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“Agassi / The handmaiden / mademoiselle” di Park Chan Wook, Corea del Sud (Cannes 2016)

agassi

Park Chan Wook torna in Corea dopo la parentesi americana con un film sulla repressione, la rivoluzione e l’emancipazione dell’identità femminile. Un film raffinatissimo, ricco di citazioni pittoriche e di commistioni scenografiche fra Corea, Giappone ed occidente. Una storia elaborata e raccontata di tre segmenti molto complessi fra loro ma perfettamente assimilabili per il pubblico. Park Chan Wook sfrutta l’espediente narrativo dell’oppressione giapponese in Corea per un racconto metaforico sulla condizione della donna e la sua lotta per l’affermazione della sua identità nel 900. La costruzione narrativa si concede citazioni di altissimo livello con i grandi maestri del cinema e la messa in scena, sontuosa, elaborata e ricercata non è mai sopra il limite del racconto riuscendo a lasciare in primo piano la psicologia dei personaggi e la struttura, quasi diabolica, del racconto. Un film avvincente, seduttivo, trasgressivo e coraggioso di cui si può e si deve scrivere e parlare senza svelare un singolo dettaglio della trama. Una perfetta esperienza cinematografica da non perdere su grande schermo.

Daniele Clementi

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