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VENEZIA 2008: " Encarnação do Demônio " di Josè Mojica Marins (2008)

MOSTRA DEL CINEMA DI VENEZIA 2008

(c) Biennale di Venezia

 

" Encarnação do Demônio " di Josè Mojica Marins

Recensione di Daniele Clementi

 

 

Il ritorno sconcertante del mostro sacro del cinema horror brasiliano Zé do Caixão, scritto, diretto ed interpretato come sempre da Josè Mojica Marins. Il progetto di questo film nasce nel 1966 ma il regista non riuscirà a trovare per 42 lunghi anni un finanziamento. La storia comincia con il personaggio di Zé do Caixão rinchiuso in un manicomio criminale da 42 anni (tanto quanto ha impiegato la sceneggiatura a divenire film), il folle viene liberato grazie ad un prezioso indulto e può finalmente ricominciare a supliziare e massacrare persone così come tanto ha desiderato per 4 decenni.

Ma il mondo è cambiato ed il nostro lugubre eroe si ritrova a vivere nelle viscere di una favelas dove i bambini orfani vengono cacciati come animali e condannati a morte con sentenza immediata da poliziotti fascisti e psicopatici, il mondo è ormai un carcere a cielo aperto dove dogmi ed ideologie dominano gli uomini e quasi nessuno è più in grado di esercitare il libero arbitrio.

Con l’aiuto di adepti veri e propri e la complicità di donne splendide sedotte dalla sua satanica crudeltà Caixão/Marins cercherà di perseguire il suo scopo perverso, produrre più eredi possibili che possano in seguito costruire una piccola setta destinata a far cadere il mondo nell’oscurità e nelle tenebre. Unici ostacoli al suo piano due streghe cieche che presto vengono macellate, un monaco serial killer che evoca tantissimo il personaggio presente nel "Codice Da Vinci" e due poliziotti fascisti che superano per crudeltà il mostro protagonista del film, ma che nulla possono contro l’inesorabile Caixão/Marins, uno di loro verrà infine smembrato dagli spettri dei bambini della favelas uccisi.

Il film è sopra le righe dall’inizio alla fine, talmente estremo nelle soluzioni ed esagerato nell’enfasi da essere ridicolo, ciò nonostante il montaggio che incrocia immagini del 1958 a sequenze nuove, gli effetti speciali di altissima qualità ed alcune straordinarie trovate visive lo rendono un film horror divertente e godibile, senza troppe pretese (si intende) ma superiore a tanti contemporanei del genere inclusi molti esempi europei.