Biografie a confronto: Marlene Dietrich e Leni Riefenstahl (1)

 

 BIOGRAFIE A CONFRONTO: MARLENE DIETRICH E LENI RIEFENSTAHL

di Elisa Lubiano

Il presupposto teorico dal quale nacque la mia idea di scrivere questo testo mirava a presentare la storia della Germania nazista attraverso il pensiero di Marlene Dietrich e Leni Riefenstahl. Il progetto si è rivelato molto ambizioso già dalle prime ricerche bibliografiche e, per questo, ho deciso così di scrivere queste due biografie dando rilevanza agli eventi storici da loro vissuti. Ho tralasciato i film diretti o interpretati dalle due (se non in una parentesi nell’ultima puntata chiamata “Le Opere”), gli amori o le avventure e ho provato a mettere in luce il loro pensiero verso i fatti da loro vissuti. La scelta è ricaduta su questi due personaggi e non su altri per via di un mio interesse e per causa di alcune coincidenze: entrambe sono donne, sono tedesche, nascono e muoiono all’incirca nello stesso periodo a Berlino.
È possibile, anche se non molto diffuso sui manuali di storia, interpretare la gli avvenimenti attraverso il pensiero degli uomini e attraverso i loro scritti. Questo approccio mira a recuperare, anche se in forma semplificata o astratta le esperienze vissute. (Aron, 1989).
Ho scelto di suddividere il testo in quattro grandi periodi: il primo corrisponde alla giovinezza delle due artiste, gli altri invece vengono suddivisi secondo macro tappe che caratterizzano la Germania (e gran parte  dell’Europa) del novecento.
 Ho preferito relegare nelle note i chiarimenti di alcuni avvenimenti storici e ciò mi ha semplificato l’elaborazione scritta. Queste poche pagine non vogliono essere esaurienti.

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Infanzia, giovinezza e primi ingaggi

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Marlene Dietrich e Leni Riefenstahl nascono a pochi mesi di distanza. La prima affermerà più volte di essere nata nel 1904. Entrambe crescono e vengono educate secondo i rigidi canoni borghesi. Se Marlene si adatta molto bene a questo tipo di educazione, non possiamo affermare lo stesso per Leni; la sua giovinezza è, infatti, costellata di continui litigi con il padre. Marlene ama le lingue, la musica e non disdegna le ore di lezione di taglio e cucito mentre Leni trova le lezioni di pianoforte infinitamente noiose sebbene ami la musica, ella preferirebbe praticare la ginnastica o la danza (discipline negatele dal padre) comunque praticare sport. All’epoca non era diffuso praticare attività fisica se non saltuariamente, nonostante ciò ritroviamo in Leni Riefestahl una vera sportiva, pratica: nuoto, tennis e ama passeggiare nella natura.
La Prima Guerra Mondiale è ormai scoppiata, le protagoniste della mia indagine vivono questi anni in modo estremamente diverso. Leni, di questo conflitto, non se ne preoccupa molto e continua a vivere in modo spensierato questi anni, invece per Marlene la situazione muta notevolmente. A scuola trova difficoltà a rapportarsi con i suoi compagni di scuola ma incontra una professoressa francese con la quale presto fa amicizia e conversazione in lingua. Questo incontro le dona grande gioia e inizia a ricercare informazioni sulla Francia e sulla lingua francese. Purtroppo il 3 agosto 1914 la Germania dichiara guerra alla Francia e presto la sua professoressa dovrà far ritorno nel suo Paese. Marlene ne soffre molto, ha perso così il suo unico punto di riferimento all’interno dell’istituto scolastico che non amava. Anche suo padre partirà per il fronte e non farà mai più ritorno. Nella sua auto biografia (Dietrich, 1985) Marlene descrive dettagliatamente le atmosfere di quegli anni di disperazione, rinuncia e attesa.
Entrambe studieranno al collegio, usanza piuttosto comune nelle classi borghesi. La scelta della famiglia di Leni fu dettata dal fatto che la ragazza era troppo vivace e disubbidiente: aveva osato prendere lezioni di danza tenendo all’oscuro il padre, il quale non avrebbe approvato perché considerava le donne dello spettacolo cattivi esempi, donne immorali. La vedova Dietrich si orientò verso questa scelta educativa perché a sua figlia fosse educata secondo i principi della tradizione filosofica tedesca. Al collegio le due giovani donne si appassionano alla letteratura: Marlene impara a memoria Goethe e le leggi di Kant, Leni abbandona le letture di fiabe e leggende e si dedica a letture più impegnative. Marlene ottiene ottimi risultati nello studio del violino, ma anche del pianoforte e del liuto, Leni continua ad esercitarsi nella danza e si dedica alla regia e alla recitazione nel laboratorio teatrale allestito dalla scuola. Entrambe, durante il tempo libero si recano a teatro per assistere, talvolta, anche all’opera.
Finito il liceo, rientrano a casa ed ad accoglierle ci saranno nuove e gradite novità. Leni riesce a scendere a patti con il padre: lei lavorerà nell’azienda di famiglia e il padre le permetterà di iscriversi a una scuola di danza. Marlene, sostenuta dalla madre, si iscriverà all’Accademia di Berlino dove studierà violino per molti anni. Le giornate delle due future star del cinema sono molto faticose ma anche molto appaganti. Le lunghe ore passate ad esercitarsi al violino provocheranno a Marlene una ferita ai legamenti tale che dovrà rinunciare alla carriera di concertista. Nonostante il disaccordo della madre si iscrive alla scuola di recitazione di Max Reinhardt e inizia così una lunga gavetta teatrale. Il 17 maggio 1923 sposa Rudolf Sieber un aiuto regista e un anno dopo nasce sua figlia Maria Elisabeth. Nel 1929 arriva la sua prima interpretazione da protagonista nel film Die Frau nach der man sich sehnt.
Leni partecipa segretamente a diversi provini e spesso è scelta come attrice. Deve però rinunciare ogni volta per non offendere il padre. Presto diviene richiestissima come ballerina, ha ingaggi in tutt’Europa e il padre le concede di vivere e di gestire da sola la sua carriera.  Nel 1924, durante uno spettacolo, si fa male a un ginocchio e deve abbandonare, almeno momentaneamente la danza; proprio per questo motivo Leni si interessa ad alcune proposte arrivate dal mondo del cinema e inizia così una lunga amicizia e un rapporto di collaborazione con il regista Arnold Franck. Con lui girerà alcuni film di montagna. Il principio ispiratore è la cultura Volk, che andrà ad aggravare la sua posizione nel dopoguerra; i principi ispiratori di questa tradizione vengono ripresi dal nazismo per giustificare lo sterminio degli ebrei. Questa lunga collaborazione allontanerà la Riefenstahl dalla danza, sempre più affascinata dal mondo cinematografico, dalla recitazione e dalla regia.
Questo, per la Germania, è il periodo della Grande Depressione. La situazione politica ed economica è instabile. I prezzi salgono a dismisura ma le due ragazze non se ne interessano molto. Marlene scrive a proposito di ciò: ”Io sapevo che i prezzi erano soggetti a impressionanti fluttuazioni, ma come tutte le ragazze e le donne della mia generazione, mi limitavo a constatare la cosa senza preoccuparmene troppo” (Dietrich, 1985).

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Alla fine degli anni venti Josef von Sternberg sta cercando la protagonista della sceneggiatura dell’Angelo Azzurro (Der Blaue Engel, 1930.) Incontra sia la Dietrich che la Riefenstahl. Sceglierà la Dietrich perché è anche una cantante ma vuole Leni al suo fianco durante le riprese. Questo infastidisce molto Marlene che si rifiuta di recitare fino a che la Riefenstahl fosse presente. Alla fine delle riprese Sternberg dovrà partire per Hollywood e portare con sé una delle due attrici. La Dietrich con questa interpretazione viene consacrata al mondo cinematografico e la scelta più ragionevole per Sternberg è quella di portare lei e non la Riefenstahl. Sternberg, comunque, prova grande ammirazione per la Riefenstahl.
Le strade delle due star del cinema sembra si dividano, in realtà nonostante le scelte opposte che prenderanno, le troveremo entrambe esiliate dalla loro Patria alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

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NOTE

1) Il conflitto cominciò il 28 luglio 1914 a seguito dell’assassinio dell’arciduca Francesco Ferdinando, erede al trono dell’Impero Austro-Ungarico, compiuto a Sarajevo (Bosnia) il 28 giugno 1914 da parte del nazionalista serbo-bosniaco Gavrilo Princip. Si concluse l’11 novembre 1918.

2) Nasce con la sconfitta di unificazione nazionale. Trova il suo fondamento nel legame tra popolo e terra. Altro elemento fondamentale è la purezza: tutto ciò che si discostava dal legame originario con la terra era una minaccia da estirpare.

3) La Grande Depressione fu una drammatica recessione economica che sconvolse l’economia mondiale alla fine degli anni venti, con gravi ripercussioni durante i primi anni del decennio successivo. L’inizio è associato alla crisi del New York Stock Exchange (borsa di Wall Street) avvenuta il 24 ottobre del 1929 (giovedì nero), a cui fece seguito il definitivo crollo della borsa valori del 29 ottobre (martedì nero). La depressione si propagò rapidamente a tutti i paesi che avevano stretti rapporti finanziari con gli Stati Uniti, a partire da quelli europei che avevano richiesto l’aiuto economico degli americani dopo la Prima Guerra Mondiale, compresa la Germania, dove il ritiro dei prestiti americani fece saltare il complesso e delicato sistema delle riparazioni di guerra. In Germania il crollo, provocò milioni di disoccupati e fornì la base di consenso per portare il nazismo al potere (1933). Nel complesso, nonostante un accenno di ripresa a partire dal 1933, la crisi non fu completamente superata fino allo scoppio della Seconda guerra mondiale.

4) Tratto da “Il professor Unrath” scritto da Heinrich Mann, fratello del più famoso Thomas.

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