Omaggio a Raymond Chandler (3)

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CHANDLER E IL CINEMA
a cura di Pippi

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Philip Marlowe e Sam Spade, i due eroi creati rispettivamente da Chandler e Hammett, ebbero una notevole fortuna cinematografica. La rappresentazione del detective al cinema, che si ricava uno spazio come sottogenere all’interno del film noir, riscuote immediatamente un grande successo, e crea un’iconografia-modello cui anche i successivi remake si ispirano. Non è inutile sottolineare che la punta più alta di tutto il noir americano (1945-1950) coincide proprio con l’adattamento cinematografico dei grandi romanzi di Chandler. In questo periodotroviamo ben quattro dei suoi romanzi ridotti per lo schermo: Addio mia amata, II grande sonno, La signora nel lago, Finestra sul vuoto,
Benché Chandler sia stato anche uno sceneggiatore di talento (La flamma del peccato di Billy Wylder e L’altro uomo di Alfred Hitchcock), di fatto ha partecipato ad un solo adattamento tratto dalla sua opera. Egli spiegava così le ragioni della sua "defezione": "Ho lavorato ad una versione cinematografica de La signora nel lago, è l’ul­tima volta che lavoro ad una sceneggiatura tratta da un mio libro. Mi sembra di riesumare le ossa di un cadavere ".
Robert Montgomery ha girato Una donna nel lago intera­mente in prima persona: con la macchina da presa in soggettiva: non si vede mai il detective privato, Philip Marlowe; talvolta si coglie il suo riflesso negli specchi. Questa studiata originalità non ha affatto impressionato Chandler, che sottolinea: "La tecnica soggettiva de Una donna nel lago è un vecchio trucco di Hollywood. Tutti i giovani sceneggiatori e tutti i giovani registi vi si sono cimentati".
L’ombra del passato di Dmytryk offre delle trovate interessanti: un intrigo sufficientemente complicato, illuminazioni ad effetto: ma II grande sonno è il migliore degli adattamenti chandleriani. Scritto da William Faulk­ner e Leight Brackett, è il film più chandleriano sia tra quelli finora citati che tra quelli che verranno. Hawks dipinge in questa pellicola, con una rara precisione ed un flemmatico humour, il quadro spietato della decomposizione di un mondo, al contempo narrando l’incontro della bellezza (Lareen Bacall) con l’intelligenza (Bogart). Con queste parole Raymond Chandler consigliava ad un suo amico la visione delfilm: "Se un giorno vedrete questo film, II grande sonno (almeno la prima parte), vedrete ciò che può fare con una storia di questo genere un regista che possiede il senso dell’atmosfera e un voluto tocco di sadismo segreto. Bogart, sicuramente, è superiore a tutti gli altri "duri" del cinema". A questi film va aggiunto, nello stesso periodo, un buon thriller di George Marshall, La dalia azzurra (1945), del quale Chandler è in parte responsabile: ""In meno di due settimane ho scritto un racconto originale di novanta pagine, La dalia azzurra L ‘ho interamente dettato e non gli ho potuto dare neanche un colpo d’occhio prima di averlo finito… C’e del buono e del meno buono". Si trovano anche delle "scorie” nella filmografia di Chan­dler, alcune involontarie (le prime trasposizioni da Addio mia amata: The Falcon Takes Over di Irving Reis e da Finestra sul vuoto: Time to Kill di Herbert I. Leeds), altre accettate (due sceneggiature: Il grande silenzio per la regia di Irving Pichel, un mediocre melodramma a sfondo medico, e Il fantasma di Lewis Allen, un monotono thriller "domestico").
Negli anni Settanta Paul Bogart, Robert Altman e Dick Richards riprendono in mano i lavori di Chandler. I primi due mettono in scena romanzi mai portati al cinema: L’investigatore Marlowe di Paul Bogart è tratto da Troppo tardi o La sorellina (due titoli italiani dati al romanzo The little sister nelle differenti traduzioni) e II lungo addio di Altman da un omonimo romanzo di Chand­ler. La terza riduzione, quella di Richards, è anche la terza trasposizione per lo schermo di Addio, mia amata, meno interessante della versione di Dmytryk, ma con il grande vantaggio di avere per protagonista, nei panni di Marlowe, Robert Mitchum. E sempre Robert Mitchum è il protagonista dell’ultima (attualmente) riduzione da Chan­dler, Marlowe indaga diMichael Winner, tratto ancora da Il grande sonno, in cui l’ormai pallida ombra del detective chandleriano viene collocata in un’ambientazione londinese (sic!).
Per ironia della sorte, il solo romanzo di Chandler non trasposto sugli schermi a tutt’oggi, è Playback, che era nato come sceneggiatura per un film.

FILMOGRAFIA
1942. The Falcon Takes Overdi Irving Reis, tratto da Addiomia amata
1943: Time to killdi Herbert I. Leeds, tratto da Finestra sul vuoto
1945: L’ombra del passato (Murder my Sweet) di Edward Dmytryk, tratto da Addio, mia amata
1946: Il grande sonno (The Big Sleep) di Howard Hawks, tratto da Il grande sonno
1946: Una donna nel lago (The Lady in the Lake) di Robert Montgomery, tratto da La signora nel lago
1947: La moneta insanguinata (The Brasher Doubloon) di John Brahm, tratto da Finestra sul vuoto
1969: L’investigatore Marlowe (Marlowe) di Paul Bogart, tratto da Troppo tardi / La sorellina
1973: Il lungo addio (The Long Goodbye) di Robert Airman, tratto da 77 lungo addio
1975: Marlowe, il poliziotto privato (Farewell, My Lovely) di Dick Richards, tratto da Addio, mia amata
1978: Marlowe indaga (The Big Sleep) di Michael Winner, tratto da // grande sonno
 
SCENEGGIATURE
1944: Il grande silenzio (And Now Tomorrow) di Irving Pichel
1944: La fiamma del peccato (Double Indemnity) di Billy Wylder
1945: Il fantasma (The Unseen) di Lewis Allen
1946: La dalia azzurra (The Blue Dahlia) di George Marshall
1951: L’altro uomo / Delitto per delitto (Strangers on a Train) di Alfred Hitchcock
In collaborazione con il Circolo del Cinema Uicc Cult Movies (Roma).

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