JAMES BOND OPERA OMNIA
A cura di Daniele Clementi
Eccoci alla fine del lungo revival su James Bond, qui si parte da Timothy Dalton, si passa per Pierce Brosnan e si arriva sino a Daniel Craig. Buona lettura !
ZONA PERICOLO
(The living daylights)
di John Glen (G.B. 1987)
Con il ritiro di Roger Moore comincia un periodo di transizione dove vengono esclusi alcuni vecchi volti e ne vengono matenuti altri, per cercare di mantenere una timida continuità. I romanzi ed i racconti sono finiti, resta solo una brevissima storia realizzata da Fleming per un quotidiano inglese. la storia originale si risolve in una breve avventura raccontata dopo la sequenza di apertura del film, il resto è pura creazione degli sceneggiatori. Timothy Dalton viene scelto dopo una lunghissima consultazione interna che considerava come alternativa Pierce Brosnan. La struttura del film ricalca i capitoli di Roger Moore ed anche il Bond di Dalton sembra incerto fra l’imitazione di Moore e quella di Connery. Confermati M, Q, Sir Frederick Gray e torna il generale del KGB Anatol Gogol. Moneypenny cambia faccia ed entra in gioco la giovane Caroline Bliss. Ritroviamo anche il buon vecchio Felix Leiter interpretato da John Terry. La bella di turno è Maryam d’Abo mentre i cattivi sono Jeroen Krabbé ed il caratterista Joe Don Baker (dopo ne parleremo ancora). Nel film lavora anche l’attore americano John Rhys-Davies (spalla di Indiana Jones nel primo e nel terzo film nonchè nano guerriero della trilogia del “Signore degli anelli”). La trama si perde in una miriade di banalità comunque unisce due temi molto attuali l’oppio dei talebani e il mercato nero delle armi. James Bond aiuta di fatto alcuni ribelli afgani (quelli che un giorno saranno talebani) contro i sovietici ma non prende posizioni precise (come fa invece Rambo nel suo terzo film), sembra piuttosto parte di un disegno politico più grande. Uhm … credo che in fondo ci fossero molti 007 in Afghanistan nel 1987 … n’est pas ? La canzone del film è interpretata dal gruppo inglese A-HA.
Voto finale: 5 (il solito medio-Bond con una faccia nuova).
VENDETTA PRIVATA
(Licence to kill)
di John Glen (G.B. 1989)
Il primo film di James Bond a non essere tratto da un libro o un racconto di Ian Fleming. La storia è piuttosto originale anche se manca di sapore classico. James Bond si reca negli Usa per fare da testimone di nozze al vecchi amico Felix Leiter (questa volta torna David Hedison di “Vivi e lascia morire”) che lavora per una squadra speciale antidroga e riesce a prendere un pericolosissimo trafficante proprio il giorno del suo matrimonio, raggiunge con Bond la chiesa buttandosi da un paracadute. Lo spacciatore evade quasi subito e si vendica attaccando Felix e consorte la notte stessa del matrimonio, Bond giurerà vendetta e rinuncerà al servizio segreto britannico per agire da solo. Tornano tutti i vecchi personaggi chiave della serie, il cattivo è interpretato da Robert Davi mentre le belle di turno sono Talisa Soto e Carey Lowell, lavora anche un giovane Benicio Del Toro nella parte di un killer silenzioso. Il film cita spesso Shakespeare ed in particolare “Othello”. A parte qualche buco di sceneggiatura la storia è godibile ed abbastanza scorrevole. Le scene cult sono i l’arrivo dei ninja e sopratutto il finale con un inseguimento incredibile fra immensi Tir.
Voto finale : 6 (Un Bond che funziona)
GOLDENEYE
di Martin Campbell (G.B. 1995)
Dopo la parentesi di transizione rappresentata da Timothy Dalton, cominciano le avventure del nuovo 007 Pierce Brosnan. In realtà questo nuovo ciclo di film rappresenta le varizazioni maggiori sul piano del cast, mentre resta piuttosto simile all’universo di Rober Moore sul piano delle storie. Questo è anche il secondo film di Bond a non essere tratto da una storia originale di Fleming. Goldeneye in realtà è il nome della villa di Ian Fleming e viene usato in questo film per questioni di suggestione (non si butta via niente). James Bond 007 ed il suo collega 006 (Sean Bean) stanno portando a termine una pericolosa missione in Unione Sovietica e qualcosa va storto, 006 perde la vita e Bond deve portare a termine la missione da solo. Dopo il crollo del comunismo James Bond viene incaricato di indagare sulla figura misteriosa di Janus (un pericoloso criminale internazionale) scoprirà di avere di fronte il vecchio amico 006 divenuto la sua perfetta nemesi. La sigla iniziale , per la prima volta, è priva del contributo del compianto Roy Field e si passa alla computer grafica. Il capo dei servizi segreti inglesi M cambia sesso e viene interpretato dalla fantastica Judi Dench, al suo fianco arriva anche una nuova Moneypenny (Samantha Bond) e torna il vecchio e sempre caro Q (Desmond Llewelyn sulla cresta dell’onda dai tempi di “Goldfinger”). Le due belle di turno sono la bravissima Famke Janssen (la cattiva) ,che diventerà in seguito la mitica Fenice cinematografica degli “X Men” nonchè la spietata trans della serie “Nip/Tuck”, e la tiepidina Izabella Scorupco (la buona) che combinerà pochino in seguito. Torna anche Joe Don Baker (che aveva fatto il cattivo in “Zona pericolo”) nel ruolo completamente nuovo dell’agente americano Jack Wade (epigone di Felix Leiter). Tra i cameo più golosi si segnalano Robbie Coltrane che in seguito diventerà Rubeus Hagrid nella saga di Harry Potter, Alan Cumming (futuro Nightcrawler di “X Men 2” non a caso caro amico della Janssen) ed infine Tchéky Karyo (“Nikita” di Luc Besson). la colonna sonora è composta dal francese Eric Serra (“Nikita” e “Leon” di Luc Besson) e la canzone del film è interpretata dalla grande Tina Turner. Le scene cult: Bond che gironzola in cravatta nel bel mezzo di Mosca guidando un carro armato e la Janssen che uccide i maschi soffocandoli fra le sue coscie. Il nuovo regista ed i nuovi sceneggiatori giovano vistosamente alla confezione.
Voto Finale: 6 (un buon bond !)
IL DOMANI NON MUORE MAI
(Tomorrow never dies)
di Roger Spottiswoode (G.B. 1997)
Secondo capitolo della nuova serie con Pierce Brosnan molto approssimato e superficiale, ma in seguito si farà di molto peggio. La moda del cinema asiatico d’azione contamina anche 007 e la Bond girl viene interpretata dalla fantastica star di Hong Kong Michelle Yeoh (“La tigre e il dragone”) ma al fianco di Bond troviamo anche la “glamorous” Teri Hatcher (appena uscita dal ruolo di Lois Lane nel telefim di Superman e prima di diventare una “casalinga disperata” di Wisteria Lane). Il cattivo è interpretata dal bravo Jonathan Pryce (anche se un po troppo sopra le righe in questo caso) che impersona uno spietato magnate delle televisioni e giornali che vuole conquistare il mondo … ehm … non fate subito i politici ! L’agente americano Jack Wade (Joe Don Baker) torna per l’ultima volta (forse). Moby compone un “James Bond theme” alternativo e Sheryl Crow interpreta la canzone chiave del film. Le scene cult: la fuga dal grattacielo del cattivo, il sommergibile trivella e l’inseguimento con Brosnan e Yeoh ammanettati insieme alla guida di una moto. Un capitolo tanto adrenalinico quanto superficiale.
Voto finale : 5 (Bond precotto)
IL MONDO NON BASTA
(The world in not enough)
di Michael Apted (G.B. 1999)
Erano decenni che non si finiva così in basso ! Un pessimo capitolo superficiale, noioso ed inutile con battute scontate e personaggi banalissimi. Bond deve proteggere una ricca ereditera chiamata Elektra ed intepretata dalla seducente Sophie Marceau, il cattivo è il grande attore indipendente Robert Carlyle che dopo anni con Ken Loach si sputtana in una parte ridicola e patetica, nel cast torna Robbie Coltrane (nello stesso ruolo rivestito in “Goldeneye”) i ruoli cameo sono di John Cleese che interpreta “R” un collega del grande Q (questo è il suo ultimo film … addio Desmond !), Maria Grazia Cucinotta che fa la cattiva prosperosa ed il danese Ulrich Thomsen (mitico protagonista di “Dogma #1: Festen”). Soldi e talenti sprecati.
Voto finale : 4 (evitatelo, non serve)
LA MORTE PUO’ ATTENDERE
(Die another day)
di Lee Tamahori (G.B. 2002)
Dal regista di “Once were warriors” non ci si dovrebbe aspettare un film tanto brutto e invece … mai dire mai ! l’ultimo film di Brosnan tramuta James Bond in una specie di Batman in smoking e con l’automobile invisibile (basta cazzate, vi prego !) e rischio di offendere Batman. L’attrice premio oscar Halle Berry è la prima Bond girl di colore della storia (caspita se c’è voluto del tempo !). John Cleese che interpretava “R” nel film precedente diventa il nuovo Q. Michael Madsen (“Le iene” e “Kill Bill vol.1-2” di Tarantino) recita nel ruolo di un agente americano carogna e tira un po su il film a livello recitativo. Madonna canta la canzone del film ed interpreta il ruolo della bella cattiva (molto sado maso). La scena cult : Halle Berry che rifà l’entrata in scena di Ursula Andress in “Licenza di uccidere”, tutto il resto è noia.
Voto finale: 4 (dimenticatelo)
CASINO ROYALE
di Martin Campbell (G.B. 2006)
La saga di James Bond ha sempre subito dei cambiamenti, anche se limitati a dettagli e spesso destinati a personaggi secondari, ma non è mai realmente ripartita da zero. Insomma ogni film è sempre stato il seguito del precedente anche se la formula particolare studiata all’ origine del ciclo ha sempre permesso allo spettatore di poter fruire di un capitolo qualsiasi della serie senza dover conoscere i precedenti. Questa volta non è così. James Bond riparte veramente da zero e tutto quello che abbiamo visto in precedenza non conta più nulla perchè questo James Bond è completamente nuovo e la sua storia cambia per sempre. Nonostante la trasformazione radicale del progetto, qualche minimo legame con il passato ci viene concesso ma si tratta solo del mantenimento della bravissima Judi Dench nella parte di M (aveva già interpretato questo ruolo nei film di Brosnan). James Bond è ancora un agente privo di licenza di uccidere quando comincia questo nuovo inizio e se la guadagna proprio eliminando i cattivi della sequenza introduttiva, la famosa scena di Bond che spara al centro della spirale rendendo lo schermo rosso viene riprodotta nella realtà del film ed ambientata in uno squallido bagno pubblico dopo una collutazione violentissima … si, James Bond è cambiato. L’agente 007 indaga sul misterioso Le Chiffre (“la cifra”) che opera come banchiere occulto delle organizzazioni terroristiche internazionali ed è legato ad una strana organizzazione che promette di diventare la Spectre della nuova generazione. Torna il mitico Felix Leiter interpretato dall’attore di colore Jeffrey Wright (dato che si ricomicia da zero i personaggi possono cambiare liberamente sesso o etnia) e questo è il loro primo incontro. Daniel Craig è l’attore con il curriculum più altamente artistico che abbia mai interpretato il ruolo di James Bond ed anche l’attore con il maggiore talento drammatico (perdonatemi fan di Connery !) per reggere lo schermo diventa necessario prendere un cattivo di eguale talento drammatico ed ecco arrivare il danese Mads Mikkelsen con una lunga carriera nel cinema d’autore europeo. Il casinò del film è quello di Montenegro ma ci sono molte scene in Italia e molti attori italiani al lavoro in piccoli ruoli, fra loro spicca il grandissimo Giancarlo Giannini. Le scene cult: la sigla iniziale, l’inseguimento spettacolare in Sud Africa tanto estremo quanto realistico perchè fatto da atleti professionisti che fanno questo tipo di acrobazie per mestiere, la grande partita al casinò, lo stimolatore cardiaco portatile (esiste realmente), il capottamento dell’Aston Martin e la tortura del finale. James Bond è tornato e finalmente si tratta di un bel film.
Voto finale : 7 (Finalmente !)
Ok, ho finito la mia personale maratona: 23 recensioni in tre giorni. Questo è il mio record personale e voi che avete letto il mio lavoro e siete arrivati alla fine potete vantarvi di avere letto queste 23 recensioni in quanto tempo ? Scrivetemi i vostri risultati,e badate bene che leggere capendo è più facile di scrivere pensando quindi pretendo tempi brevi ! Scxherzi a parte grazie per la costanza.
JAMES BOND WILL BE BACK