo sono trascorsi altri due film, entrambi sceneggiati da Anderson ma il primo dei due seguiti Resident Evil: Apocalypse diretto da Alexander Witt mentre il secondo Resident Evil: Extinction diretto dal decano Russel Mulcahy. Il film vuole essere l'inizio di una seconda trilogia dedicata alla saga horror e per segnare una seconda partenza ecco tornare l'autore della serie che questa volta si confronta con gli strumenti del nuovo 3D studiato alcuni mesi fa per il film Avatar utilizzando proprio i medesimi macchinari. La storia parte dai punti lasciati in sospeso dal terzo capitolo e più che un secondo inizio pare essere una naturale prosecuzione della saga raccontata nei film precedenti, la battaglia guidata dalle Alice clonate ha ferito ma non distrutto la bieca multinazionale Umbrella Corporation che continua a nascondersi nelle viscere della terra mentre in superfice i morti viventi, frutto di un esperimento fallito della multinazionale, dominano ogni città in un mondo privo di acqua e risorse energetiche primarie. In verità alcuni elementi narrati nei film precedenti sembrano abbandonati al loro destino in questo film, che aggiunge carne al fuoco ma non risolve del tutto gli elementi introdotti nei film precedenti. All'inizio del film Alice perde i poteri che la rendevano praticamente una guerriera immortale e perde tutti i suoi cloni guerrieri, si ritrova sola contro una sorta di "terminator" che apparentemente svolge il ruolo di signore e padrone della Umbrella Corporation ma che convince molto poco e talvolta rivela un look più ridicolo che altro. Gli zombi passano in secondo piano a favore di nuovi mostri ibridi, frutto degli effetti collaterali del contagio, e la storia comincia a rivelarsi molto più complessa ed articolata anche se Anderson pensa bene di lasciare i punti chiave in sospeso con un finale che in buona evidenza invita alla visione di un quinto ed un sesto film. Più che un lungometraggio ormai sembra un telefilm ed i personaggi sono condizionati ad un gioco di colpi di scena che diverte, anche grazie al 3D ma che lascia l'amaro in bocca per la sterilità dei contenuti e dello spessore dei personaggi.

 
CREDITI DIVISI PER FILM
 
RESIDENT EVIL (2002)
 
Regia: Paul W.S. Anderson
Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson
Uscita ufficiale nel paese d'origine: 12 marzo 2002 (USA)
 
          Interpreti principali –
Milla Jovovich : Alice
Michelle Rodriguez : Rain Ocampo
Eric Mabius : Matt Addison
James Purefoy : Spence Parks
Martin Crewes : Chad Kaplan
 Colin Salmon : 1
Heike Makatsch : Dr. Lisa Addison
Pasquale Aleardi : J.D. Salinas
Michaela Dicker : La regina rossa
Jason Isaacs : Dr. William Birkin e voce off del film
 
Produttori: Paul W.S. Anderson, Jeremy Bolt, Albert Botha, Bernd Eichinger, Mike Gabrawy, Samuel Hadida, Victor Hadida, Daniel S. Kletzky, Robert Kulzer, Yoshiki Okamoto, Chris Symes.
Colonna sonora originale: Marco Feltrami e Marilyn Manson.
Direttore della fotografia: David Johnson.
Montaggio: Alexander Berner.
 
 
RESIDENT EVIL – APOCALYPSE (2004)
 
Regia: Alexander Witt
Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson
Uscita ufficiale nel paese d'origine: 10 settembre 2004
 
          Interpreti principali –
Milla Jovovich : Alice
Eric Mabius : Matt Addison
Iain Glen : Dr. Isaacs
Sienna Guillory : Jill Valentine
Oded Fehr : Carlos Olivera
Thomas Kretschmann : Maggiore Cain
Sophie Vavasseur : Angie Ashford
Razaaq Adoti : Peyton Wells
Jared Harris : Dr. Ashford
Mike Epps : L.J.
Sandrine Holt : Terri Morales
Matthew G. Taylor : Nemesis
Zack Ward : Nicholai Ginovaeff
Dave Nichols : Capitano Henderson
 
Produttori: Paul W.S. Anderson, Jeremy Bolt, Bernd Eichinger, Samuel Hadida, Victor Hadida, Daniel S. Kletzky, Robert Kulzer, Don Carmody, Dennis Chapman, Hiroyuki Kobayashi.
Colonna sonora originale: Jeff Danna.
Direttore della fotografia: Derek Rogers e Christian Sebaldt.
Montaggio: Eddie Hamilton.
 
 
RESIDENT EVIL – EXTINCTION (2007)
 
Regia: Russell Mulcahy
Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson
Uscita ufficiale nel paese d'origine: 21 settembre 2007 (USA)
 
          Interpreti principali –
Milla Jovovich : Alice
Iain Glen : Dr. Isaacs
Oded Fehr : Carlos Olivera
Thomas Kretschmann : Maggiore Cain
Mike Epps : L.J.
Ali Larter : Claire Redfield
Ashanti : Betty
Christopher Egan : Mikey
Spencer Locke : K-Mart
Matthew Marsden : Slater
Linden Ashby : Chase
Jason O'Mara : Albert Wesker
 
Produttori: Paul W.S. Anderson, Jeremy Bolt, Bernd Eichinger, Samuel Hadida, Robert Kulzer, Héctor López, Kelly Van Horn.
Colonna sonora originale: Charlie Clouser.
Direttore della fotografia: David Johnson.
Montaggio: Niven Howie.

RESIDENT EVIL – AFTERLIFE (2010)
 
Sceneggiatura: Paul W.S. Anderson
Uscita ufficiale nel paese d'origine: 4 settembre 2010 (Giappone)
 
          Interpreti principali –
Milla Jovovich : Alice
Ali Larter : Claire Redfield

Wentworth Miller : Chris Redfield 
Kim Coates  :  Bennett 
Shawn Roberts  :  Albert Wesker 
Sergio Peris-Mencheta  :  Angel Ortiz 
Spencer Locke  :  K-Mart 
 
Produttori: Paul W.S. Anderson, Jeremy Bolt, Don Carmody, Bernd Eichinger, Samuel Hadida, Victor Hadida, Hiroyuki Kobayashi, Robert Kulzer, Martin Moszkowicz.
Colonna sonora originale: tomandandy.
Direttore della fotografia: Glen MacPherson.
Montaggio: Niven Howie.

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