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CANNES 08: " Gomorra " di Matteo Garrone (Italia, 2008)

 

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CANNES 08: " Gomorra " di Matteo Garrone (Italia, 2008)
Recensione di Daniele Clementi

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Adattare il romanzo – inchiesta di Roberto Saviano non è cosa facile, già si sapeva e già erastato ampliamente dimostrato dallo spettacolo teatrale che forniva un risultato discontinuo rispetto alla secca tensione del libro. Matteo Garrone dopo molteplici stesure tenta la sfida e sviluppa con l’assistenza dell’importante documentarista italiano Pannone un film che rispetta i canoni del neorealismo di Rossellini e dimostra di avere appreso dall’evoluzione linguistica apportata dai film di Pier Paolo Pasolini e della coppia Ciprì e Maresco.

Sulla scena troviamo però solo una selezione (come già era avvenuto per lo spettacolo teatrale) dei personaggi ed dei relativi capitoli sviluppati da Saviano nel libro. Garrone sceglie di concentrare l’azione quasi totalmente in Campania e fatta eccezione per alcune scene girate a Venezia sembra voler costringere lo spettatore nella terra del clan dei casalesi, quasi volesse obbligare chi vede ad osservare quel microsistema che vive nel sistema più grande e determina le sorti di un intera nazione. Per uno spettatore del nord quella realtà sembra spesso estraniante, lontana, si fa fatica ad ammettere che gli eventi raccontati sono parte integrante dell’Italia di oggi e saranno senza dubbio determinanti pe il nostro futuro. Il film però è anche un evoluzione del discorso di Saviano, fra le chicche ci viene svelato il vero nome dell’attrice che indossa il vero abito confezionato in nero a Casal Di Principe e mostrato la notte degli oscar che fa da colonna portante dello splendido capitolo "Angelina Jolie". Toni Servillo si rivela perfetto per il ruolo dello stakeolder fino a ricordare il magifico Gian Maria Volontè, mancano invece fra gli altri l’episodio dei cadaveri cinesi al porto di Napoli e la splendida figura di Don Peppino Diana. Un film indispensabile che però potrebbe risultare difficile da decodificare per chi non ha letto il libro e non conosce già la storia, un adattamento parziale e volutamente incompleto come già era stato lo spettacolo teatrale che mantiene però il peso specifico della denuncia politica. 

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“ Il contrario della morte “ di Roberto Saviano

“ Il contrario della morte “ di Roberto Saviano

 

Riflessioni di Daniele Clementi

 

Chi segue il nostro Blog sa bene che parliamo di Cinema e dei suoi derivati (incluse le serie tv). Ogni tanto però dedichiamo un pochino di spazio ad altri temi come la letteratura. Lo facciamo di rado e solo se particolarmente motivati e personalmente ritengo che questo sia il caso giusto.

Abbiamo già parlato di Roberto Saviano, giovane scrittore e giornalista nato a Napoli nel 1979 ed autore in giovane età di un libro importante come “Gomorra” (2006). Ieri il Corriere della Sera ha inaugurato una nuova collana di libri tascabili intitolata “Corti di carta”, il primo libro inedito è un lavoro di Roberto Saviano intitolato “Il contrario della morte”. Personalmente ho consumato il libro in meno di 2 ore a bordo del consueto eurostar che mi “trascina” dalla Liguria al Lazio e viceversa con una certa frequenza ed ho chiuso la giornata guardando la nuova puntata di “Anno Zero” di Michele Santoro sulla situazione afgana. Insomma mi sono concesso una scorpacciata di realismo e mi sono “ricordato” che il mio paese è in guerra. Lo scrivo con timidezza e timore (quasi incerto della mia affermazione) ma non trovo un termine più onesto per indicare il coinvolgimento dell’esercito del mio paese in Afghanistan, quello che faceva Gino Strada poteva anche essere una missione di pace ma l’invio di soldati armati in un paese  in guerra non può che essere assimilato (per logica e correttezza intellettuale) come un atto di guerra.

Saviano non scrive direttamente della guerra in Afghanistan ma scrive di come l’Italia assonnata e dimenticata vive la guerra e lo fa attraverso le parole, il corpo e le emozioni di Maria, la ragazza che avrebbe dovuto sposare Gaetano (il secondo soldato italiano a morire nel famoso blindato che  il governo ha dimenticato in tutta fretta). Il libro di Saviano è una doccia fredda, la storia vera e pura di una giovane coppia meridionale che non trova nemmeno una banca disposta a concedere un prestito per poter avviare la loro vita insieme e porta Gaetano a scegliere la leva militare per recuperare i soldi necessari, non è una storia speciale, ci spiega Saviano, è la storia di molte giovani coppie del meridione, una terra di ragazzi che parlano dell’Afghanistan come “l’ultima guerra” perché per loro non ci sono dubbi su cosa sia una “missione di pace”.

" Gomorra " di Roberto Saviano

Oggi vi parlo di un libro, anzi vi parlo di una persona narrata in un libro. La persona si chiama Pasquale, vive nei pressi di Secondigliano, dove lavora.

Pasquale realizza gli abiti delle grandi marche ma non vive a Milano insieme ad Armani, Krizia o Valentino.

No, Pasquale non vive nemmeno nell’ambiente ovattato degli stilisti un pò effemminati che disegnano abiti e lanciano baci al pubblico dopo le sfilate.

Pasquale vive con sua moglie a Napoli e guadagna 600 euro al mese … in nero.

Pasquale lavora per una ditta in nero che realizza gli abiti delle grandi marche italiane che si vendono in tutto il mondo.

No, Pasquale non fa le copie degli abiti di marca, Pasquale fa proprio gli abiti di marca che compreremo a centinaia di euro nei negozzi firmati delle grandi città , dei grandi centri commerciali , dei grandi aereoporti.

Pasquale lavora per una ditta che ottiene appalti per la preparazione degli abiti dai grandi stilisti, la gara si fa in segreto in una scuola materna della provincia di Napoli.

Pasquale è bravo, così bravo che le grandi marche gli permettono di scegliere le stoffe da solo dalla Cina, poi Pasquale insegna in nero ai cinesi come si lavora per le grandi marche così un giorno saranno anche loro in grado di competere nelle gare nere di Napoli.

Pasquale fa lavori speciali, assegnati dai grandi stilisti perchè lui, che lavora in nero per 600 euro al mese, è uno dei più bravi nel mondo.

Un giorno Pasquale ha visto in tv un suo vestito, lo aveva cucito lui, ne aveva scelto la stoffa, era una sua creatura e quando lo stava preparando gli era stato detto solo che sarebbe andato in America.

Pasquale ha visto il suo vestito indossato da Angelina Jolie durante la notte degli Oscar, ma non può dirlo a nessuno perchè Pasquale lavora in nero per una ditta in nero che per fare i lavori delle grandi marche si fà prestare in nero i soldi dalla mafia.

Questa storia mi è stata raccontata da Roberto Saviano nel suo libro "Gomorra" (Mondadori).

Io ho scelto di riassumerla per convincervi a comprare questo libro, il libro bello e coraggioso di un ragazzo nato nel 1979 che per quello che sa e che scrive vive sotto scorta. Uno scrittore corsaro di cui Pasolini, forse, sarebbe stato fiero. Saviano sa ed ha le prove, ed il suo libro dovrebbero leggerlo tutti coloro che ancora amano questo paese e scoppiano di rabbia e passione ogni volta che qualcuno lo ferisce con l’ingiustizia e l’illegalità.

Vi dico solo che Saviano mi ha svelato che fine fanno i cinesi che in Italia non muoino mai, e tutto solo nei primi due capitoli di un libro coraggioso e importante.

Basta così, comprate "Gomorra", leggetelo, regalatelo, vi spezzerà il cuore e vi aprirà il cervello.

Oggi faccio pubblicità gratis e ne vado fiero.

Uno speciale ringraziamento a Pia che ieri mi ha regalato questo splendido libro che non riesco a smettere di leggere.

P.S.

Il mio avvocato mi consiglia di precisare che quando cito Armani, Krizia e Valentino in questo post, scelgo i loro nomi solo per popolarità ma non significa che siano connessi alla storia da me riassunta e presente nel libro "Gomorra" di Roberto Saviano. Io ascolto sempre il mio avvocato, quindi preciso che ho citato tre nomi importanti a caso e non ho motivo di credere che siano coinvolti nella storia citata.

Daniele Clementi